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1 luglio 2016

 

Bangladesh, spari e bombe in un caffè di Dacca: “Sette italiani tra gli ostaggi, uno fuggito”. Almeno due morti. Isis rivendica

 

Attacco di una decina di uomini armati in un locale del quartiere diplomatico, decine di clienti tenuti prigionieri. L'ambasciatore Palma conferma al Tg1 il coinvolgimento di nostri connazionali, ma non tra le vittime, come affermato da media locali. Uccisi anche due poliziotti, diversi feriti. Un panettiere italiano è riuscito a scappare. La testimonianza: "Lanciavano ordigni, ma avevano anche pistole e spade"

 

“Ci risultano sette italiani tra gli ostaggi” ancora rinchiusi nel locale del quartiere diplomatico preso d’assalto al grido di “Allah è grande” a Dacca, capitale del Bangladesh, afferma al Tg1 l’ambasciatore italiano Mario Palma. Da parte degli assalitori, però, “non c’è alcuna volontà di negoziare alcunché”, ha continuato Palma. “E’ una missione suicida, vogliono attuare un’azione molto forte e cruenta in cui non c’è spazio per il negoziato”. Nell’attacco sono rimasti uccisi due poliziotti e si registrano decine di feriti, di cui 11 gravi. Stando al racconto dell’ambasciatore, gli italiani in ostaggio sono imprenditori e commercianti del settore dell’abbigliamento, alcuni residenti nella capitale del Paese asiatico, altri in visita, che stavano cenando insieme al caffè-ristorante Holey Artisan Bakery, frequentato da clientela internazionale. Il nostro rappresentante a Dacca ha inoltre assicurato che tutto il personale dell’ambasciata è al sicuro. La versione online di India Today, fin dalle prime battute aveva riferito di due vittime italiane, diplomatici, ma la notizia non ha trovato alcuna conferma. Tra i sequestrati ci sono anche due coreani e un giapponese. Sin dall’inizio dell’attacco, ha concluso Palma, “abbiamo fatto presente ai vari livelli la preoccupazione del ministro degli Esteri e del governo” perché qualsiasi opzione della polizia tenga in considerazione la sorte degli ostaggi. “Il blitz non sarà immediato, stanno discutendo”.

 

Un altro italiano, che si era allontanato dai commensali per fare delle telefonate proprio a ridosso dell’irruzione dei terroristi, è riuscito a nascondersi e a fuggire, avvertendo tempestivamente l’ambasciata italiana, ha raccontato Palma. Si è riparato nel giardino ed stato tratto in salvo dalla polizia locale, che lo hanno poi ascoltato. Fin dai primi minuti si era diffusa la notizia che un panettiere nostro connazionale, dipendente del ristorante attaccato, era riuscito a sottrarsi agli assalitori. I clienti – tra i 20 e 60 secondo le stime circolate – tenuti sotto la minaccia delle armi sarebbero diverse decine. Secondo le informazioni che filtrano, i sequestratori non avrebbero mostrato però disponibilità a negoziare. Il contatto, comunque, è stato stabilito, ha riferito un funzionario di polizia al quotidiano Dhaka Tribune, aggiungendo che all’interno dell’edificio ci sono nove uomini armati.

L’assalto è stato rivendicato prima da Ansar Al Islam Bangladesh, articolazione locale del gruppo islamista legato ad Al Qaeda, e poi anche dall’Isis – anche se fra le due organizzazioni jihadiste non corre buon sangue – come ha riferito Amaq, agenzia di stampa del Califfato. Secondo la quale sono 24 gli stranieri uccisi, dato che non trova riscontro altrove.

Secondo le prime ricostruzioni 8-9 uomini armati sono entrati nella bakery e hanno aperto il fuoco al grido di “Allah è un grande”: oltre alle pistole, secondo alcuni testimoni, i terroristi avevano anche bombe (che hanno lanciato nella sala) e spade. Testimoni hanno raccontato che i terroristi hanno aperto il fuoco nel locale in modo indiscriminato. Il ristorante si trova a Gulshan, zona diplomatica della città, e che di solito è ritrovo di stranieri, dipendenti delle ambasciate e middle-class. In particolare la Holey Artisan Bakery si trova sulla Road 79, a 200 metri di distanza dall’ambasciata d’Italia.

