Telegrammi della Nonviolenza in Cammino

Numero 2318 del 14 aprile 2016

 

Il messaggio in occasione della conferenza "Nonviolence and just peace: contributing to the catholic understanding of and commitment to nonviolence" (Nonviolenza e Pace giusta: contributo dei cattolici alla comprensione e all’impegno nonviolento)

 

Riportiamo il messaggio di Papa Francesco al cardinale Peter K. A. Turkson in occasione della conferenza "Nonviolence and just peace: contributing to the catholic understanding of and commitment to nonviolence" dall’11 al 13 aprile 2016 a Roma. 

 

Signor Cardinale,

sono lieto di far pervenire il mio cordiale saluto a Vostra Eminenza e a tutti i partecipanti alla Conferenza che si tiene a Roma dall'11 al 13 aprile 2016 sul tema: Nonviolence and Just Peace: Contributing to the Catholic Understanding of and Commitment to Nonviolence.

Questo incontro, organizzato congiuntamente dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e dal Movimento Pax Christi, assume un carattere ed un valore del tutto particolari nell'Anno Giubilare della Misericordia. La misericordia, infatti, e' "fonte di gioia, di serenita' e di pace" (1), una pace prima di tutto interiore, che nasce dalla riconciliazione con il Signore (2). E' innegabile, pero', che anche le circostanze, il momento storico, in cui tale Conferenza si svolge, da una parte la carichino di aspettative e, dall'altra, non possano non essere tenute in conto nelle riflessioni dei partecipanti.

Per cercare vie di soluzione alla singolare e terribile "guerra mondiale a pezzi" che, ai nostri giorni, gran parte dell'umanita' sta vivendo in modo diretto o indiretto, e' necessario riscoprire le ragioni che spinsero nel secolo scorso i figli di una civilta' in grande parte ancora cristiana a dare vita al Movimento Pax Christi e al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. E' necessario, cioe', operare per una pace vera tramite l'incontro fra persone concrete e la riconciliazione fra popoli e gruppi che si affrontano da posizioni ideologiche contrapposte e impegnarsi per realizzare quella giustizia cui le persone, le famiglie, i popoli e le nazioni sentono di aver diritto, sul piano sociale, politico ed economico per compiere la loro parte nel mondo (3). Infatti, accanto al "sapiente sforzo di quella superiore fantasia creativa, che chiamiamo diplomazia" (4) che va continuamente alimentato, e alla promozione, nel mondo globalizzato, della giustizia, che e' "ordine nella liberta' e nel dovere cosciente" (5), e' necessario rinnovare tutti gli strumenti piu' adatti a concretizzare l'aspirazione alla giustizia e alla pace degli uomini e delle donne di oggi. Cosi', anche la riflessione per rilanciare il percorso della nonviolenza, e in specie della nonviolenza attiva, costituisce un necessario e positivo contributo. E' quanto si propongono di fare i partecipanti alla Conferenza di Roma, ai quali vorrei, in questo mio messaggio, ricordare alcuni punti che mi stanno particolarmente a cuore.

La premessa fondamentale e' che lo scopo ultimo e piu' degno della persona umana e della comunita' e' l'abolizione della guerra (6). Del resto, come e' risaputo, l'unica condanna espressa dal Concilio Vaticano II fu proprio quella della guerra (7), pur nella consapevolezza che, non essendo questa estirpata dalla condizione umana, "una volta esaurite tutte le possibilita' di un pacifico accomodamento, non si potra' negare ai governi il diritto di una legittima difesa" (8).

Altro punto fermo: la constatazione che "il conflitto non puo' essere ignorato o dissimulato. Deve essere accettato" (9) per non rimanervi intrappolati perdendo la prospettiva generale e il senso dell'unita' profonda della realta' (10). Infatti, solo accettando il conflitto, lo si puo' risolvere e trasformare in un anello di collegamento di quel nuovo processo che gli "operatori di pace" mettono in atto (11).

