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16 gen 2016

 

Somalia e Burkina Faso nel mirino del jihadismo

 

Due giorni di violenze: prima al-Shabaab attacca una base militare e uccide 60 soldati in Somalia; poi assalto contro l’hotel Splendid nella capitale del Burkina Faso. 20 morti, blitz per liberare gli ostaggi.

 

ore 11.30 – Un secondo hotel sotto attacco, liberati 126 ostaggi nell’Hotel Splendid

Concluso il blitz delle teste di cuoio nell’Hotel Splendid, attaccato ieri sera da Al Qaeda nel Maghreb Islamico. Sarebbero stati liberati 126 ostaggi, fa sapere il presidente Kaborè. Almeno 23 i morti di 18 diverse nazionalità, tre gli uomini armati uccisi, tra cui un arabo e due africani

Secondo quanto riportato dal Ministero degli Interni, è però in corso un secondo assalto contro un altro albergo, l’Hotel Yibi, nelle vicinanze del luogo del primo attacco e utilizzato per lo più da uomini di affari.

 

Roma, 16 gennaio 2016, Nena News –

 

Africa nel mirino del jhadismo. Due giorni di violenze, ieri e oggi, che ha scosso Somalia e Burkina Faso, in poche ore. Prima è toccato a 60 peacekeepers dell’Unione Africana, attaccati e uccisi in Somalia dalla milizia di Al-Shaabab. Gli islamisti hanno preso d’assalto una base militare, la base al-Adde, nella regione di Gedo, al confine con il Kenya. Un attacco ben coordinato: prima è stata fatta esplodere un’autobomba, poi è partito uno scontro a fuoco tra jihadisti e soldati somali e keniani, che fanno parte del contingente inviato dall’Unione Africana.

La dinamica resta ancora, però, poco chiara. In particolare è difficile individuare le vittime: keniani o somali? Secondo l’esercito di Nairobi, i miliziani di al-Shabaab avrebbero attaccato il Somali National Army, ovvero i soldati somali, le vittime dell’assalto. Al contrario lo stesso al-Shabaab attraverso il proprio portavoce ha ripetuto di aver preso di mira la base di al-Adde, dove stazionano i keniani.

Poco dopo toccava al Burkina Faso, dove a colpire ieri sera è stata al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqim), nella capitale Ouagadougou. Nel mirino dei miliziani l’Hotel Splendid e un vicino cafè, Cappuccino Cafè, di proprietà di un cittadino italiano. Almeno 30 le vittime (20 nell’hotel e 10 trovati nel cafè) e 33 i feriti in un attacco che sarebbe stato portato avanti da soli 3 uomini ma che ha visto l’utilizzo di autobombe e scontri a fuoco e, in un secondo momento, l’ingresso all’interno dell’hotel.

I miliziani qaedisti hanno preso tra i 30 e i 60 ostaggi all’interno dell’albergo (le fonti parlano di numeri molto diversi), poi liberati questa mattina dall’intervento delle forze armate locali appoggiate da soldati francesi. Tra gli ostaggi, anche il ministro dei Lavori Pubblici, Clement Sawadogo. L’Hotel Splendid è utilizzato per lo più dallo staff dell’Onu e da occidentali che lavorano in Burkina Faso, come cooperanti o diplomatici.

Nelle ultime ore gli analisti hanno individuato i responsabili, identificandoli nel gruppo al-Murabitoun, islamisti di base nel nord del Mali e guidati dal militante algerino Mokhtar Belmokhtar. Due mesi fa, scrive il sito di monitoraggio Site, al-Murabitoun si è legato ad Al Qaeda nel Maghreb Islamico, di cui Belmokhtar era in passato membro. I due gruppi, Aqim e al-Murabitoum, a novembre avevano già rivendicato l’attacco all’hotel Radisson Blu, nella capitale del Mali Bamako, in cui morirono 20 persone.

Nella rivendicazione pubblicata on line da Aqim, i miliziani spiegano di aver preso di mira l’Hotel Splendid perché noto tra gli stranieri, “i crociati, gli occupanti delle nostre terre, i saccheggiatori del nostro benessere e gli abusatori della nostra sicurezza”. Obiettivo dell’attacco, si legge nel comunicato, era quello di “punire i crociati per i loro crimini contro la nostra gente in Centrafrica, Mali e altre terre dei musulmani”

Alla presenza jihadista, sempre più radicata in Africa, si aggiunge l’instabilità stessa del Burkina Faso, appena uscito dalle elezioni presidenziali a seguito di un golpe di due anni che aveva portato alla deposizione di Blaise Compaore, al potere per 27 anni. Al suo posto è stato eletto Roch Marc Christian Kabore.

Alla Bbc l’analista Cynthia Ohayon spiega come il paese viva “in un contesto di fragilità politica, il momento dell’attacco ha un suo significato. Il paese ha lunghi confini con Mali e Niger e sappiamo che ci sono gruppi armati alle frontiere. Era normale che arrivassero”. Nena News

 

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