http://www.notiziegeopolitiche.net/

16 marzo 2016

 

La Libia dei quattro “governi”: Tripoli, ‘non passeremo i poteri a al-Serraj’. A Tobruk non c’è il quorum

di Enrico Oliari

 

Sarà che la comunità internazionale ancora ci crede e che non vi sono alternative. Fatto sta che il governo “di Tripoli”, per bocca del premier Khalifa al-Ghweil, ha fatto sapere che accetterà che il governo di unità nazionale si insedi nella capitale libica, ma che non verrà ceduto al premier designato Faye al-Serraj “nessun potere”.

al-Ghweil ha anche smentito le notizie circa un suo viaggio a Tunisi, dove si riunisce il governo nominato dalla comunità internazionale dopo lunghi mesi di trattative mediate dagli inviati dell’Onu prima Bernardino Leon ed oggi Martin Kobler, affermando che “Quanto riportato non è vero. Si tratta di menzogne diffuse da chi spera e vuole che la Libia sia governata da chi non ne ha il diritto, e vuole prevalere sugli interessi del popolo libico”.

Il governo “di Tripoli”, islamista e prontamente riconosciuto da Turchia e Qatar, si è insediato dopo che le milizie di “Alba della Libia”, tra le quali Anshar al-Sharia, hanno preso il controllo della capitale sottraendolo a quelle della tribù di Zintan.

Si contrappone a quello “di Tobruk”, formato dai deputati fuggiti da Tripoli e rifugiatisi nella città della Cirenaica nel giugno 2014: ha come premier Abdullah al-Thinni, ma ha oggi perso il riconoscimento della comunità internazionale.

Ed anche da Tobruk è arrivato un segnale scoraggiante: solo 22 deputati si sono presentati in parlamento per votare la fiducia al governo di unità nazionale, per cui non è stato raggiunto il quorum.

Mahmoud Jibril, già a capo del governo provvisorio dopo la destituzione di Muammar Gheddafi nel 2011, ha avvertito che la fiducia al governo al-Serraj dovrà per forza passare dal voto del parlamento.

Solo lunedì il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato l’appello agli Stati membri “a revocare il sostegno e a cessare contatti ufficiali con le istituzioni parallele che pretendono di essere la legittima autorità, ma sono al di fuori dell’accordo politico libico”, come da risoluzione 2259 del dicembre 2015.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si è sentito oggi al telefono con il premier designato Fayez Serraj, al quale ha espresso ancora una volta “il pieno e totale sostegno italiano al Governo di accordo nazionale da lui presieduto, con l’auspicio di un rapido insediamento del governo a Tripoli”.

La situazione complicata che la comunità internazionale vuole sciogliere vede oggi in Libia ben quattro governi: quello riconosciuto del premier designato Faye al-Serraj, quello” di Tripoli” di Khalifa al-Ghweil, quello “di Tobruk” presieduto da Abdullah al-Thinni e la parte controllata dall’autoproclamato Stato Islamico, che controlla Sirte e 250 chilometri di costa. Al quadro si aggiungono le spinte secessioniste delle macroregioni (Tripolitania, Cirenaica, Fezzan) e la frammentazione del tessuto sociale libico in circa 130 tribù, spesso armate e conflittuali fra loro.

 

top