Inoltre, da cristiani, sappiamo che solamente considerando i nostri simili come fratelli e sorelle potremo superare guerre e conflittualita'. La Chiesa non si stanca di ripetere che cio' vale non solo a livello individuale ma anche a livello dei popoli e delle nazioni, tanto che essa considera Comunita' internazionale come la "Famiglia delle Nazioni". Per tale motivo, anche nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno ho rivolto un appello ai responsabili degli Stati perche' rinnovino "le loro relazioni con gli altri popoli, permettendo a tutti una effettiva partecipazione e inclusione alla vita della comunita' internazionale, affinche' si realizzi la fraternita' anche all'interno della famiglia delle nazioni" (12).

Come cristiani, sappiamo anche che il grande ostacolo da rimuovere perche' cio' avvenga e' quello eretto dal muro dell'indifferenza. La cronaca dei tempi recenti, ci dimostra che se parlo di muro non e' solo per usare un linguaggio figurato, ma perche' si tratta della triste realta'. Una realta', quella dell'indifferenza, che investe non solo gli essere umani, ma anche l'ambiente naturale con conseguenze spesso nefaste in termini di sicurezza e di pace sociale (13).

L'impegno a superare l'indifferenza avra' successo, pero', solo se, ad imitazione del Padre, saremo capaci di usare misericordia. Quella misericordia che trova nella solidarieta' la sua espressione, per cosi' dire, "politica" poiche' la solidarieta' costituisce l'atteggiamento morale e sociale che meglio risponde alla presa di coscienza delle piaghe del nostro tempo e dell'inter-dipendenza tra la vita del singolo e della comunita' familiare, locale o globale (14).

Grande e', allora, nel nostro mondo complesso e violento, il compito che attende coloro che operano per la pace vivendo l'esperienza della nonviolenza! Conseguire il disarmo integrale "smontando gli spiriti" (15), creando ponti, combattendo la paura e portando avanti il dialogo aperto e sincero, e' veramente arduo. Dialogare, infatti, e' difficile, bisogna essere pronti a dare e anche a ricevere, a non partire dal presupposto che l'altro sbaglia ma, a partire dalle nostre differenze, cercare, senza negoziare, il bene di tutti e, trovato infine un accordo, mantenerlo fermamente (16).

Del resto, differenze culturali e di esperienze di vita caratterizzano anche i partecipanti alla Conferenza di Roma, ma esse non faranno altro che arricchire gli scambi e contribuire al rinnovamento della testimonianza attiva della nonviolenza come "arma" per conseguire la pace.

Vorrei, infine, invitare tutti i presenti a sostenere due delle richieste che ho rivolto ai responsabili degli Stati, in questo Anno Giubilare: l'abolizione della pena di morte, la' dove essa e' ancora in vigore, insieme alla possibilita' di un'amnistia, e la cancellazione o la gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati piu' poveri (17).

Mentre auguro cordialmente a Vostra Eminenza e ai partecipanti un proficuo e fruttuoso lavoro, a tutti impartisco la mia apostolica benedizione.

Franciscus

*

Note

1. Misericordiae Vultus, n. 2.2.

2. Ibid., n. 17.

3. Cfr. Gaudium et spes, n. 9.

4. Paolo VI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1976, Le vere armi della pace.

5. Ibid.

6. Discorso al IV Corso di formazione del Cappellani Militari al Diritto internazionale umanitario, 26 ottobre 2015.

7. Cfr. Gaudium et spes, n. da 77 a 82.

8. Gaudium et spes, n. 79.

9. Evangelii gaudium, n. 226.

10. Ibid.

11. Ibid., n. 227.

12. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2016, Vinci l'indifferenza e conquista la pace, n. 8.

13. Cfr. ibid., n. 4.

14. Cfr. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2016, Vinci l'indifferenza e conquista la pace, n. 5.

15. San Giovanni XXIII, Pacem in terris, n. 61.

16. Discorso ai Rappresentanti della Societa' civile, Asuncion, 11 luglio 2015.

17. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2016, Vinci l'indifferenza e conquista la pace, n. 8.

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