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04/06/2016

 

Censura o hacker? Il giallo di una confessione del principe saudita: In Siria e Yemen abbiamo fallito

 

Un articolo apparso su Al Watan on line esprime l’amarezza di Mohammed Ben Nayef, erede al trono. Stati Uniti, Turchia e alleati “non hanno mantenuto le promesse”. L’articolo, senza smentite ufficiali, scompare dal sito dopo tre ore.

 

Un vero e proprio giallo mediatico: affermazioni da parte dell’erede al trono saudita, non negate ufficialmente, ma in seguito del tutto censurate ed eliminate dalla testata che le ha pubblicate.

E’ avvenuto nella capitale del regno saudita, dove la libertà di stampa esiste solo quando si tratta di pubblicare  “fedelmente” le dichiarazioni dei responsabili politici. Giovedì 2 giugno mattina è apparso su Al Watan, quotidiano saudita on line, un’inusuale dichiarazione dell’erede al trono Mohammed Ben Nayef, nella quale egli riconosce il fallimento della politica adottata dal suo Paese “nei confronti della Siria e dello Yemen”, affermando che l’Arabia Saudita dovrà “fare delle concessioni”.

Le dichiarazioni dell’erede al trono saudita sarebbero state effettuate al margine del summit consultivo dei capi di stato dei Paesi del Golfo, tenutosi ieri durante le quali sembrerebbe (l’uso del condizionale è d’obbligo) abbia detto testualmente, per quanto riguarda lo Yemen, che : “E’ da notare che l’operazione Tempesta di Prontezza (l’ intervento militare nella guerra dello Yemen) è perdurata andando oltre le  previsioni, per via della non adempienza da parte degli alleati agli  obblighi loro assegnati”.

E riferendosi al caso siriano sembrerebbe abbia detto: “Era previsto allontanare il regime di Assad con l’aiuto della Turchia e degli Stati Uniti d’America ed abbiamo fatto molto affidamento alle promesse da parte loro, che però non sono state mantenute, e ci dispiace”. Il principe avrebbe aggiunto: “Il mondo arabo ha assistito nel corso degli ultimi due anni a molti scontri armati”.

Se è vera, queste parole sarebbero una prima assoluta, una confessione di sconfitta di non di poco rilievo.

L’articolo apparso sul quotidiano, è stato letto per tre ore da migliaia di persone attraverso il mondo arabo, per poi essere eliminato del tutto. Dopo pochi minuti, l’intera pagina del quotidiano è divenuta irraggiungibile, per “motivi tecnici”.

Il giallo si infittisce quando il giorno dopo – ieri -la pagina del quotidiano riappare informando i lettori che il sito è “stato piratato e penetrato da hackers i quali hanno messo in bocca all’erede al trono dichiarazioni che egli non ha mai proferito”.

Censura o penetrazione da parte degli hackers? La domanda resta aperta. Di fatto, le dichiarazioni corrispondono all’amarezza subita dall’Arabia saudita sia in Siria, sia nello Yemen. Gli occhi degli osservatori sono puntati sull’atteggiamento dei sauditi verso i colloqui di pace sulla Siria e sullo Yemen. Entrambi sono in stallo. Si dovrà verificare se nella delegazione di opposizione siriana e in quella del “governo yemenita in esilio”, appoggiate entrambe dall’Arabia Saudita ci sarà un ammorbidimento delle posizioni assunte finora.

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