Agenzia stampa Infopal

25/8/2016

 

Report del Pchr sull’assedio di Gaza e la situazione dei valichi

Traduzione di Giovanna Niro

 

Report del PCHR – Palestinian centre for human rights – 1-31 luglio 2016 – sull’assedio israeliano e  le condizioni del valico di confine della Striscia di Gaza.

La relazione documenta l’impatto dell’assedio imposto da Israele sui civili palestinesi, che si ripercuote sulle loro condizioni economiche e sociali. La relazione inoltre rivela il peggioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza; espone le condizioni reali della popolazione della Striscia di Gaza e della chiusura di tutti gli attraversamenti di Gaza imposta da Israele negli ultimi 10 anni.

La relazione inoltre smentisce le dichiarazioni di Israele secondo le quali avrebbe facilitato la chiusura della Striscia di Gaza. Inoltre, sottolinea che le continue misure di Israele, finalizzate a istituzionalizzare la chiusura e rendere accettabili a livello internazionale le restrizioni illegali imposte sulla circolazione delle persone e dei beni, nonostante esse violino il diritto internazionale, oltre alle leggi umanitarie internazionali e le leggi sui diritti umani.

La relazione mostra che la chiusura imposta da Israele è il maggiore ostacolo a ogni sviluppo o processo di ricostruzione della Striscia di Gaza, nonché la causa principale della crisi umanitaria e del peggioramento delle condizioni economiche e sociali. Di seguito gli sviluppi più significativi riguardo gli attraversamenti dei confini di Gaza durante il periodo 1-31 luglio 2016.

 

Circolazione delle materie prime

Nel periodo preso in considerazione, nessun cambiamento degno di nota è stato rilevato riguardo la circolazione dei beni. Sull’esportazione dei beni (inclusi beni industriali e agricoli) in Cisgiordania, Israele e all’estero pende un divieto quasi totale. Sono state imposte, inoltre, restrizioni all’entrata di alcuni beni primari, materiali speciali necessari per la ricostruzione di Gaza, progetti infrastrutturali e materiali per la manifattura e la produzione. Tuttavia, le forze israeliane hanno permesso l’ingresso di alcuni tipi di beni, la maggior parte dei quali beni alimentari e materiali di consumo, tramite procedure complesse, tra cui la chiusura frequente dell’attraversamento commerciale della Striscia di Gaza, Karm Abu Salem (Kerem Shalom); l’attraversamento è stato chiuso per 12 giorni (38,7%). Di conseguenza:

  1. Nel periodo preso in considerazione (luglio) le forze israeliane hanno permesso l’ingresso di materiali di costruzione per la Striscia di Gaza secondo il “Meccanismo ONU per la ricostruzione di Gaza” dopo aver impedito l’ingresso di materiali di costruzione per il settore privato a Gaza per 12 giorni. Di conseguenza, centinaia di progetti di abitazioni private in costruzione si sono fermati, in aggiunta ad altri progetti di costruzione portati avanti da privati.
  2. Eccezionalmente, le autorità israeliane hanno autorizzato l’ingresso di quantità molto ridotte di materiali da costruzione per le organizzazioni internazionali e i progetti del Qatar. Secondo il Ministero nazionale per l’Economia, le autorità israeliane hanno autorizzato l’ingresso di 54.855 tonnellate di cemento, 6895 tonnellate di acciaio da costruzione e 215.800 tonnellate di aggregati (3,6%, 1,3% e 7,1% del totale dei materiali da costruzione necessari per la ricostruzione di Gaza).
  3. Nel periodo preso in esame, le forze israeliane hanno impedito l’ingresso di gas da cucina per 12 giorni. Nei giorni in cui l’attraversamento era aperto, le forze israeliane hanno autorizzato l’ingresso di soltanto 5354 tonnellate di gas da cucina; una media giornaliera id 172,7 tonnellate. Questa quantità rappresenta il 49,3% del fabbisogno quotidiano reale della popolazione, che secondo la General Petroleum Corporation (EGPC) a Gaza ammonta a 350 tonnellate.
  4. Le forze israeliane hanno continuato a imporre un divieto quasi totale alle esportazioni dalla Striscia di Gaza in Cisgiordania, Israele e all’estero, ma eccezionalmente hanno autorizzato l’esportazione di 152 camion di vari beni (mobili, vestiti, rottami, spezie e cancelleria). Il tasso di esportazione dalla Striscia di Gaza a luglio rappresenta il 3,3% delle esportazioni prima di giugno 2007.
  5. Le forze israeliane hanno autorizzato l’ingresso di veicoli nella Striscia di Gaza attraverso il passaggio di Beit Hanoun (Erez) invece del passaggio di Karm Abu Salem. Hanno autorizzato l’ingresso di 3 camion frigo, 8 autobus e 54 veicoli di piccola taglia.
  6.  

