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16.09.2015

 

Germania, dietrofront sull’immigrazione: fine prematura della “favola di settembre”

di Matteo J. Stettler

 

Finisce per ora, dopo la temporanea reintroduzione dei controlli alle frontiere sul confine Austriaco, la “favola di settembre” – così come la stampa tedesca ha designato il clima nazionale d’entusiasmo che ha accompagnato la decisione, voluta fortemente da Angela Merkel, di sospendere le procedure disposte dalla Convenzione di Dublino per i rifugiati Siriani. Come in ogni fiaba, i termini del disincanto si sono realizzati una volta confrontata la realtà fattuale dell’iniziativa: l’annuncio del provvedimento ha mobilitato un flusso di rifugiati di proporzioni inaspettate, al quale, operativamente, né i funzionari statali, né quelli locali, si sono dimostrati preparati.

Il rapido dissolversi dell’euforia si è concretizzato lunedì, durante una riunione del comitato esecutivo dell’Unione Cristiano-Democratica (UCD), dove i rappresentati statali e locali, i diretti incaricati all’implementazione delle procedure d’accoglienza, hanno esposto le difficoltà che stavano registrando nella ricezione del flusso di rifugiati. “L’atmosfera sta cambiando, e in fretta”, ha confermato un alto funzionario appartenente al partito di Angela Merkel, una volta ascoltati i resoconti emersi durante l’incontro.

Il sistema di accoglienza e di smistamento dei rifugiati in Germania, infatti, riflette la decentralizzazione del sistema federale tedesco, caricando tutte le responsabilità operative sui 16 stati della federazione, e le municipalità locali.

Secondo Roger Lewentz, il Ministro degli Interni della Renaia-Palatinato, questa non era certamente un’occasione, ed una causa, la quale richiedeva una revisione di quell’indole cauta e misurata che da sempre aveva caratterizzato l’agire politico di Angela Merkel. I funzionari statali e locali sono rimasti “completamente sorpresi” dalla mossa della Cancelliera Tedesca, e hanno avuto poco tempo per prepararsi, ha detto ad una radio tedesca lunedì Lewentz. “È stato un errore e penso che Berlino lo stia realizzando”, ha specificato in riferimento alla mancata comunicazione.

Prescienti dell’imminente crisi anche le critiche interne arrivate inaspettatamente da Horst Seehofer, Premier della Bavaria, e leader dell’Unione Cristiano Sociale (CSU) – fratello minore del partito nazionale della Merkel. “Presto saremo in una situazione di emergenza che non potremo controllare”, ha detto venerdì, in conversazione con il Der Spiegel.

Già domenica, oltre 20000 rifugiati erano arrivati a Monaco, facendo scricchiolare l’improvvisato sistema d’accoglienza, e mostrandone tutti i limiti. Allo stesso momento, un numero di stati si sono trovati costretti a rifiutare l’accoglienza di un maggior influsso di rifugiati, per non rischiare un collasso del sistema. Sabato, dietro le pressioni dello stesso Seehofer, l’infausta decisione della Merkel di reintrodurre i controlli di confine. La fine della fiaba (per ora).

 


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