http://znetitaly.altervista.org/

8 dicembre 2016

 

Il potere al popolo: l’eredità di John Lennon continua a vivere

di John W. Whitehead

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

“Dovete ricordare che establishment, è soltanto un nome che indica il male. Al mostro non interessa se uccide tutti gli studenti o se c’è una rivoluzione. Non pensa i maniera logica, è fuori controllo.” John Lennon (1969)

 

La resistenza militante non violenta funziona.

Le proteste pacifiche prolungate funzionano.

I movimenti di massa con enormi numeri di partecipanti funzionano.

Sì, America, è possibile usare le occupazioni e la disobbedienza civile per opporsi alle politiche del governo,  per contrastare  l’ingiustizia e apportare  il cambiamento al di fuori dei confini dell’urna elettorale.

E’ stato fatto prima. Si sta facendo adesso. Può essere fatto di nuovo.

Per esempio, nel magio del 1932, più di 43.000 persone, soprannominate l’Esercito del Bonus –  che erano reduci  della I Guerra mondiale e le loro famiglie hanno dimostrato a Washington. Senza lavoro, indigenti  e con famiglie da nutrire, più di 10.000 reduci installarono delle tendopoli nella capitale della nazione e si rifiutarono di andarsene fino a quando i governo accettò di pagare gli indennizzi che erano stati loro promessi come ricompensa per il loro servizio.

Il Senato votò contro la proposta di pagarli immediatamente, ma i dimostranti non cedettero. Il Congresso rimandò la cosa  a dopo l’estate, e i dimostranti rimasero ancora accampati. Alla fine, il 28 luglio, per ordine del presidente Herbert Hoover, i militari si presentarono con carri armati e con la cavalleria e  spinsero via i dimostranti, incendiando i loro accampamenti improvvisati. I dimostranti, tuttavia, ritornarono l’anno successivo e alla fine i loro sforzi non solo riuscirono ad assicurare loro il pagamento degli indennizzi, ma contribuirono all’approvazione della G.I. Bill of Rights, la Carta dei Diritti per i G.I. ( i veterani della I Guerra mondiale)*.

Analogamente, il Movimento per i Diritti Civili, mobilitò centinaia di migliaia di persone per colpire le fondamenta di una società ingiusta e discriminatoria.  Allo stesso modo, mentre negli anni ’60 il movimento contro la guerra era iniziato con poche migliaia di persone che si percepiva fossero radicali, terminò con centinaia di migliaia di dimostranti di tutte le estrazioni sociali che chiedevano la fine delle aggressioni militari americane all’estero.

Recentissimamente, dopo mesi di proteste contro la costruzione di un oleodotto che membri della tribù dei Sioux insistevano avrebbe danneggiato la loro fornitura di acqua, il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito ha accettato di cercare un percorso    alternativo per il Dakota Access Pipeline che passi sotto il Lago Ohae nel Nord Dakota.

Questo tipo di attivismo di “potere al popolo” – della gente comune, populista e potente – è esattamente  la “marca” di impegno civile che John Lennon ha difeso in tutta la sua carriera di musicista  e di pacifista.

Sono passati 36 anni da quando John Lennon è stato abbattuto da una pallottola assassina, l’8 dicembre 1980, ma la sua eredità e le lezioni che ci ha impartito nella sua musica e nel suo attivismo non sono diminuite negli anni.

Tutte le molte lagnanze che facciamo oggi riguardo al governo – sorveglianza, militarismo, corruzione, persecuzione, attacchi delle squadre SWAT (Special Weapons And Tactics – Armi speciali e tattiche)*, persecuzione politica, spionaggio, criminalizzazione esagerata, ecc. c’erano anche ai tempi di Lennon e formarono la base del suo appello alla giustizia sociale, alla pace, e alla rivoluzione populista.

C’è poco da meravigliarsi, quindi, che il governo degli Stati Uniti lo considerasse il nemico numero uno.

Dato che non si astenne mai dal dire la verità al potere, Lennon  divenne un ottimo esempio quali sforzi farà il governo statunitense  per perseguitare coloro che osano sfidare la sua autorità.

Lennon è stato oggetto di una campagna di sorveglianza e di persecuzione da parte del governo degli Stati Uniti (capeggiata dal  Direttore dell’FBI, J. Edgard Hoover), un tentativo da parte del Presidente Richard Nixondi farlo “neutralizzare” ed  espellere. Come fa notare Adam Cohen del New York Times, “La sorveglianza dell’FBI di Lennon serve a ricordarci di come sia facile che lo spionaggio interno possa diventare sganciato da qualsiasi scopo di legittima applicazione della legge. Quello che sorprende di più e che alla fine è più inquietante, è il grado in cui la sorveglianza risulta essere stata intrecciata alla politica elettorale.”