Circolazione di persone

Durante il periodo preso in esame, le forze israeliane hanno imposto restrizioni alla circolazione della popolazione di Gaza nel passaggio di Beit Hanoun (Erez), l’unico passaggio per la circolazione di persone verso la Cisgiordania, compresa Gerusalemme e/o Israele. Di conseguenza, 2 milioni di persone hanno visto negarsi il diritto di spostarsi verso ospedali, università, luoghi sacri e famiglie in Cisgiordania. Inoltre, gli è stato negato di viaggiare all’estero. Tuttavia, le forze israeliane hanno permesso a categorie ristrette di viaggiare attraverso il passaggio di Beit Hanoun: pazienti affetti da gravi malattie, imprenditori, familiari di prigionieri detenuti nelle carceri israeliane, impiegati di organizzazioni umanitarie internazionali, persone che si spostavano attraverso il passaggio di al-Karama al confine con la Giordania, alcune persone per bisogni personali, e anziani che volevano pregare alla moschea di al-Aqsa. Queste categorie di persone attraversano il passaggio con procedure molto complicate. A questo proposito, il PCHR ha documentato quanto segue:

  1. Durante il periodo preso in esame, Israele ha chiuso il passaggio di Beit Hanoun ai pazienti per 11 giorni (tranne casi urgenti). Tuttavia, durante i giorni rimanenti, il passaggio è stato aperto in quanto Israele ha autorizzato il passaggio di 1381 pazienti e 1285 persone che li accompagnavano. Le forze israeliane hanno impedito il passaggio di dozzine di altri pazienti trasferiti per cure mediche negli ospedali israeliani o della Cisgiordania con altre motivazioni quali motivi di sicurezza, cambiando gli accompagnatori, forzandoli ad attendere per un nuovo appuntamento o ad aspettare la risposta degli israeliani dopo i colloqui di sicurezza.
  2. A luglio, le autorità israeliane hanno permesso a 260 familiari di detenuti, divisi in 4 gruppi, di visitare 139 parenti nelle carceri israeliane. Durante questo periodo, il numero di visite è stato ridotto, in confronto al numero di visite permesso durante gli accordi raggiunti tra i detenuti e le forze israeliane a maggio 2012. Secondo l’accordo, ogni detenuto ha diritto a due visite familiari al mese. Il numero di visite dovrebbe arrivare a 760 ogni mese (18,2%) mentre il numero di visitatori dovrebbe ammontare a 1480 (17,5%).
  3. Durante il periodo preso in esame, le forze israeliane hanno autorizzato il passaggio di 5465 imprenditori, 1657 persone con bisogni speciali, 570 impiegati di organizzazioni umanitarie internazionali, 272 persone che attraversavano il passaggio di al-Karama e 361 arabi con documenti israeliani. Dovrebbe essere specificato che le stime non sottolineano il numero di persone autorizzate, che è molto inferiore al numero di attraversamenti. Coloro che hanno il permesso possono spostarsi più di una volta al mese. Israele ha autorizzato anche 1385 anziani ad attraversare il passaggio di Beit Hanoun (Erez) per pregare nella moschea di al-Aqsa, con misure molto complicate, ostacolandoli per molti giorni prima di farli entrare nella Striscia di Gaza.
  4. Nel periodo preso in esame, le forze israeliane hanno arrestato un commerciante e un impiegato dell’UNDP che attraversavano il passaggio di Beit Hanoun (Erez). Hanno inoltre vietato a 6 membri del Khan Younis Youth Club (3 calciatori e 3 dirigenti) di arrivare in Cisgiordania per giocare la finale della Palestine Cup.
  5. Nel periodo preso in esame, il Rafah Internazional Crossing Point è stato chiuso per 27 giorni in seguito alla situazione interna in Egitto e al peggioramento delle condizioni di sicurezza nel Nord del Sinai. Il passaggio è stato aperto per 4 giorni a categorie specifiche: durante questi 4 giorni, 2961 persone hanno potuto lasciare la Striscia di Gaza, 1620 sono tornate e le autorità egiziane hanno fatto tornare 159 persone. Questo ha rivelato la situazione attuale nella Striscia di Gaza sotto le politiche di punizione collettiva e le chiusure imposte da Israele su tutti gli attraversamenti di confine, specialmente quello di Beit Hanoun. Il numero di palestinesi che si sono registrati per viaggiare attraverso il passaggio e che stanno ancora aspettando il proprio turno ammonta a più di 28.000, tra cui 5000 pazienti, studenti universitari e possessori di visti di residenza in paesi esteri, secondo il Ministero dell’Interno a Gaza.
  6.  

