Fonte: La Jornada

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Lug 25, 2016

 

Effetti della etno geopolitica delle migrazioni da Nizza a Monaco

di Alfredo Jalife Rahme

Traduzione di Luciano Lago

 

Lo scontro di civiltà predetto da Samuel Huntington, già ideologo del National Security Council , prosegue la sua marcia programmata. Sette mesi di attentati in un mondo caotico: da Parigi nel Novembre del 2015, passando per Bruxelles nel Marzo del 2016, fino a Nizza nella simbolica data del 14 Luglio, dove un franco tunisino ha ucciso con un camion 84 persone (di cui 30 Mussulmani): atto esecrabile rivendicato dai jihadisti dell’ISIS.

Ha un forte peso la etno geopolitica nelle aree di forte migrazione, propiziate tanto dalla delocalizzazione,- effetto del processo di globalizzazione sregolata , -quanto dalla destabilizzazione dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa attuata dalle guerre NATO, volute da Wall Street e dalla City. Dopo L’attentato di Nizza abbiamo commentato che non esisteva più’ un luogo sicuro in Europa.

Oggi il terrorismo jihadista si è’ trasformato in una bolla d’acqua, quando le guerre della NATO nei vari posti del gran Medio Oriente hanno fatto compattare grandi masse di rifugiati che, per mare, per terra o per cielo fuggono per la loro sopravvivenza verso l’Europa e fra questi si sono infiltrati gli jihadisti.

Pochi giorni prima il direttore del Servizio di Sicurezza francese, Patrick Calvar, aveva lanciato un allarme circa la intensificazione del pericolo degli jihadisti: la maggiore minaccia è’ rappresentata da coloro che hanno combattuto in Siria ed in Iraq, come ad esempio quelli che hanno attaccato il Bataclan, il cui numero viene calcolato in circa 400/500 rientrati in Francia.

Dei 66 milioni di francesi, il 10 per cento è di religione islamica e costituisce il 15 per cento di Parigi, dei 2,244 milioni. L’altra città bucolica, Nizza, con i suoi 342.000 abitanti, presenta un numero significativo di mussulmani, motivo per cui una delle ogni tre vittime dell’attentato a Nizza erano mussumane. Fenomeni migratori paralleli del processo di globalizzazione: mentre Los Angeles diventa messicana, Marsiglia diventa islamica.

La Germania – immersa nella polemica politica di Obama contro la Russia e sull’Islam- si era salvata dall’essere obiettivo di un attentato. Tuttavia un primo avviso si era avuto con i colpi d’ascia del giovane afgano di 17 anni, colpi  dati contro i passeggeri su un treno in Baviera, cosa che ha dimostrato la vulnerabilità dei servizi di sicurezza. Dei quasi 81 milioni di abitanti in Germania – con 36 istallazioni militari degli USA,- esistono al suo interno 4 milioni di mussulmani, di cui il 63% è di origine turca. Monaco, capitale della Baviera, con 1,4 milioni di abitanti , conta con 300.000 mussulmani.

Il Financial Times (FT) da molto spazio al rifugiato afgano di 17 anni che era parte dei 68 mila minori non accompagnati: rifugiati fuggiti alla guerra ed alla povertà di luoghi come la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan e che vivono in Germania e sono propensi a finire in ogni genere di pericoli , incluso la radicalizzazione islamica.

Si considera che il 7% di tutti gli immigrati – quasi 96 mila minori di 18 anni- formano parte di questa categoria sui generis.

Gli jihadisti avevano segnalato il giovane afgano come uno dei loro soldati, per quanto non esisteva evidenza di collegamenti diretti, secondo la polizia tedesca. Secondo il FT, l’incidente era stato immediatamente utilizzato dai tedeschi di estrema destra, che hanno fatto pressioni su Angela Merkel per indurire la sua politica verso i rifugiati.

David Ali Sonboli, tedesco iraniano di 18 anni, nato ed educato a Monaco, in trattamento psichiatrico per depressione, ha fatto una strage all’interno di un locale McDonald’s, 9 vittime e fra quelle sette stranieri: tre albanesi del Kosowo, tre turchi ed un greco, cosa che fa desumere la tragedia genealogica e ontologica dei rifugiati.

Il giovane pluriomicida tedesco -iraniano, che è risultato essere un lupo solitario, era stato ispirato – parola di moda presa da Stratford, la CIA delle imprese- dall’esempio del norvegese Anders Breivik, il quale cinque anni fa aveva ucciso 77 persone.

I media israeliani, quelli dal grilletto facile della disinformazione, si sono subito approfittati in forma perversa dell’origine iraniana del giovane pluriomicida per inventare, come “The Times of Israel”,  che questi era stato ispirato dagli jihadisti.

Nelle interviste immediatamente dopo l’attentato di Monaco, avevo commentato che, oltre il fatto del presunto autore (reale o montato), la cosa rilevante radicava la percezione degli 81 milioni di tedeschi, i quali avrebbero fatto pressioni contro l’immigrazione e per l’abolizione dello spazio di Schengen (chiusura delle frontiere aperte), la cui quinta essenza viene costituita dal Brexit, all’unisono con la erezione di barriere e muri e dell’ insorgere di fenomeni di xenofobia, islamofobia e razzismo.

Si manifesta la repellente israelizzazione – ovvero Stato razzista di polizia/orwelliano/in apartheid, con creazione di ghetti, muri di cemento, paranoia di massa, ciberspionaggio, guerre permanenti, ecc.. – delle civiltà europee.

Più in là della generosità e della tolleranza della Germania per l’accoglienza dei migranti, si desume la necessità di integrare la forza di lavoro nella superpotenza geoeconomica teutonica con i migranti giovani senza lavoro, con un promedio di 25 anni, nella loro società anziana (promedio di 45,6 anni), con un comune denominatore demografico dell’Unione Europea.

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La politica migratoria e lo spazio di Schenen sono state messe in questione da una serie di muri e reconzioni fatti in vari paesi europei, dalla Bulgaria all’Ungheria ed alla Romania.

Non è stata gratuita la selezione della Germania come principale centro di accoglienza dove si sono registrati 1,1 milioni di rifugiati nel 2015.

Richiama forte l’attenzione il fatto che più di 50.000 migranti provenivano dall’Albania nel 2015. Tre delle vittime del McDonad di Monaco erano albanesi del Kosowo; una nuova Reoubblica secessionista creata dalla NATO negli incandescenti Balcani.

Non è lo stessa cosa la seduzione geoeconomica della Germania, con 46 mila e 200 dollari di PIL pocapite, che l’Albania (3 milioni di abitanti), paese di maggioranza islamica sunnita (57%), con 11 mila 400 dollari di PIL pro capite., cosa che nel suo insieme mette in rilievo una genuina osmosi demografica -migratoria.

Purtroppo l’Europa oggi raccoglie quello che ha seminato con le sue molteplici guerre nel Grande Medio Oriente dalla decade degli anni ottanta in Afghanistan, dove furono messi in gestazione i muyahidins hollywoodiani alla Rambo: predecessori degli jihadisti postmoderni – poi in Iraq, in Siria, in Libia,  in Mali, ecc..- inoltre la imposizione della dannosa disuguagianza con l’asfissiante austerità, mediante la sua tossica globalizzazine sregolata, come ho io stesso commentato in una intervista a Russia Today.

La biologia riscuote a lungo termine le fatture derivanti dalle guerre geofinanziarie ed etno-geopolitiche dei suoi figli insensati, quelli che nancano di una visione olistica del futuro e non apprendono dalle disgrazie del passato.

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