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Foreign Policy

04/01/2016

 

Cosa svelano i cable di Wikileaks su Nimr al-Nimr

di Henry Johnson

Traduzione e sintesi di Emanuela Barbieri

 

Perché l'uccisione di al-Nimr innervosisce il Medio Oriente

 

I sauditi lo descrivono come un militante pro-Iran, cercando di screditare il suo lavoro a favore di maggiori diritti all’interno della minoranza sciita del regno. Ma lo sceicco Nimr al-Nimr, decapitato il 2 gennaio scorso, ha cercato nel 2008 di persuadere i diplomatici americani a Riyadh descrivendo sé stesso diversamente.

Secondo il cable pubblicato da Wikileaks, al-Nimr non voleva essere rappresentato come un agente iraniano. I punti salienti della conversazione sono stati riassunti da un diplomatico degli Stati Uniti in un dispaccio del 2008 dell’ambasciata e successivamente resi pubblici da Wikileaks.

Riguardo il supporto all’insurrezione sciita:

“Se gli veniva chiesto… se i suoi sermoni promuovessero la violenza o semplicemente fossero da monito per una possibile ripercussione del continuo malcontento nella comunità sciita, al-Nimr rispondeva che se ci fosse stato un conflitto, egli sarebbe ‘stato dalla parte del popolo, mai da quella del governo’. Aggiungeva poi che essere dalla parte del popolo, non significava necessariamente supportare le azioni del popolo, per esempio, la violenza”.

Sugli Stati Uniti:

“Al-Nimr ha dichiarato che a suo parere, se confrontato con le azioni di nazioni come la Gran Bretagna, le potenze coloniali europee, o l’Unione Sovietica, l’imperialismo degli Stati Uniti, è stato decisamente più magnanimo, riguardo al trattamento delle persone e al successo degli stati indipendenti”.

Al-Nimr ha anche dichiarato che i musulmani sciiti, più dei sunniti, sono alleati naturali degli Stati Uniti perché il pensiero sciita, riflesso nell’imam Ali, si basa sui criteri di giustizia e libertà, idee che fanno da fondamenta negli Stati Uniti.

Al-Nimr ha inoltre dimostrato significativa conoscenza storica della politica estera americana – per esempio, parlando positivamente delle iniziative in Medio Oriente durante l’amministrazione Carter – ed era ben informato sullo stato della campagna presidenziale americana.”

Sull’Iran:

“Al-Nimr ha dichiarato che dal suo punto di vista le potenze straniere – tra cui l’Iran – agiscono per interesse personale, non per pietà o comunanza religiosa. Ha anche affermato di non credere che gli sciiti in Arabia Saudita debbano aspettarsi il sostegno iraniano sulla base di un’idea di settarismo contrapposto alla politica nazionale”.

“Al-Nimr dichiarato che la comunità sciita ha il diritto di cercare assistenza straniera in caso di conflitto con altri sauditi. Non ha invocato l’Iran nel precisare da dove questa assistenza porebbe venire”.

Sul governo saudita:

“Al-Nimr ha anche risolutamente continuato a denunciare il governo saudita e le sue azioni. Uno dei suoi evidenti  messaggi è stato la sua visione dei governi come istituzioni reazionarie.

Lo ha fatto, però, ricordando che c’è una piccola speranza che le generazioni più giovani, che continuano a studiare all’estero in numero maggiore e sono esposte a società più tolleranti, porteranno atteggiamenti più tolleranti una volta di ritorno nel Regno “.

 

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