Attraversamenti commerciali a luglio

 

Passaggio di Karm Abu Salem (Kerem Shalom)

Nell’ambito del progetto di “strangolamento” della Striscia di Gaza, le autorità israeliane hanno chiuso tutti i passaggi commerciali in aggiunta all’autorizzazione dell’uso dell’unico passaggio commerciale nella Striscia di Gaza, Karm Abu Salem. Di conseguenza, le sofferenze della popolazione di Gaza si sono aggravate e hanno creato ancora più ostacoli alle già limitate esportazioni e importazioni. In aggiunta, le spese di trasporto sono aumentate, causando un aumento dei prezzi delle importazioni. E’ stato inoltre un ulteriore fardello finanziario per gli esportatori di Gaza a causa della posizione del passaggio, all’estremo sud est della striscia di Gaza[1]. Nel periodo preso in esame, Israele ha chiuso il passaggio di Karm Abu Salem per 12 giorni (38,7% del periodo totale). Nei giorni in cui è stato aperto, Israele ha permesso il passaggio di 14.603 camion, una media di 471 camion al giorno[2].

 

Esportazioni

Le forze israeliane hanno continuato a imporre un divieto sulle esportazioni dalla Striscia di Gaza in Cisgiordania, Israele e all’estero, fatta eccezione per quantità limitate. Durante il periodo preso in esame, 152 camion sono stati autorizzati all’esportazione in Cisgiordania, tra cui 124 camion di prodotti agricoli e 28 camion che trasportavano beni vari (mobili, vestiti, rottami, spezie e cancelleria). Il tasso di esportazione della Striscia di Gaza a luglio rappresenta il 3,3% delle esportazioni prima di giugno 2007.

 

Importazioni

  1.            
  2. Materiali da costruzione

Le forze israeliane hanno impedito l’ingresso di materiali da costruzione per il settore privato a Gaza city. Di conseguenza, centinaia di progetti di abitazioni in costruzione si sono fermati, oltre ad altri progetti di ricostruzione portati avanti da privati per lo stesso motivo. Interrompere lavori di costruzione in questi progetti aggraverà le sofferenze dei civili che hanno un bisogno disperato di costruire le proprie abitazioni e i propri servizi. Questo comporterà anche gravi perdite per le aziende private, a causa dell’interruzione dei lavori, e accrescerà il già alto tasso di disoccupazione e povertà tra i lavoratori e le loro famiglie.

Eccezionalmente, le autorità israeliane hanno autorizzato l’ingresso di quantità molto limitate di materiali da costruzione per le organizzazioni internazionali e per i progetti del Qatar. Secondo il Ministero dell’Economia nazionale, le autorità israeliane hanno permesso l’ingresso di 54.855 tonnellate di cemento, 6895 tonnellate di acciaio da costruzione e 215.800 tonnellate di aggregati (3,6%, 1,3% e 7,1% del totale di materiali da costruzione necessari per la ricostruzione di Gaza).

