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18 ott 2016

 

Cessate il fuoco per 72 ore in Yemen

 

Dovrebbe iniziare giovedì. Ad annunciarlo è stato ieri l’inviato speciale dell’Onu, Ismail Ould Shaykh Ahmed. La coalizione saudita ammette: “Abbiamo colpito il funerale per errore”. Gli houthi chiedono un’indagine internazionale

 

Roma, 18 ottobre 2016, Nena News –

 

Stop alle ostilità in Yemen per 72 ore a partire da giovedì. “Il cessate il fuoco, che per la prima volta è stato raggiunto ad aprile, sarà in vigore nuovamente alle 23:59 ora locale del 19 ottobre 2016 e potrà essere rinnovato” ha annunciato ieri l’inviato speciale dell’Onu, Ismail Ould Sheikh Ahmed.

La proposta delle Nazioni Unite è stata salutata con favore dal presidente yemenita Abd Rabbuh Mansour Hadi. Il ministro degli esteri Abul Malek al-Mekhlafi ha scritto su Twitter che il presidente è d’accordo ad implementare la tregua se gli houthi la rispettano, se una commissione Onu monitorerà il rispetto del cessate il fuoco e se sarà tolto l’assedio (degli houthi) su Taiz. Possibili le due prime condizioni, molto più difficile la terza essendo Taiz città strategicamente molto importante e, pertanto, ambita dai due fronti che si combattono: quello di Hadi (sostenuto dalla coalizione sunnita a guida saudita, da tribù sunnite e indipendentisti del sud) e quello degli houthi (appoggiati ufficiosamente dall’Iran e pubblicamente dall’ex presidente yemenita Saleh).

Tuttavia, per il momento anche i ribelli sciiti sembrerebbero essere d’accordo ad uno stop momentaneo delle violenze secondo quanto riferiscono fonti vicine a Shaykh Ahmed. La notizia della tregua (pur temporanea) era stata in qualche modo auspicata da Usa e Gran Bretagna domenica. Il Segretario di Stato Usa, John Kerry, era stato chiaro: “è tempo di implementare un cessate il fuoco incondizionato e poi sedersi al tavolo negoziale”.

Intanto continua a far discutere il massacro compiuto l’8 ottobre da un raid della coalizione saudita (oltre 140 morti e 525 i feriti). Sabato i ribelli hanno chiesto l’apertura di un’indagine internazionale dopo che il blocco sunnita aveva dichiarato di aver colpito “per errore a causa di informazioni imprecise” la sala in cui si stava celebrando il funerale del padre di un “ministro” houthi. Sul massacro era intervenuto anche il Segretario Onu Ban Ki-Moon che aveva proposto “la formazione il prima possibile di una commissione d’inchiesta internazionale e indipendente guidata da una personalità di alto profilo che si proponga di indagare sui crimini di guerra commessi dalla coalizione”.

Il raid aveva suscitato anche le proteste dei più stretti alleati occidentali dell’Arabia Saudita. Soprattutto di Washington che aveva minacciato di rivedere il suo sostegno alla coalizione saudita (annuncio rimasto solo a parole).

Il conflitto yemenita, iniziato nel marzo del 2015, ha finora ucciso circa 10.000 persone (circa la metà sono civili). Almeno tre milioni gli sfollati. Nena News

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