Originale: Mondweiss

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29 dicembre 2016

 

L’isterismo di Israele per il voto dell’ONU sta solidificando la nuova condizione del paese come stato canaglia.

di Philip Weiss

Grazie a  Yakov Hirsch, Scott Roth, e Adam Horowitz.

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

La decisione del Presidente Obama di permettere l’approvazione di una risoluzione dell’ONU che condanna gli insediamenti israeliani come illegali ha fatto di più per cambiare lo stato del conflitto di qualsiasi altra azione intrapresa nei dieci anni passati, anche di più dei massacri a Gaza. Ha spinto Israele e i media al riconoscimento del nuovo status del paese di stato canaglia: ha diviso la lobby israeliana proprio a metà o comunque da un lato; ha dato enorme impulso al movimento  Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni ( BDS).

Questo è il motivo per cui in questo fine settimana  Israele sta impazzendo e lancia accuse contro il presidente sulle reti via cavo e anche sui notiziari nazionali, perché quello che ha fatto Obama è molto significativo.

I sostenitori di Israele hanno per lungo tempo affermato che Israele può progredire soltanto se lo si accetta e gli si dice che si ama. (Dennis Ross lo dice sempre). Obama ha dato ascolto a quel consiglio per anni e non ha ottenuto nulla. Ora ha fatto un solo gesto contro Israele e i progressi avvenuti in pochi giorni sono straordinari.

I media stanno parlando degli insediamenti come non avevano mai fatto prima. Ogni volta che mi sintonizzo sulla National Public Radio, sento una notizia sugli insediamenti. Era ora che il nostro paese parlasse dell’occupazione, dato che si avvicinano i 50 dal suo inizio. Qualsiasi persona ragionevole che sente questa discussione, accetta la semplice verità della risoluzione dell’ONU: Israele non avrebbe dovuto trasferire la sua popolazione nei territori conquistati con la guerra. Ha distrutto la soluzione dei due stati colonizzando il 22% del territorio originale che la soluzione dei due stati considerava  palestinese.

L’isterismo contro la risoluzione da parte dei leader israeliani ricorda anche agli americani moderatamente informati le idee che una volta erano eresie, ma che ora si stanno consolidando in atteggiamenti pubblici: diamo a queste persone diecine di miliardi di dollari e agiscono come ragazzini viziati. Hanno ignorato gli avvertimenti dei nostri presidenti un decennio dopo l’altro e si sono infischiati dei critici perché hanno la potente lobby israeliana a loro disposizione.

Ora il paese è  scoperto  come mai prima per gli americani, e, indovinate: il posto è impazzito. Il primo ministro sta avendo degli scatti d’ira per il tradimento americano e la non-cordialità all’incontro del suo governo, anche se  gli israeliani si prendono i nostri 38 miliardi di dollari. Sul canale televisivo MSNBC il più importante diplomatico americano (Ron Dermer – ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, n.d.t.) rimprovera il Presidente Obama e Ben Rhodes (il Consigliere della Casa Bianca) di essere bugiardi e chiacchiera della squadra di football americano, denominata  Miami Dolphins. Queste persone non hanno idea di nulla: il mondo intero è contro di loro; 14 paesi su 15 hanno votato a favore della risoluzione.

Il mancato veto di Obama  segnala agli americani che la politica degli Stati Uniti non sarà dettata più dalla lobby israeliana, o almeno questa volta. Certamente ora la lobby è spaccata. I gruppi di centro e di destra che dominano la leadership sono tutti sconvolti dalla decisione di Obama e stanno esprimendo delle denunce. L’ADL (la lega Anti-Diffamazione) è “indignata” e “incredibilmente e delusa,” la Conferenza dei Presidenti e l’AIPAC* sono infuriati). L’Organizzazione Sionista d’America confusa da Trump, accusa il nostro presidente di anti-semitismo.

I gruppi sionisti liberali, invece, non sono mai stati così contenti. Peace Now, il New Israel Fund, e J Street stanno appoggiando il Presidente Obama. Lo fanno perché la loro stessa base è altamente critica riguardo a Israele – gli ebrei americani appoggiano in grande maggioranza l’azione contro gli insediamenti – e perché la base del Partito Democratico è ancora più a sinistra; Israele è quindi diventato una questione di parte, infine, con un vero dibattito.