 

Tabella di confronto tra le quantità di materiali da costruzione autorizzate nella Striscia di Gaza a luglio 2016, le quantità realmente necessarie e le quantità necessarie per la ricostruzione di Gaza

 

Descrizione

Importazioni reali

Quantità necessarie per la ricostruzione di Gaza/tonnellate

Percentuale

Necessità mensili/tonnellate

Percentuali

Cemento

54.855

 

 

1.500.000

 

 

3,6%

84.000

65,3%

Acciaio

6895

500.000

1,3%

56.000

12,3%

Aggregati

215.800

3.000.000

7,1%

70.000

308%

 

 

Fonte: Ministero dell’Economia nazionale nella Striscia di Gaza

 

  1. Carburante

Nel periodo preso in esame, Israele ha permesso l’ingresso di 13.496.000 litri di diesel; 4.690.000 litri di benzene e 5.755.000 litri di carburante industriale per alimentare la centrale elettrica nella striscia di Gaza. Queste quantità limitate però non rispondono ai bisogni della Striscia di Gaza, e ciò che aggrava ulteriormente la situazione è la mancanza di riserve di carburante nella stazione di servizio della Striscia di Gaza. Nel periodo preso in esame, le forze israeliane hanno vietato l’ingresso di gas cucina per 12 giorni. Nei giorni di apertura del passaggio, le forze israeliane hanno permesso l’ingresso di soltanto 5354 tonnellate di gas cucina; una media giornaliera di 172,7 tonnellate. Questa quantità rappresenta il 49,31% del fabbisogno reale giornaliero della popolazione che, secondo la General Petroleum Corporation di Gaza ammonta a 350 tonnellate.

 

Quantità di gas autorizzate durante l’ultimo anno in confronto al fabbisogno reale della popolazione della Striscia di Gaza

 

Mese

Media giornaliera/tonnellate

Percentuale di fabbisogno raggiunta

Agosto 2015

180,6

51,6%

Settembre 2015

127,4

36,4%

Ottobre 2015

153,1

43,7%

Novembre 2015

167,7

47,9%

Dicembre 2015

158,7

45,3%

Gennaio 2016

107,8

35,9%

Febbraio 2016

173,7

49,6%

Marzo 2016

167,8

47,9%

Aprile 2016

157,6

45%

Maggio 2016

183,7

61,2%

Giugno 2016

179,4

51,2%

Luglio 2016

172,7

49%

Fabbisogno effettivo

350

100%

 

Fonte: ECPG

 

In un nuovo provvedimento, le autorità israeliane hanno autorizzato l’ingresso di veicoli nella striscia di Gaza attraverso il passaggio di Beit Hanoun (Erez) invece che attraverso il passaggio di Karm Abu Salem. Hanno autorizzato l’ingresso di 3 camion frigo, 8 autobus e 54 veicoli di piccola taglia.

 

Attraversamenti destinati alla circolazione di persone

  1.  
  2. Passaggio di Beit Hanoun (Erez)

Israele ha chiuso il passaggio di Beit Hanoun per il passaggio di civili palestinesi, con l’eccezione di alcune categorie ristrette: pazienti con malattie gravi e accompagnatori; arabi con passaporto israeliano; giornalisti internazionali; impiegati di organizzazioni umanitarie internazionali; imprenditori; civili provenienti dal passaggio di al-Karama. Queste categorie sono autorizzate ad attraversare il passaggio sotto procedure molto complesse. Secondo il Civil Liaison Office del Ministero per gli Affari Civili, Israele ha chiuso il passaggio totalmente per 11 giorni (soltanto per cause urgenti le persone potevano attraversare) durante il periodo preso in esame.

 

Pazienti

Nel periodo preso in esame (luglio) Israele ha chiuso il passaggio di Beit Hanoun ai pazienti per 11 giorni (permettendo l’attraversamento solo ai casi più urgenti). Durante i giorni in cui il passaggio è rimasto aperto, Israele ha permesso a 1381 pazienti e 1285 accompagnatori di attraversare. Le forze israeliane hanno impedito il passaggio di decine di altri pazienti per vari motivi, tra cui ragioni di sicurezza, cambio degli accompagnatori, attesa per un nuovo appuntamento e attesa per la risposta di Israele dopo i colloqui di sicurezza.