 

“Sono arrivati 28 feriti e due di loro sono morti”, ha detto Miraz Ul Islam, direttore dello United Hospital, che si trova nel quartiere di Gulshan. Secondo i media locali e un testimone consultato da Efe, le vittime sono per la maggior parte poliziotti. Uno di loro era rimasto ferito al momento del primo intervento delle forze dell’ordine e poi è morto all’ospedale. Si tratta del capo della stazione di polizia di Banani (si chiamava Salahuddin Ahmed).

Un impiegato del locale riuscito a fuggire ha raccontato che “cinque assalitori hanno fatto irruzione armati di pistole e machete ed hanno lanciando bombe, al grido di ‘Allah uh Akbar’ (Allah è grande), scatenando il panico tra le persone”. Altri testimoni che sono scappati hanno detto di avere visto “molti corpi a terra”, anche se non hanno potuto sostenere che si trattasse di cadaveri.

Già in serata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, su Twitter, si era detto “in ansia per gli italiani coinvolti, vicino alle famiglie”, evocando il coinvolgimento dei nostri connazionali. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha abbandonato la serata per il restauro del Colosseo e ha fatto ritorno a Palazzo Chigi, da dove segue la vicenda in contatto con la Farnesina.

Il 28 settembre dell’anno scorso proprio un cooperante italiano, il veterinario Cesare Tavella, era stato ucciso nello stesso quartiere mentre faceva jogging. Puntuale era arrivata la rivendicazione dell’Isis, anche se il governo bengalese si era affrettato a negare legami tra l’assassinio e i jihadisti.

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02 luglio 2016

 

Blitz 100 teste cuoio, salvati 12 ostaggi, 6 morti

 

Diplomatico italiano in Bangladesh: "Ci sarebbero anche 11 feriti gravi.

 

Due forti esplosioni sono state sentite pochi minuti fa dentro il ristorante di Dacca attaccato dai terroristi. L'operazione delle forze speciali bengalesi non è ancora conclusa.

 

L'offensiva lanciata dalle forze di sicurezza del Bangladesh ha permesso di verificare l'esistenza di 5 o 6 morti, non si sa se militanti o clienti, nel ristorante attaccato ieri sera a Dacca da un commando armato, mentre 12 ostaggi sarebbero stati salvati. Lo riferisce l'emittente indiana Ndtv.

 

E' cessata la sparatoria cominciata dopo il blitz delle teste di cuoio bengalesi al ristorante di Dacca dove terroristi islamici tenevano in ostaggio da dieci ore almeno una ventina di persone. Lo riferisce la CNN, che parla di un ostaggio giapponese fuggito durante la sparatoria e di almeno una persona che è stata portata via con un'ambulanza. Media locali parlano di un argentino e due bengalesi soccorsi. Il blitz è cominciato alle 7:40 di sabato mattina ora locale, le 3:40 in Italia.

 

"I nostri commando hanno assaltato il ristorante. E' in corso un’intensa sparatoria", ha dichiarato il vicecapo del Battaglione di azione rapida, Mizanur Rahman Bhuiyan, secondo quanto riferisce il sito del quotidiano indiano Hindustan Times. Per la CNN sono entrati in azione oltre 100 teste di cuoio. Testimoni riferiscono ai media di sentire spari ed esplosioni.

 

"Vogliamo risolvere questa situazione pacificamente, aveva detto in nottata ai media il capo delle teste di cuoio bengalesi, Benazir Ahmed. Cerchiamo di parlare con gli assalitori, vogliamo sentire da loro cosa vogliono. La nostra priorità è salvare le vite delle persone intrappolate all'interno". Ahmed non aveva detto quante persone sono tenute in ostaggio. Secondo indiscrezioni, sarebbero dai 20 ai 60. Un altro ufficiale bengalese ha riferito che i tentativi di avviare un negoziato non hanno dato risultati.

 

Sette italiani sono tra le decine di ostaggi - tra i 20 e i 60 - presi da un commando jihadista che ha assaltato ieri pomeriggio un popolare caffé nella zona diplomatica della capitale Dacca. L'ansia è forte, anche per il rischio di eventuali vittime durante un possibile blitz, tanto che il premier Matteo Renzi è rientrato a Palazzo Chigi per seguire la vicenda, in contatto con la Farnesina. E' stato l'ambasciatore italiano a Dacca, Mario Palma, a chiarire al TG1 il numero degli italiani coinvolti dopo che per tutto il pomeriggio e la serata di ieri si erano rincorse voci sul numero e la nazionalità di morti - almeno due tra gli agenti - e decine di feriti, 11 in gravi condizioni.