La perdita potenziale dell’appoggio uniforme della lobby, è ciò che proprio adesso anima le classi politiche israeliane. Come osserva giustamente il giornalista Shmuel Rosner, facendo eco a Walt e Mearshimer (autori del libro The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy – La Israel Lobby e la politica estera americana, n.d.t.) di 10 anni fa, l’America è tutto quello che ha Israele. Tutta la sua politica estera è una politica interna: tattiche di pressione messe in pratica dalla lobby sui politici e i media americani, che produce una politica uniformemente solidale. Dato che sono fallite quelle tattiche di pressione, gli israeliani sono in uno stato di crisi totale.

Queste persone sono isteriche per un buon motivo. Stanno perdendo la cosa più importante che hanno per mantenere lo status quo della supremazia e dell’apartheid,  ebraica, un ordine che serve al grosso della società israeliana.

Sanno che la defezione di Obama potrebbe avere grandi conseguenze. Potrebbe causare azioni palestinesi nei forum internazionali. Darà enorme incoraggiamento al movimento Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS), dato che l’azione di Obama viene percepita come una tenue forma di BDS – perché allora non provare le cose più forti?

Le conseguenze sono già evidenti nella società israeliana. La sinistra in Israele sta giustamente accusando la destra di isolare Israele. “Bibi” (nomignolo usato per Netanyahu) è ora BBDS, (BibiDS) secondo una campagna di messaggi elettronici liberali. La destra sembra determinata a isolare Israele anche di più. Parecchi israeliani di destra si dichiarano contrari a Netanyahu.

Sta avvenendo una ristrutturazione drastica all’interno della società ebraica israeliana e nella sua struttura politica che potrebbe realmente cambiare la direzione del paese. E’ da tempo che scommetto che verrà fuori un leader israeliano che dirà: “Mondo, ti ascoltiamo. Stiamo facendo dei cambiamenti.” Credo che quel giorno si stia avvicinando più rapidamente di quanto pensi la gente, e Obama può rivendicare parte del merito. (Anche se quale effetto avranno quei cambiamenti è un problema diverso).

Le domande  per gli studenti di politica americana sono: in che modo Trump cambierà l’orientamento di Obama? E perché Obama non ha agito prima?

Obama pose il veto a un’analoga risoluzione nel 2011 a causa della lobby israeliana; infatti era assillato dalle voci dell’establishment ebraico che dicevano che forse si stava dimostrando troppo duro con Israele e non poteva permettersi di ignorarle dato che si avvicinava all’anno della sua rielezione. E’ molto semplice. I presidenti intraprendono delle azioni negli ultimi mesi del loro mandato perché hanno finalmente una certa autonomia politica.

In quanto a Trump, anch’egli può rivendicare il merito per la Risoluzione dell’ONU. Se non avesse vinto e non avesse nominato David Friedaman, un eroe dei coloni, come suo ambasciatore a Israele, e Steve Bannon, rappresentante del nazionalismo  bianco, come stratega alla Casa Bianca, vedremmo un terreno politico interamente diverso. Hilary Clinton sarebbe la presidente eletta e la paura del suo establishment tradizionale, conservatore, democratico, ebraico di alienarsi il suo megadonatore Haim Saban avrebbe fatto in modo che Obama ponesse il veto alla risoluzione in nome della continuità. https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&ie=UTF-8#q=haim+saban. La lobby si starebbe saldando intorno ad articoli di fede di centro-destra come: gli insediamenti sono un ostacolo alla pace, ma questo è tutto. Da come stanno le cose, Saban e la dipendenza del Partito Democratico dalle ricche élite, viene incolpata della debacle elettorale, e Saban ha perduto la sua influenza.

Ma Trump capovolgerà le azioni di Obama per gli insediamenti? Non lo so. I suoi tweet in realtà sono stati molto cauti circa questo argomento; hanno indicato che potrebbe avere la stessa posizione di Obama contro il bambino viziato di Israele. Qualsiasi cosa farà Trump, la lobby continuerà a frammentarsi. Questo è il più grande     evento in atto, ed è una buina notizia per gli americani, gli israeliani e i palestinesi.

 

nota

*https://it.wikipedia.org/wiki/AIPAC

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/israeli-hysteria-over-un-vote-is-solidifying-countrys-new-status-as-a-rogue-state/

 

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