 

Visite ai detenuti

Nel mese di luglio, le autorità israeliane hanno permesso a 260 familiari di detenuti divisi in 4 gruppi di vistare 139 parenti detenuti nelle carceri israeliane.

Visite familiari ai detenuti palestinesi nelle carceri israeliane nel mese di luglio 2016

 

Giorno

Numero di visitatori

Numero di bambini

Numero di detenuti visitati

Carcere

4 luglio 2016

63

14

34

Ramon

11 luglio 2016

67

19

37

Nafha

18 luglio 2016

81

15

48

Nafha

25 luglio 2016

49

15

20

Eshel

 

Fonte: dichiarazione rilasciata ai media da un portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) a Gaza

 

La tabella mostra che il numero di visitatori è ridotto rispetto al numero dei visitatori autorizzato dall’accordo dei detenuti. Secondo tale accordo, ogni detenuto ha diritto a due visite familiari al mese. Con 380 detenuti nelle carceri israeliane, il numero delle visite dovrebbe ammontare a 760 al mese. Tuttavia, le forze israeliane hanno autorizzato soltanto 139 visite (18,2%) a luglio. Lo stesso vale per il numero di familiari autorizzati a fare visita ai propri parenti; il numero di parenti ammontava a 260 nel mese di luglio mentre il numero dovrebbe arrivare a 1480 due parenti facessero visita a ogni detenuto due volte al mese (17,5%).

Le famiglie dei detenuti sono state sottoposte a pratiche arbitrarie, ostacolate e sottoposte a trattamenti degradanti e immorali.

Si dovrebbe tener conto del fatto che le autorità israeliane decidono quale parente sia autorizzato a fare visita a un detenuto, e i visitatori autorizzati sono soltanto il padre, la madre o la moglie del detenuto e soltanto uno o due di loro possono fargli visita. Inoltre, se uno dei parenti è impossibilitato a fargli visita (per malattia, età avanzata oppure per morte) le autorità non permettono il cambio del nome dei visitatori; quindi, il detenuto perde il proprio diritto alla visita. Inoltre, le autorità continuano a privare i bambini del diritto di fare visita ai loro padri nelle carceri israeliane. Le famiglie dei detenuti non possono portare con sé effetti personali, compresi vestiti o cibo.

 

Altre categorie

Nel periodo preso in esame, Israele ha permesso l’ingresso nella Striscia di Gaza di 5465 commercianti, 1657 persone con bisogni personali, 570 impiegati di organizzazioni internazionali, 272 viaggiatori che passavano attraverso il passaggio di al-Karama (Allenby) e 1385 anziani che si recavano a pregare nella moschea di al-Aqsa, sotto complicate condizioni di sicurezza. Le procedure di ingresso nella Striscia di Gaza sono complicate, il che si trasforma in lunghe attese, che spesso durano giorni. Vale la pena menzionare che queste statistiche non rappresentano il numero esatto di persone autorizzate a entrare dato che i detentori del permesso sono molto meno rispetto al numero di attraversamenti.

 

