www.cnn.com

23 dicembre 2016

 

Gli Usa si astengono mentre l’ONU chiede la fine degli insediamenti in Israele

 

Venerdì gli Stati Uniti hanno permesso una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che condanna la costruzione degli insediamenti israeliani, sfidando la pressione straordinaria da parte del governo del primo ministro Benjamin Netanyahu in alleanza con il presidente eletto Donald Trump. Il Consiglio di Sicurezza ha approvato la risoluzione con 14 voti, con l'astensione degli Stati Uniti. C’è stato un applauso nell’aula dopo il voto, che ha rappresentato forse l’amaro capitolo finale degli anni di antagonismo tra l'amministrazione del presidente Barack Obama e il governo di Netanyahu.

... Su questa pagina guarda il Video: Israeli Ambassador rips UN settlement vote

 


www.haaretz.com

23 dicembre 2016

 

Dalla Tracotanza all’Umiliazione, il Consiglio di sicurezza colpisce Netanyahu con un pugno. Il primo ministro ha reclutato Trump contro Obama, ma lo sgambetto gli è esploso in faccia, proprio come per l'affare Iran.

 

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha inferto un duro colpo diplomatico al governo di Israele e al suo progetto di insediamento. La comunità internazionale si è trovata spalla a spalla contro Israele; il suo più stretto alleato ha abbandonato Benjamin Netanyahu nel momento del bisogno. Gli insediamenti ebraici in Cisgiordania e Gerusalemme Est sono stati dichiarati illegali secondo il diritto internazionale. I confini del 4 giugno 1967 sono stati riaffermati ancora una volta. Un quadro giuridico è stato stabilito per le misure punitive da parte delle Nazioni Unite e dai singoli Stati contro gli insediamenti, in particolare, e Israele in generale. La Risoluzione 2334 frantuma l'illusione del governo che il progetto di insediamento sia stato normalizzata, che sia passato il punto di non ritorno, che sia ormai un fatto compiuto che rimarrà incontestato.

 


www.washingtonpost.com

23 dicembre 2016

 

Gli Stati Uniti hanno appena reso la pace in Medio Oriente più difficile

 

Dimensionando il conflitto israelo-palestinese durante la sua entrata in carica, il presidente Obama decise che gli insediamenti israeliani erano il problema, e insistette su un congelamento totale delle costruzioni. Ciò che ne seguì furono otto anni di stallo, il deterioramento delle relazioni degli Stati Uniti con israeliani e palestinesi allo stesso modo, e la diffusa disillusione per la soluzione dei due stati. Nonostante questa impronta, Obama sta lasciando dove ha iniziato: Contraddicendo il tipico ruolo di Washington come difensore di Israele alle Nazioni Unite, gli Stati Uniti hanno rifiutato di usare il veto lasciando che si adottasse la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza che condanna gli insediamenti.

 


www.nytimes.com

23 dicembre 2016

 

Ripudiando Israele, gli Stati Uniti consentono la censure degli insediamenti

 

Sfidando la straordinaria pressione da parte del Presidente eletto Donald J. Trump e la furia della lobby israeliana, l'amministrazione Obama ha permesso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di adottare una risoluzione che condanna la costruzione degli insediamenti israeliani. La decisione dell'amministrazione di non porre il veto alla risoluzione, riflette la frustrazione accumulata per gli insediamenti israeliani. Qualificando gli insediamenti come illegali, l'astensione americana sul voto ha anche rotto una politica di lunga data che faceva da scudo a Israele presso le Nazioni Unite.

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http://www.corriere.it/

23 dicembre 2016

 

L’Onu approva risoluzione contro le colonie di Israele in Cisgiordania Usa astenuti per la prima volta

 

Il testo passato con 14 voti grazie al fatto che gli Usa non hanno posto il veto: «Gli insediamenti costituiscono una violazione palese del diritto internazionale e un grande ostacolo per ottenere la pace attraverso la soluzione dei due stati, due popoli»

 

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato una risoluzione che condanna la politica israeliana degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est chiedendo lo stop immediato e completo. La risoluzione è passata con 14 voti a favore perché a sorpresa gli Usa si sono astenuti e non sono ricorsi - come tutte le altre volte - al loro potere di veto per bloccare il provvedimento. «Gli Stati Uniti hanno abbandonato Israele», è il primo duro commento che arriva da Tel Aviv. Mentre il governo israeliano ha annunciato che non rispetterà mai la risoluzione.

 

L'ira di Trump

Il presidente eletto, Donald Trump aveva chiesto alla rappresentanza Usa all’Onu di porre il veto sulla risoluzione, con una mossa che alcuni analisti hanno giudicato un’interferenza senza precedenti da parte di un presidente eletto. L’amministrazione di Barack Obama è notoriamente contraria agli insediamenti israeliani nei territori occupati e già in alcune indiscrezioni, circolate sulla stampa americana, si ipotizzava che nell’ultimo mese del suo mandato potesse lasciar passare la risoluzione Onu senza ricorrere al diritto di veto di cui gode in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza. Immediata infatti la reazione di Trump al voto: « Per quel che riguarda l'Onu, le cose andranno diversamente dopo il 20 gennaio».

