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09/01/2016

 

Israele: profanato il cimitero del monastero salesiano di Beit Jimal

 

Un gruppo di vandali ha fatto irruzione nel camposanto e bruciato diverse croci in legno, poi le hanno gettate a terra. Il fatto risale a metà dicembre, ma è emerso solo in questi giorni. La polizia ha aperto un’inchiesta, finora senza risultato. Episodio riconducibile agli attacchi “price tag”.

 

Gerusalemme (AsiaNews) - Nuovo atto di vandalismo contro un edificio cristiano in Israele. Questa volta nel mirino di gruppi estremisti è finito il cimitero del monastero salesiano di Beit Jimal, a Beit Shemesh, cittadina di circa 94mila abitanti situata 30 km a ovest di Gerusalemme. Fonti locali raccontano che l’attacco risalirebbe alla metà di dicembre, ma è venuto alla luce solo in questi ultimi giorni in seguito alla denuncia depositata presso gli organi di polizia.

 

Secondo quanto riferiscono i testimoni, alcuni sconosciuti si sarebbero introdotti all’interno del recinto del camposanto, posizionato a circa 500 metri di distanza dal monastero. I vandali hanno bruciato diverse croci in legno presenti sulle tombe, poi le hanno gettate a terra.

La polizia di Beit Shemesh è stata informata dei fatti il 30 dicembre scorso e ha aperto un'inchiesta. Il monastero di Beit Jimal, dove sorge il cimitero teatro degli attacchi, è un luogo di culto cattolico guidato dai Salesiani e già in passato è stato oggetto di attacchi. Il primo risale al 27 settembre 1981, quando un gruppo di sconosciuti aveva bruciato almeno una trentina di croci in legno; l’ultimo è avvenuto nel 2013, secondo la logica del “price tag”, quando il corridoio centrale è stato investito da bombe incendiarie e i muri dell’edificio imbrattati dalle scritte “morte ai Gentili” e “vendetta”.

 

Ad opera di estremisti ebrei o coloni, nel recente passato sono stati colpiti diversi obiettivi a sfondo religioso, fra cui la chiesa vicino al Cenacolo, la basilica di Nazareth, altri luoghi di culto cattolici e greco-ortodossi a Nazareth e altri luoghi. L’ultimo in ordine di tempo è l’incendio alla chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabgha.

Nel mirino vi sono anche moschee e luoghi di culto musulmani - secondo la logica del cosiddetto “price tag”. Il “prezzo da pagare” è un motto utilizzato dagli estremisti israeliani, che minacciano cristiani e musulmani per aver “sottratto loro la terra”. Un tempo il fenomeno era diffuso solo nelle aree al confine con la Cisgiordania e a Gerusalemme, ma oggi si è esteso in gran parte del territorio.

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