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22 agosto 2016

Gaza: lancio di razzi e risposta degli israeliani.
Al-Sisi: Putin vuole rilanciare i negoziati israelo-palestinesi
di Guido Keller


Dopo che alcuni razzi (14 secondo l’esercito) sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza sulla città di confine israeliana Sderot, immediata è partita la ritorsione dei militari, che hanno colpito con raid aerei e l’artiglieria la città palestinese di Beit Hanoun, prendendo di mira infrastrutture di Hamas.
Questo nonostante da subito si era saputo che a lanciare i razzi artigianali era stato un gruppo palestinese vicino all’Isis e non Hamas, tant’è che fonti dell’esercito hanno parlato di “attacco dalle modalità rare, fuori dall’ordinario” dalla fine del conflitto due anni fa.
Al momento del lancio dei razzi a Sderot era in corso un festival musicale: tra la popolazione vi è stato molto panico, ma non vi sono state vittime. L’esercito ha comunicato che “non c’è l’intenzione di iniziare una escalation”, ed il portavoce tenente colonnello Peter Lerner ha puntualizzato che i militari “restano impegnati nel garantire la stabilità della regione e la tranquillità alla gente che abita nel sud di Israele. Ma quando i terroristi nella Striscia di Gaza di Hamas, guidati da un programma radicale sulla base di odio, attaccano le persone in mezzo delle vacanze estive, le loro intenzioni sono chiare: infliggere dolore, provoca paura e di terrorizzare”.
Per Hamas è intervenuto il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri, il quale ha riferito che “Noi riteniamo Israele responsabile per l’escalation di violenza nella Striscia di Gaza e sottolineiamo che la sua aggressività non riuscirà a spezzare la volontà del nostro popolo e dettare le condizioni per la resistenza”. Ha tuttavia ammesso la presenza nella Striscia di gruppi salafiti che agiscono in modo autonomo.
Oggi il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha reso noto che il presidente russo Vladimir Putin vuole ospitare un incontro tra israeliani e palestinesi, dopo che nel 2014 i contatti si sono interrotti per per via dell’appurato fallimento dei colloqui tra Abu Mazen e il presidente israeliano Benjamin Netanyahu.
“Putin mi ha detto di essere pronto a ricevere Abu Mazen e Netanyahu a Mosca per dei colloqui diretti volti a trovare una soluzione alla questione”, ha riferito alla stampa al-Sisi, il quale ha precisato che servirà che Israele abbia chiara “l’importanza della pace” e che vi sia la riconciliazione tra “l’autorità palestinese ed Hamas”.
Se Putin riuscisse nell’impresa, assesterebbe un duro colpo alla politica estera di Barak Obama, dopo l’evidente fallimento del segretario di Stato Usa John Kerry che negli anni ha speso molte energie per organizzare cinque incontri fra israeliani e palestinesi, risoltisi poi nel nulla.

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