 

Secondo il diplomatico, da parte degli assalitori "non c'è alcuna volontà di negoziare alcunchè" perché si tratta di una "missione suicida" e "vogliono attuare un'azione molto forte e cruenta in cui non c'è spazio per il negoziato". Gli ostaggi italiani sono imprenditori e commercianti del settore dell'abbigliamento, ha precisato l'ambasciatore spiegando che ad allertare la sede diplomatica è stato un connazionale che era nel gruppo di italiani e che al momento dell'assalto era uscito nel giardino del locale per fare delle telefonate. Ora lui, ha riferito ancora l'ambasciatore, "è stato tirato fuori".

 

Questa sera, intorno alle 21 locali (le 17 italiane), un commando di una decina di persone è entrato in azione all'Holey Artisan Bakery, un caffé-pasticceria nel quartiere di Gulshan, frequentato dai diplomatici, stranieri e middle-class locale. Subito è scattata l'allerta della polizia, che ha bloccato la zona. Un impiegato del locale riuscito a fuggire ha raccontato che "cinque assalitori hanno fatto irruzione armati di pistole e machete ed hanno lanciando bombe, al grido di 'Allah uh Akbar' (Allah è grande), scatenando il panico tra le persone".

 

Altri testimoni che sono scappati hanno detto di avere visto "molti corpi a terra", anche se non hanno potuto sostenere che si trattasse di cadaveri. L'Isis ha rivendicato l'assalto, attraverso l'agenzia Amaq, che gli fa da megafono, sostenendo che oltre 20 persone di diverse nazionalità sono rimaste uccise. Quindi ha rilanciato, promettendo nuovi attacchi per la festa dell'indipendenza degli Usa, il 4 luglio, negli aeroporti di Heathtrow (Londra), Los Angeles e Jfk (New York). In un primo momento la polizia ha parlato di tre feriti tra cui due agenti ed un civile, ma report successivi hanno aggiornato il bilancio ad almeno due morti tra gli agenti e fino a 30 feriti. E, soprattutto, diversi ostaggi, tra i 20 ed i 60, principalmente stranieri, mentre Amaq, l'agenzia dell'Isis, ha sostenuto che oltre 24 persone di diverse nazionalità sono rimaste uccise nell'assalto al locale di Dacca: lo riferisce il Site, la società statunitense che monitora le attività jihadiste su internet.

 

La Farnesina, all'inizio, "non ha escluso la possibilità" di italiani prigionieri, e con il passare delle ore questo timore si è fatto via via più concreto. Tanto che il ministro Paolo Gentiloni ha twittato: "Seguo momento per momento la situazione a Dacca. Ansia per gli italiani coinvolti, sono vicino alle famiglie". La tv all news indiana India Today ha parlato addirittura di due italiani morti, ma senza citare fonti. E nel caos delle testimonianze, un media di Dacca ha citato la preside di una scuola americana, Ann Walsh Imdad, secondo cui il commando avrebbe ucciso i due dipendenti italiani del caffé, "il panettiere e la moglie".

 

Secondo il responsabile dell'Holey Artisan, invece, il panettiere è riuscito a mettersi in salvo. Nella zona, che si trova vicino a molte ambasciate straniere, fra cui quella italiana, sono stati dispiegati reparti di teste di cuoio locali (Rapid action battallion, o Rab) che si preparano ad un blitz, mentre alle tv è stato chiesto di sospendere le dirette. Qualche settimana fa le forze dell'ordine hanno lanciato una maxi-operazione in tutto il Paese contro gruppi di militanti islamici e organizzazioni criminali come risposta all'ondata di omicidi, avvenuti negli ultimi mesi, di bloggers e scrittori, membri delle minoranze religiose, stranieri e anche esponenti della comunita' gay. Proprio stamane era stato ucciso un sacerdote indù. Gli attacchi sono stati condotti prevalentemente all'arma bianca e sono stati rivendicati anche da Isis e Al Qaida.

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