Le autorità israeliane arrestano commerciante e impiegato dell’UNDP

  1. A luglio, le autorità israeliane hanno arrestato un commerciante e un impiegato dell’UNDP che attraversavano il passaggio di Beit Hanoun “Erez”. Hanno anche vietato l’ingresso a 6 membri del Khan Yunis Youth Club (3 calciatori e 3 dirigenti) che si recavano in Cisgiordania per giocare la finale della Palestine Cup.
  2. Alle 17:00 circa di domenica 3 luglio 2016, le forze israeliane stanziate al passaggio di Beit Hanoun, “Erez”, a nord della Striscia di Gaza, hanno arrestato Wahid Abdullah Ali al-Bursh (37), ingegnere dell’UNDP da Jabalia, nord della Striscia di Gaza. Il fratello di Wahid, anche lui impiegato all’UNDP, ha detto che Wahid ha lasciato la Striscia di Gaza attraverso il passaggio sopracitato il 1 luglio 2016, dopo aver ottenuto un permesso per 3 giorni. Era diretto a Gerusalemme per pregare alla moschea al-Aqsa, oltre che in una missione di lavoro sulla ricostruzione di Gaza. Domenica, mentre Wahid stava tornando a Gaza, le forze israeliane lo hanno arrestato. Lunedì 4 luglio 2016, nel pomeriggio, la Società della Mezzaluna rossa palestinese ha informato ufficialmente la sua famiglia. Al-Bursh si trova ancora sotto arresto.
  3. Mercoledì 27 luglio 2016 le autorità israeliane hanno impedito a sette calciatori palestinesi del Khan Yunis Youth Club di andare dal passaggio di Beit Hanoun (“Erez”) a nord della Striscia di Gaza, a Hebron in Cisgiordania, dove avrebbero dovuto giocare la finale della Palestine Cup contro l’Ahli al-Khalil Club il 30 luglio 2016. Secondo le dichiarazioni rilasciate dai giocatori a un portavoce del PCHR, dopo la decisione della Federazione calcistica palestinese di giocare la finale della Palestine Cup allo stadio al-Husain di Hebron sabato 30 luglio 2016, dopo che la partita di andata del 26 luglio 2016 era stata giocata a Gaza, il Khan Yunis Club si era accordato con la Federazione palestinese per ottenere permessi dalle autorità israeliane per permettere alla squadra di entrare a Hebron attraverso il passaggio di Beit Hanoun (“Erez”) per giocare la partita. Dopo aver fatto richiesta dei permessi per 34 tra giocatori, membri del personale del club e altri, le forze israeliane non hanno rilasciato i permessi per 6 persone, tra cui 3 membri del personale, Husain al-Batrawi, Mohammed Abu Mousa, Ibrahim Salamah, Khalid Sager, Nasser Awad e Taha Kullab. Inoltre, le forze israeliane hanno dato il permesso a 8 persone (5 giocatori e 3 membri del personale). Le forze israeliane hanno anche fatto dei colloqui ai restanti 18 membri della squadra e giocatori prima di dargli i permessi. Per questo motivo, mercoledì 27 luglio 2016, 26 persone sono arrivate al passaggio di Beit Hanoun dove le forze israeliane li hanno perquisiti, hanno preso i loro documenti e li hanno obbligati ad aspettare al passaggio. In seguito li hanno interrogati uno per uno e hanno ricattato alcuni al finedi ottenere informazioni riguardo alcuni atti di resistenza nei loro luoghi di residenza.

Alle 00:00 circa di martedì, le forze israeliane hanno autorizzato 18 persone (11 giocatori e 7 membri del personale) ad attraversare il passaggio sopracitato, mentre hanno trattenuto 8 persone costringendole a ritornare nella Striscia di Gaza. Tuttavia, Mohammed al-Qarm, membro del personale, autorizzato ad attraversare il passaggio, ha deciso di tornare a Gaza, in solidarietà con i suoi colleghi.

Lunedì 1 agosto 2016, le persone sopracitate sono state autorizzate a viaggiare dopo che Gianni Infantino, presidente della FIFA (Fédération Internationale de Football Association) è intervenuto con una dichiarazione da parte della Federazione calcio palestinese. La partita si è poi giocata quel giorno.

 

Attraversamento internazionale di Rafah

  1. Nel mese di luglio, l’attraversamento internazionale di Rafah è stato chiuso per 27 giorni in seguito alla situazione interna egiziana e al peggioramento delle condizioni di sicurezza nel nord Sinai. Il passaggio è stato aperto per 14 giorni alle categorie specifiche, e durante questi giorni 2961 persone hanno potuto lasciare la Striscia di Gaza, 1620 sono tornate e le autorità egiziane ne hanno richiamate 159. Questo rivela la reale situazione nella Striscia di Gaza, sotto le politiche di punizione collettiva e la chiusura imposta da Israele su tutti gli attraversamenti di confine, specialmente quello di Beit Hanoun. Il numero di palestinesi registrati al passaggio che stanno aspettando il loro turno per viaggiare è di più di 28.000, tra cui 5000 pazienti che si aggiungono alle migliaia di palestinesi che vogliono viaggiare ma non si sono registrati, secondo il Ministero dell’Interno a Gaza.

