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19 set 2016

 

Campagna d’arresti contro il partito arabo Balad

 

Il parlamentare Zahalka parla di atto “provocatorio e intimidatorio”. La polizia israeliana si difende: “finanziamenti illeciti”. Ucciso un palestinese a Hebron, in gravi condizioni altri due. Secondo l’esercito, volevano accoltellare a Gerusalemme est e nella città della Cisgiordania soldati e poliziotti israeliani

 

Aggiornamento ore 14:30 - Hebron. Un palestinese ucciso, e un altro gravemente ferito vicino alla moschea di Abramo poco fa in un presunto attacco con coltelli

 

Secondo la portavoce dell’esercito israeliano, i poliziotti di frontiera si sono accorti di due “sospetti” palestinesi che si avvicinavano al checkpoint nei pressi della moschea di Abramo e hanno chiesto loro di fermarsi. I due hanno però continuato a camminare in direzione degli agenti brandendo dei coltelli. A quel punto sono stati “neutralizzati” dalle forze israeliane.

Da quando è iniziata l’Intifada di Gerusalemme lo scorso ottobre sono stati uccisi 228 palestinesi. 32 le vittime israeliane.

 

Roma, 19 settembre 2016, Nena News –

 

“Provocatoria e priva di fondamento”. Così l’ha definita il parlamentare palestinese della Knesset Jamal Zahalka la campagna di arresti effettuati ieri mattina dalla polizia israeliana contro attivisti ed esponenti del suo partito Balad/Tajamu’. Secondo Zahalka, il tentativo è chiaro: “silenziare i palestinesi che cercano di avere voce attiva in Israele”. Il dito è puntato soprattutto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu perché “vuole colpire gli arabi che parlano contro di lui”. “Gli arresti – ha aggiunto il parlamentare – servono a intimidire i palestinesi. Usando false accuse, il governo vuole ostacolare chi di loro vuole migliorare la condizione [in cui vive]” . Duro anche Kamal Khatib del movimento islamico che ha definito Israele uno “stato di polizia” contro chi dissente. Tra i detenuti di ieri non vi sono esponenti politici che siedono alla Knesset. Sequestrati, nel corso degli arresti, anche diversi computer del partito.

Balad/Tajamu è da sempre molto critico nei confronti delle politiche israeliane. Uno dei suoi esponenti di spicco, la parlamentare Haneen Zoabi, è stata più volte volte sospesa per le sue dichiarazioni e azioni giudicate da Tel Aviv “estremistiche” (nel 2010 era su una delle imbarcazioni della Freedom Flotilla su cui furono uccisi 9 attivisti turchi da un commando israeliano).

La polizia si difende dalle accuse e contrattacca: gli arresti di ieri sono legati ad un “possibile caso di frode relativo all’acquisizione di fondi utilizzati per finanziare le attività del partito”. I membri di Balad, si legge ancora nel comunicato, sono accusati per aver creato un meccanismo che per anni ha falsificato “l’origine di milioni di shekel”. Motivazioni che non convincono affatto Balad che parla di accuse “arbitrarie” perché, afferma, tutte le sue operazioni finanziarie avvengono secondo la legge. “Siamo di fronte ad una pericolosa escalation, ad un’altra fase della persecuzione politica della minoranza araba e dei movimenti politici in Israele” denuncia il partito. Gli arresti, si legge nel suo comunicato, mirano a “silenziarci e a danneggiare la nostra capacità di agire come avanguardia nella lotta contro la repressione e la discriminazione”.

Alle ultime lezioni legislative, Balad si è presentato all’interno della Lista Araba Unita, una coalizione di tutte le forze politiche palestinesi d’Israele che ha attualmente 13 deputati alla Knesset (sui 120 totali). I tre parlamentari di Balad hanno scatenato un putiferio in Israele a inizio anno quando hanno incontrato i familiari dei palestinesi che hanno compiuto attacchi contro israeliani (principalmente militari). Nel tentativo di evitare che in futuro questo potesse riaccadere, lo scorso luglio il governo Netanyahu ha passato una controversa legge che permette l’espulsione dei deputati giudicati colpevoli d’istigazione raziale o di aver sostenuto la lotta armata contro Israele. Una disposizione teoricamente rivolta a tutti, ma che nei fatti va a colpire solo la popolazione araba dello stato ebraico. Tuttavia, secondo gli analisti, il provvedimento avrà scarse conseguenze sul terreno perché ogni espulsione avrà bisogno del sostegno de tre quarti dei parlamentari della Knesset.

Resta intanto alta la tensione nei Territori Occupati. Secondo le forze di sicurezza, due poliziotti israeliani sono rimasti leggermente feriti stamane nella Città Vecchia di Gerusalemme in seguito ad un accoltellamento compiuto da un palestinese. Nel corso dell’attacco l’aggressore è stato raggiunto dai colpi sparati dalla polizia e versa ora in gravi condizioni. Nena News

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