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11 giugno 2016

 

Le forze regolari prendono il porto di Sirte. Isis in fuga

 

Le forze fedeli al governo di unità nazionale a guida Faye al-Serraj sono riuscite a prendere il porto di Sirte, roccaforte dello Stato Islamico in Libia.

Lo ha reso noto il generale Mohamed al-Ghasri, portavoce dell’esercito regolare, il quale ha anche indicato che una parte dei jihadisti ora sono in fuga verso sud, mentre un’altra parte sono asserragliati nel centro della città, ormai sotto assedio.

A combattere contro l’Isis a Sirte vi sono in particolare i miliziani della potente tribù di Misurata, i quali nel 2014 avevano costretto, insieme agli islamisti di Alba della Libia, il governo e il parlamento in fuga a Tobruk, sottraendo la capitale al controllo della tribù di Zintan. Oggi i misuratini si riconoscono nel governo di unità nazionale.

L’Isis è così alle corde in Libia: tre giorni fa il generale Seif el Din Beshir ha liberato Harawa, cittadina a circa 70 chilometri a Est di Sirte: in aprile i miliziani del Consiglio dei mujahedeen di Derna, altra roccaforte dello Stato Islamico, hanno costretto i jihadisti alla fuga, Ben Jawad è stata liberata dalle guardie degli impianti petroliferi il 31 maggio, Abu Grein è stata presa dai militari del governo di unità nazionale il 19 maggio e sempre ai militari si deve la caduta di Nawfaliyah il 31 maggio, la quale era in mano dell’Isis dal 15 febbraio 2015.

Intanto il generale Khalifa Haftar, del “governo di Tobruk”, è rimasto a bocca asciutta: nonostante il cospicuo rifornimento di armi e di mezzi dall’asse emiratino-egiziano, il suo tentativo di attaccare l’Isis a Sirte si è risolto con un fallimento,per cui non potrà far pesare la vittoria sul tavolo delle trattative sia per il proprio ruolo che per l’adesione di Tobruk al governo di unità nazionale, il cui ennesimo tentativo di voto si terrà a giorni.

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