Raccomandazioni

Il PCHR fa appello alla comunità internazionale, in particolare alle Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra sulla Protezione dei Civili in tempi di guerra, e invita a:

  1. Esercitare pressione affinché Israele apra tutti i passaggi di Gaza, sia quelli usati per scopi commerciali che per la circolazione dei civili, per permettere ai civili della Striscia di Gaza di ricostruire le proprietà distrutte durante l’ultima offensiva israeliana, e permettergli di godere dei diritti fondamentali civili e politici, nonché dei diritti economici, sociali e culturali;
  2. Intervenire con prontezza e urgenza per assicurare che il diritto internazionale umanitario e i diritti umani internazionali siano rispettati, e mettere fine al peggioramento delle condizioni di vita nella Striscia di Gaza;
  3. Far sì che Israele metta fine alle misure di punizione collettiva ai danni della popolazione civile della Striscia di Gaza, compresa la chiusura dei passaggi di confine;
  4. Cancellare il Meccanismo ONU di ricostruzione di Gaza, in quanto ha fallito nell’intento di alleviare le sofferenze di coloro che hanno subito l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, in particolare proprietari di case e altri edifici andati completamente distrutto, che non hanno ricevuto alcun compenso o materiali da costruzioni per poter ricostruire le loro case e proprietà distrutte;
  5. Rammentare allo Stato di Israele, la Potenza Occupante, i suoi obblighi verso i civili della Striscia di Gaza, raccolti nell’Articolo 55 della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, che recita: “La Potenza occupante ha il dovere di assicurare, nella piena misura dei suoi mezzi, il vettovagliamento della popolazione con viveri e medicinali; in particolare, essa dovrà importare viveri, medicinali e altri articoli indispensabili, qualora le risorse del territorio occupato fossero insufficienti.La Potenza occupante non potrà requisire viveri, articoli indispensabili o medicinali che si trovano nel territorio occupato, se non per le forze e l’amministrazione d’occupazione; essa dovrà tener conto dei bisogni della popolazione civile.” Le Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra devono adempiere ai propri doveri elencati nell’Articolo 1 della Convenzione, assicurando che lo Stato di Israele metta in pratica le misure della Convenzione per assicurare la protezione dei civili nella Striscia di Gaza; e
  6. Fa appello alle autorità egiziana affinché prendano più provvedimenti per facilitare la circolazione al passaggio internazionale di Rafah, in particolare aumentando il numero di viaggiatori e gli orari di apertura, e affinché trovino una soluzione per le migliaia di palestinesi che vogliono attraversare il passaggio, specialmente in estate quando il numero di viaggiatori raddoppia.
  7. Ricorda che la chiusura imposta da Israele della Striscia di Gaza è una delle più gravi violazioni e punizioni collettive commesse dalle forze israeliane ai danni dei palestinesi nella storia dell’occupazione israeliana. Questa chiusura disumana e illegale costituisce un vero e proprio disastro provocato dall’uomo e rappresenta un continuo crimine di guerra ai danni dei civili palestinesi.

 

Note

[1]Le autorità israeliane hanno ristretto le chiusure sulla striscia di Gaza per rendere Karm Abu Salem il principale e unico passaggio nella striscia di Gaza nonostante le scarse capacità operazionali. Inoltre, nel novembre 2008 le autorità hanno chiuso il passaggio di Sofa, destinato all’entrata di materiali costruzioni, trasferendo quantità limitate di materiali da costruzione destinati all’ingresso a Gaza anche attraverso il passaggio di Karm Abu Salem. Il 4 gennaio 2010, le autorità israeliane hanno chiuso il passaggio di Nahal Oz, destinato all’entrata di carburante a Gaza, trasferendo il carburante nel passaggio di Karm Abu Salem. Il 2 marzo 2011, le autorità israeliane hanno chiuso il passaggio di al-Muntar (Karni), il passaggio più grande e meglio equipaggiato. Il 75% dell’approvvigionamento della Striscia di Gaza arrivava dal passaggio di Karni, che aveva la capacità di circa 400 camion al giorno.

[2]Secondo il Ministero dell’Economia Nazionale a Gaza.

 

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