http://www.repubblica.it/

01 giugno 2016

 

Somalia, assalto al-Shabaab a hotel di Mogadiscio: uccisi parlamentari e civili

 

Un'autobomba all'ingresso dell'Ambassador, poi i miliziani islamisti si sono barricati all'interno con degli ostaggi. Le vittime sarebbero 10 e 40 i feriti. Poche ore prima le autorità avevano annunciato l'uccisione di Mohamed Mohamud, "mente" del massacro di studenti cristiani nel campus di Garissa

 

L'esplosione di un'autobomba davanti all'ingresso dell'Hotel Ambassador, in Makka Al Mukarama street, a Mogadiscio. Poi colpi di arma da fuoco. L'inferno nella capitale somala si scatena alle 17,40 ora locale. Al-Shabaab rivendica tempestivamente l'azione: "Abbiamo attaccato l'albergo con un'autobomba e siamo entrati. Daremo dettagli più tardi", dichiara a Reuters lo sceicco Abdiasis Abu Musab, portavoce delle operazioni militari del gruppo fondamentalista di ispirazione qaedista. La polizia per ora conferma tre morti in uno scontro "ancora in corso". Secondo la Bbc, che cita fonti ospedaliere e testimoni, le vittime sono invece almeno 10 e 40 i feriti.

 

Tra le vittime ci sarebbero diversi deputati, tra cui Abdullahi Jaamac Kabaayne e Mohamed Mohamud Gure. L'attacco è stato portato con un'autobomba e poi con 5 uomini armati che hanno fatto irruzione nell'hotel.

 

La testimonianza di Omar Nor, giornalista freelance somalo, sul suo account Twitter.

Secondo l'Agenzia nazionale di informazione e sicurezza somala (Nise), "tre uomini armati hanno fatto irruzione nell'hotel, uno è rimasto ucciso all'ingresso", probabilmente quello alla guida dell'autobomba. Si tratterebbe, secondo Nise, di "attentatori suicidi". Al piano terra dell'hotel "ricoperto di sangue", prosegue il racconto di Omar Nor via Twitter, "i corpi senza vita di alcune guardie".

 

Ancora Nise riferisce di "dieci persone soccorse, tre piani dell'albergo sono stati liberati. Ne resta un quarto", dove si sono barricati gli assalitori, impegnati nella sparatoria con le forze governative. La polizia non conferma: "Crediamo che vi siano alcuni combattenti, ma non ne siamo sicuri. Finora possiamo confermare che tre persone sono morte e una dozzina sono ferite".

 

L'Hotel Ambassador è normalmente frequentato da esponenti del governo somalo e uomini d'affari. L'attacco potrebbe stato programmato per la vigilia del mese di Ramadan, che vede i terroristi tradizionalmente molto attivi in Somalia. Ma potrebbe anche essere l'immediata rappresaglia di al-Shabaab alla notizia, confermata dall'Agenzia per la sicurezza nazionale della Somalia, della morte di Mohamed Mohamud, noto anche con il nome di Dulyadeyn, considerato la "mente" del massacro nel campus universitario di Garissa, in Kenya, compiuta dagli estremisti islamici nell'aprile del 2015 e costata la vita a 148 persone, in gran parte studenti cristiani.

 

Il Pentagono ha confermato ufficialmente l'operazione. Secondo una fonte governativa somala, un elicottero Usa ha lanciato dei missili contro l'auto sulla quale il leader di al-Shabaab viaggiava insieme ad altri due esponenti del gruppo nella città meridionale di Bula-Gaduud, 30 chilometri a nord di Chisimaio. Il ministro della Sicurezza del governo regionale di Jubba, Abdurashid Janan, ha invece spiegato a 'Voa' che il terrorista sarebbe stato ucciso dal Danab, un commando di forze speciali somale addestrate dagli Usa. Il Pentagono riferisce di avere effettuato un attacco aereo contro un capo militare degli Shabaab in Somalia, "presumibilmente morto", ma il portavoce Peter Cook precisa che si tratta del comandante Abdullahi Haji Dàud, "uno dei principali pianificatori militari e principale coordinatore degli attacchi dei miliziani in Somalia, Kenya e Uganda".

 

Legato al terrorismo qaedista, il gruppo al-Shabaab è ritenuto responsabile di altre eclatanti azioni. Tra le più recenti, la bomba esplosa a bordo di un aereo di linea costretto a un atterraggio di emergenza a Mogadiscio, l'autobomba lanciata contro una base dell'Unione Africana a Ceel Cado, nel sud del Paese, in cui sono morti una cinquantina di soldati kenyani della forza di pace, una precedente irruzione in un hotel della Capitale costata la vita ad almeno 14 persone e, sempre a Mogadiscio a fine gennaio, l'esplosione di due autobomba sul lungomare, almeno 20 le vittime.

http://www.lastampa.it/

01/06/2016

 

Vendetta di Al-Shaabab per l’uccisione della mente della strage all’università di Garissa. Almeno 15 morti, i feriti sarebbero circa quaranta

 

Un raid americano uccide la mente del terribile massacro degli studenti all’università di Garissa, avvenuto il 2 aprile 2015 in Kenya, e gli Shabaab somali scatenano la vendetta, attaccano e fanno strage nel più importante hotel di Mogadiscio. 

 

Il commando di almeno tre terroristi ha prima fatto esplodere un’autobomba kamikaze all’ingresso dell’hotel Ambassador, frequentato da alti funzionari, esponenti del governo e uomini d’affari, sulla centrale via Makkah Almukarramah. L’intera facciata è stata gravemente danneggiata e si è aperto un varco: altri due jihadisti sono entrati e hanno aperto il fuoco con i kalashnikov, contro chiunque capitasse a tiro. Poi sono saliti all’ultimo piano dove stanotte erano ancora trincerati.  

 

Sul terreno c’erano almeno quindicina di morti e oltre 40 feriti. L’attacco è stato subito rivendicato dal gruppo islamista legato ad Al-Qaeda. «Abbiamo colpito i membri del governo apostata – ha detto il portavoce delle operazioni militari Abdiasis Abu Musab -. Ne abbiamo uccisi molti e i nostri mujaheddin sono ancora all’interno dell’albergo».

 

Il blitz Usa  

L’assalto è arrivato dopo la conferma dell’uccisione della mente dell’attentato all’università keniota di Garissa, in un raid condotto dai militari somali, con il sostegno di forze americane. Il keniota Mohamed Mohamud, meglio conosciuto come Abdullahi Haji Da’ud, era il leader dell’unità più temuta degli Shabaab, l’Amniyat, cioè i servizi di sicurezza esterna che si occupano di colpire all’estero sul modello dell’Amniyat dell’Isis. 

 

Da’ud era accusato di aver pianificato l’attentato dell’aprile del 2015 all’università di Garissa, costato la vita a 148 persone, quasi tutti studenti. L’operazione è scattata il 27 maggio nella città di Bula-Gaduud, a circa 30 chilometri a Nord di Chisimaio. Il raid ha eliminato, ha precisato il portavoce del Pentagono Peter Cook, «uno dei principali pianificatori militari e il principale coordinatore degli attacchi dei miliziani in Somalia, Kenya e Uganda». 

 

In arrivo Erdogan  

L’attacco degli Shaaab arriva mentre Mogadiscio sta cercando di risollevarsi e aprirsi al mondo. Nei prossimi giorni è atteso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che inaugurerà alcuni progetti finanziati da Ankara, tra cui la sede dell’ambasciata. Erdogan è già stato in Somalia nel 2011 e nel gennaio del 2015, quando inaugurò il nuovo aeroporto internazionale di Mogadiscio.  

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