Guarda i video del robot soft Octopus: https://www.youtube.com/results?search_query=Il+robot+soft+Octopus


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06 dicembre 2016

 

I robot del futuro cresceranno e cambieranno forma

 

Più simili agli umani e capaci di cambiare forma per adattarsi alle esigenze. Una tecnologia nata in Italia. E che fa passi da gigante.

 

Robot sempre più simili a esseri viventi, animali hi-tech capaci di crescere e di cambiare forma a seconda delle necessità, per esempio trasformando le zanne in pinne, o di schiacciarsi per superare una strettoia e soccorrere esseri umani sepolti sotto le rovine: saranno così i robot del futuro, destinati a lavorare vicino all'uomo, in casa o nelle fabbriche, o ad avere applicazioni in campo medico. E con uno sviluppo tracciato da ricerche condotte in Italia.

 

UNA RICERCA ITALIANA.

A disegnare lo scenario, alla luce dei risultati finora ottenuti, è stato il primo numero della rivista Science Robotics, che ha pubblicato una rassegna firmata dai ricercatori italiani leader in questo settore: Cecilia Laschi e Matteo Cianchetti, dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, e Barbara Mazzolai, dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova. A fare da apripista nel mondo sono state infatti le ricerche condotte da Laschi e Mazzolai: da cui sono nati rispettivamente il robot polpo Octopus e il plantoide, il robot pianta che affonda le radici e sa crescere.

 

UNO SVILUPPO RAPIDISSIMO.

Sebbene sia un campo di ricerca giovanissimo, nell'arco di una manciata di anni (all'incirca fra il 2009 e il 2012) la robotica soffice ha avuto uno sviluppo straordinario, che nella primavera scorsa ha portato anche alla prima competizione mondiale in cui si sono sfidati robot di questa nuova generazione. «Si apre un nuovo scenario, con robot che si deformano, si schiacciano, si allungano e si accorciano perfino capaci di riparasi: è anche questo il futuro della robotica», ha osservato Cecilia Laschi.

 

Anche per Barbara Mazzolai l'obiettivo della robotica ispirata alla biologia è «non solo imitare la natura, ma andare oltre i limiti propri degli esseri viventi: è una progressiva integrazione di ingegneria e tecnologia per fare macchine sempre più utili all'uomo». I robot del futuro, ha proseguito, potranno avere «abilità prima inimmaginabili» e «l'idea di fondo è che se i robot dovranno condividere I nostri spazi dovranno sapersi adattare». Questo sarà possibile perché, come gli organismi biologici, questi robot sapranno evolversi «e lo faranno sul computer, con controlli che si adattano a condizioni simulate».

 

MOVIMENTI PIÙ SIMILI AI MUSCOLI.

Per Matteo Cianchetti «I robot soft aprono scenari interessanti di ricerca per molte tecnologie innovative. I movimenti di robot costruiti con materiali morbidi sono più simili alle contrazioni tipiche dei muscoli degli esseri viventi che a quelli dei motori, la percezione richiede sensori morbidi e deformabili e la fabbricazione di robot soft richiede tecniche e macchine che permettano di modellare forme da materiali come il silicone».

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