paxchristi

04/02/2016

 

Geries Khoury, la fede indomita che non muore

 

“L’unica speranza che mi è rimasta è la mia fede. Da arabo cristiano chiedo a tutti i fedeli non soltanto di pregare. Chiediamo ai nostri fratelli cristiani di parlare! E di chiedere ai politici, ai vescovi, ai sacerdoti, agli amici: dov’è Gesù in tutto quello che accade in Palestina? E’ possibile che un cristiano taccia e non faccia niente? O non abbiamo forse una vocazione, una missione in mezzo a questo mondo, specialmente quando ci sono povertà e ingiustizia?” Geries Khoury

 

È con grandissima tristezza che apprendiamo la notizia della morte improvvisa di Geries Khoury. Un amico sincero di Pax Christi, un sostegno prezioso per la Campagna Ponti e non Muri, con cui ha collaborato fin dal suo nascere, nel 2004.

Fine teologo, appassionato difensore dei diritti del suo popolo e della sua terra, la Palestina, uomo dalle molteplici identità (sono palestinese di origine e israeliano di passaporto, cristiano  di fede e  arabo di lingua e cultura, diceva di sé) rivendicate, perseguite e obbligate, ha saputo trasformare le contraddizioni in risorsa, in possibilità di dialogo, in ricerca incessante di una pace giusta. Fermo nella denuncia, tenace nella costruzione di ponti possibili anche tra occupante e occupato, profondo nella speculazione teologica, instancabile anima del Centro per il dialogo interreligioso ‘Al Liqa’.

Non ti dimenticheremo, amico carissimo. Da te abbiamo imparato che pacatezza non significa condiscendenza. Che ospitalità significa spalancare le porte a tutti, anche a nemici ipotetici, per manifestare a chiunque, pur nella discrezione silenziosa, il senso di dignità di un popolo intero. Che sia quello oppresso dei Territori occupati, o quello costretto a prendere il passaporto nemico, come quello imprigionato a Gaza. Attraverso la tua vita, le tue scelte, le tue parole, abbiamo incontrato un unico popolo: quello palestinese.

Ci inchiniamo al tuo sorriso dolce, alla tua ironia sorniona, alla tua forza senza pari.

Ci piace ricordarti con una lettera di qualche anno fa, quando fosti tu a incoraggiare i nostri  primi passi di pace per la giustizia della tua gente.

http://www.asianews.it

05/02/2016

 

La Chiesa di Terra Santa piange Jeries Khoury

 

Il 64enne di origini palestinesi è morto il 3 febbraio a Roma, dove doveva partecipare all’udienza di papa Francesco. Studioso delle religioni, dal 1988 era direttore del Centro Al-Liqa per l’incontro con i musulmani e gli ebrei di Terra Santa. 

 

È morto il 3 febbraio a Roma Jeries Khoury, cattolico palestinese, studioso delle religioni e direttore del Centro Al-Liqa. Khoury, 64 anni, si trovava nella capitale per accompagnare una delegazione del Centro all’udienza di papa Francesco. Figura di primo piano della Chiesa di Terra Santa, egli ha dedicato tutta la sua vita al dialogo islamo-cristiano ed ecumenico.

Jeries Khoury è stato per molto tempo amico del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) e di AsiaNews. Nei pellegrinaggi in Terra Santa che l’agenzia organizza tutti gli anni, egli si è messo varie volte a disposizione per spiegare ai pellegrini la situazione dei cristiani, spesso emarginati da ebrei e musulmani.

Il Centro Al-Liqa (che significa “incontro”), fondato nel 1982, si occupa dello studio e del dialogo fra le tradizioni religiose e culturali degli abitanti della Terra Santa. Il Centro ha creato un vivace dialogo, alimentando la conoscenza tra gli appartenenti a cristianesimo e islam, e tra questi e il giudaismo. Khoury ne è stato il direttore dal 1988.

Jeries Khoury è nato a Fassouta (a nord di Israele) nel 1952. È stato sindaco della sua città natale dal 1996 al 2001. Formatosi alla scuola St Joseph di Nazareth, ha proseguito gli studi a Roma, ottenendo due baccalaureati in filosofia e teologia all’Università san Tommaso d’Aquino, una laurea in Teologia e due dottorati in filosofia islamica e nello studio e delle religioni comparate. È stato autore di numerose pubblicazioni sul tema della presenza cristiana palestinese in Terra Santa, ha tenuto conferenze e organizzato seminari per sensibilizzare sulla sorte e le sofferenze dei cristiani in Medio oriente.

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