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03/03/2016

 

Giordania, sgominata una cellula dello Stato islamico a Irbid

 

I jihadisti progettavano attacchi contro obiettivi civili e militari, per “destabilizzare la sicurezza nazionale”. Nell’operazione sono morti sette terroristi e un militare giordano, altri cinque sono rimasti feriti. In precedenza arrestate altre 13 persone legate a vario titolo alla cellula estremista.

 

Amman (AsiaNews/Agenzie) - Il raid compiuto il primo marzo scorso dalle forze di sicurezza giordane nella città settentrionale di Irbid, nei pressi del confine con la Siria, ha sventato futuri attacchi dello Stato islamico nel Paese. Secondo quanto riferisce il centro di intelligence (Gid) di Amman, nell’operazione sono morti sette sospetti miliziani jihadisti che erano pronti a colpire obiettivi militari e civili. 

Nel blitz notturno delle forze di sicurezza, che ha innescato un pesante scontro a fuoco, è morto anche un ufficiale della sicurezza giordano e altri cinque sono rimasti feriti.

L’operazione a Irbid, che dista soli 20 chilometri dal confine con la Siria, rappresenta uno dei colpi più importanti messi a segno dall’esercito giordano contro i jihadisti dello Stato islamico. Il portavoce governativo Mohammad Momani ha riferito che il raid è iniziato alle 7 di sera ed è continuato fino alle 3 di mattina del 2 marzo. 

In un primo momento il governo aveva parlato di operazione contro un gruppo di “criminali”. Poi l’agenzia ufficiale Petra ha diffuso una dichiarazione del Gid secondo cui l’obiettivo era una cellula dello SI che era pronta a colpire “siti civili e militari al fine di destabilizzare la sicurezza nazionale”. 

In precedenza la polizia aveva già arrestato almeno 13 persone legate a vario titolo alla cellula jihadista presente nel Paese. 

La Giordania è parte della coalizione internazionale a guida statunitense che sta conducendo raid aerei e bombardamenti contro i miliziani jihadisti di Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico] in Iraq e Siria.  Il Paese finora è stato risparmiato dalle violenze e dal conflitto, ma ha vissuto e vive il dramma dei profughi in fuga dalla guerra nei due Paesi arabi vicini. Amman ha accolto sinora più di 630mila (ma il governo parla di 1,4 milioni) dei circa 4,6 milioni di rifugiati siriani che hanno cercato riparo all’esterno.

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02/03/2016

 

Scontri fra militari giordani e sospetti jihadisti al confine con la Siria

 

Le violenze sono avvenute a Irbid, 80 km a nord della capitale. Le autorità hanno imposto il coprifuoco. A innescare gli scontri un'operazione delle forze di sicurezza contro gruppi estremisti. Altre fonti parlano di “criminali”, senza specificare.  Feriti anche due ufficiali giordani.

 

Amman (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno cinque morti il bilancio degli scontri, avvenuti ieri, fra le forze di sicurezza giordane e sospetti jihadisti nella città settentrionale di Irbid, nei pressi del confine con la Siria. I combattimenti, che si sono protratti per gran parte della giornata, si sono concentrati nella città di frontiera 80 km circa a nord della capitale.  In seguito agli scontri le autorità hanno dichiarato il coprifuoco.  

Un alto ufficiale di Amman, dietro anonimato, riferisce che all’origine degli scontri vi sarebbe una operazione delle forze di sicurezza giordane contro un gruppo di uomini armati, sospettati di appartenere allo Stato islamico. Un’altra fonte, rilanciata dall’agenzia ufficiale Petra, parla di quattro “criminali” e un capitano dell’esercito giordano uccisi. 

Durante l’operazione sono rimasti feriti anche due esponenti dei servizi di sicurezza e altri due civili; una persona è finita agli arresti. 

Irbid dista alcuni chilometri dal confine siriano ed è il luogo in cui spesso la polizia giordana arresta e detiene trafficanti di droga e jihadisti, che cercano di unirsi a gruppi estremisti in Siria. La Giordania è parte della coalizione internazionale a guida statunitense che sta conducendo raid aerei e bombardamenti contro i miliziani jihadisti di Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico] in Iraq e Siria. 

Il Paese finora è stato risparmiato dalle violenze e dal conflitto, ma ha vissuto e vive il dramma dei profughi in fuga dalla guerra nei due Paesi arabi vicini. Amman ha accolto sinora più di 630mila (ma il governo parla di 1,4 milioni) dei circa 4,6 milioni di rifugiati siriani che hanno cercato riparo all’esterno.

Nelle scorse settimane fonti di AsiaNews in Giordania avevano lanciato l’allarme: la nazione è “al limite del collasso”, fatica a reggere le ondate di profughi che “continuano ad arrivare” ed è alto il rischio di “destabilizzazione”, anche se “finora il governo è riuscito a mantenere il controllo”.

 

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