 

Le reazioni

Il rifiuto degli Stati Uniti di apporre il veto alla risoluzione di condanna degli insediamenti di Israele in Cisgiordania è «vergognosa» secondo lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan. Da parte sua la presidenza dell’Anp esulta e giudica un «duro colpo» ad Israele il voto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. «Gli Stati Uniti hanno abbandonato Israele, il loro unico alleato in Medio Oriente», commenta il ministro per le Infrastrutture Pubbliche e l’Energia ed esponente di punta del Likud, Yuval Steinitz. Sulla stessa linea si è espressa anche l’influente lobby ebraica negli Usa, l’Aipac che si è detto «profondamente turbata dal mancato ricorso al veto da parte dell’amministrazione Obama per prevenire una distruttiva, risoluzione anti Israeliana. L’Aipac esprime il suo apprezzamento per il presidente eletto Donald Trump e ai molti membri del Congresso democratici e repubblicani che avevano fatto pressione affinché gli Usa opponessero il veto» al Consiglio di Sicurezza Onu.

 

Il testo

Il testo approvato dal Consiglio di Sicurezza condanna la politica israeliana di colonizzazione dei cosiddetti «territori occupati» palestinesi, ormai limitati a Gerusalemme Est e alla Cisgiordania ma che fino al ritiro unilaterale del 2005 includeva anche la Striscia aid Gaza, e ne chiedete «l’immediata e totale» cessazione La risoluzione afferma che gli insediamenti «costituiscono una violazione palese del diritto internazionale e un grande ostacolo per ottenere la pace attraverso la soluzione dei due stati, due popoli». Il testo ribadisce poi che non riconoscerà alcun cambio alla linea del cessate il fuoco tracciata nel 1967 (al termine della Guerra dei Sei Giorni). Condanna anche «tutti i mezzi impiegati per alterare la composizione demografica (i coloni) e lo status del territorio palestinese occupato dal 1967, inclusa Gerusalemme Est», tra cui la confisca delle terre e la demolizione delle case palestinesi Allo stesso tempo i Quindici chiedono l’adozione di misure per impedire «tutti gli atti di violenza contro i civili, inclusi gli attentati terroristici» e condanna l’incitazione all’odio.

 


 

http://www.ilfattoquotidiano.it/

23 dicembre 2016

 

Onu condanna colonie Israele, storica astensione degli Usa. L’ambasciatore di Tel Aviv: “Risoluzione scandalosa”

 

Al voto si è arrivati dopo un braccio di ferro tra l'amministrazione Obama e il governo di Benyamin Netanyahu, che si è persino rivolto al presidente americano eletto Donald Trump per tentare di scongiurare il passaggio del testo attraverso il veto degli Usa.

 

Storica astensione degli Stati Uniti all’Onu, grazie alla quale il Consiglio di sicurezza ha approvato una risoluzione di condanna degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Al voto si è arrivati dopo un braccio di ferro tra l’amministrazione Obama e il governo di Benyamin Netanyahu, che si è persino rivolto al presidente americano eletto Donald Trump per tentare di scongiurare il passaggio del testo attraverso il veto degli Usa. Ma così non è stato. Stavolta Barack Obama ha fatto seguire alle parole i fatti. E, dopo aver criticato più volte la politica di Israele sulle colonie nella West Bank, ha deciso di dare un segnale forte come non mai, permettendo il varo di una decisione in cui si afferma che gli insediamenti non hanno una validità legale e ostacolano il processo di pace in Medio Oriente.

L’ira di Israele – che aveva già definito “vergognosa” l’attesa mossa di Obama alla vigilia del voto – non si è fatta attendere, con l’ambasciatore presso il Palazzo di Vetro che ha parlato di “risoluzione scandalosa“. Mentre l’annuncio dell’astensione Usa da parte dell’ambasciatrice americana Samantha Power è stata accolta nella sala dei Quindici con un’ovazione: “Gli Stati Uniti – ha detto – non possono sostenere allo stesso tempo gli insediamenti israeliani e la soluzione dei due Stati, uno israeliano e uno palestinese”.

Per Obama si tratta di una piccola-grande rivincita dopo aver fallito nel favorire i negoziati tra israeliani e palestinesi, fin dal 2009 la sua priorità numero uno in politica estera. Con la decisione di dare carta bianca al Segretario di stato John Kerry la cui missione era di portare a casa una storica pace. Così non è stato, anche a causa dei gelidi rapporti tra Obama e Netanyahu che hanno fatto precipitare le relazioni tra Usa e Israele ai minimi di sempre. Neppure Donald Trump è riuscito a fermare il voto dell’Onu o a convincere la Casa Bianca a presentare il veto come in passato. A lui si è rivolto il governo israeliano quando oramai si era capita l’intenzione di Obama. Il tycoon – con un’ interferenza senza precedenti per un presidente eletto – ha provato il tutto per tutto, telefonando anche al presidente egiziano al Sisi che aveva presentato la risoluzione originaria. Una chiamata che in effetti ha portato l’Egitto a rinunciare al voto nella giornata di giovedì. Ma a distanza di poche ore sono stati altri quattro Paesi a ripresentare il testo (Malesia, Nuova Zelanda, Senegal e Venezuela). A quel punto i giochi erano fatti. La risoluzione è passata con 14 voti e l’astensione degli Usa. E dire che nel 2011 l’amministrazione Obama era invece ricorsa al veto contro una simile condanna della politica israeliana sulle colonie. Mentre ha posto il veto in Consiglio di sicurezza altre 40 volte su risoluzioni critiche verso Israele. L’unica astensione Usa che si ricordi risale all’amministrazione Bush nel 2009, quando gli Usa non posero il veto sui un testo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. “Per quel che riguarda l’Onu, le cose andranno diversamente dopo il 20 gennaio” su Twitter Donald Trump.

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