Anni dopo l’assassinio di Lennon, sarebbe stato rivelato che il Direttore dell’FBI aveva raccolto 281 pagine di dossier della sorveglianza riguardo a lui. Come osserva il New York Times: “I critici della sorveglianza interna obiettano in gran parte per motivi di privacy. Si sono concentrati molto meno su quanto facilmente la sorveglianza del governo può diventare un strumento per chi è al potere per cercare di tenersi stretto il potere. ‘Gli Stati Uniti contro John Lennon’…è la storia non soltanto di un uomo perseguitato, ma di una democrazia che veniva indebolita.”

Questa persecuzione diretta dal governo non era nulla di nuovo.

L’FBI ha avuto una lunga storia di persecuzioni, di procedimenti penali e, in generale, di tormentare attivisti, uomini politici, e personaggi della cultura, soprattutto tra questi ultimi nomi famosi come il cantante folk Pete Seeger, il pittore Pablo Picasso, l’attore comico e regista Charlie Chaplin, il commediografo Lenny Bruce e il poeta Allen Ginsberg. Tra le persone osservate più da vicino dall’FBI c’era Martin Luther King Jr., un uomo etichettato dall’FBI come “il leader nero più pericoloso ed efficace del paese.”

Nel caso di Lennon, l’ex Beatle aveva imparato, nei primi periodi, che la musica rock poteva avere un fine politico, proclamando un messaggio radicale. Ciò che più conta, Lennon vide che la sua musica poteva mobilitare il pubblico e aiutare a provocare un cambiamento.

Per esempio, nel 1971, a un concerto a Ann Arbor, in Michigan, Lennon  salì sul palco  e con il suo solito stile polemico  cantò a squarciagola  “John Sinclair”, una canzone che aveva scritto su un uomo condannato a 10 anni di prigione per il possesso di due sigarette di marijuana. A distanza di pochi giorni dall’invito all’azione di John Lennon, la Corte Suprema del Michigan, ordinò che Sinclair venisse liberato.

Mentre Lennon credeva nel potere del popolo, capiva anche il pericolo di un governo affamato di potere. “Il guaio un governo così, è che non rappresenta le persone,” osservò Lennon. “Le controlla.”

Nel marzo 1971, quando fu pubblicato il singolo di Lennon,  “Power to the People” (Potere al popolo), fu chiaro da che parte stava Lennon. Dato che si era trasferito a New York quello stesso anno, Lennon era pronto a partecipare all’attivismo politico contro il governo degli Stati Uniti, il “mostro” che stava finanziano la guerra del Vietnam.

La pubblicazione dell’album di Lennon, “Sometime in New York City” (Qualche volta a New York) che conteneva un messaggio radicale contro il governo, praticamente in ogni canzone e che, sulla copertina presentava il presidente Richard Nixon il presidente cinese Mao Tse-tung che danzavano insieme nudi, alimentò le fiamme del conflitto futuro.

Tuttavia, la guerra ufficiale degli Stati Uniti contro Lennon, iniziò sul serio nel 1972 dopo che affiorarono voci che Lennon programmava di intraprendere negli Stati Uniti un tour di concerti che avrebbe messo insieme la musica con l’organizzazione pacifista e l’iscrizione degli elettori. Nixon, temendo l’influenza di Lennon su circa 11 milioni di nuovi elettori (il 1972 fu l’anno che i diciottenni potevano votare),    fece dare all’ex Beatle ordini di espulsione “nel tentativo di metterlo a tacere come voce del movimento pacifista.”

Come dimostra il dossier dell’FBI su Lennon, promemoria e rapporti circa la sorveglianza dell’FBI dell’attivista pacifista, continuavano ad andare avanti e indietro  tra Hoover, la Casa Bianca di Nixon, vari senatori, l’FBI e l’Ufficio statunitense dell’Immigrazione.

La persecuzione id Nixon nei riguardi di Lennon fu spietata e non appropriata.

Anche se Lennon non stava complottando per far cadere l’amministrazione Nixon, come invece temeva il governo, questo persistette nei suoi tentativi di farlo espellere. Ugualmente determinato a resistere, Lennon non si spostò dalle proprie posizioni e contrattaccò.

Ogni volta che gli veniva ordinato di lasciare il paese, gli avvocati di Lennon ritardavano il processo presentando un ricorso.

Finalmente, nel 1976 Lennon vinse la battaglia per restare nel paese e nel 1980, era riemerso con un nuovo album e programmi di diventare di nuovo attivo in campo politico. Il vecchio estremista era tornato ed era pronto a causare agitazioni.

Purtroppo il periodo di tempo di Lennon come agitatore fu di breve durata.

Mark David Chapman aspettava nell’ombra l’8 dicembre del 1980, proprio quando Lennon stava tornando nel suo condominio di New York.

Quando Lennon uscì dalla macchina per salutare i suoi fans radunati lì fuori, Chapman in un’inquietante eco dell’appellativo che l’FBI usava per Lennon, gridò forte: “Mr Lennon!”

Lennon si voltò e fu accolto da raffiche di arma da fuoco mentre Chapman abbassandosi  in una posizione da combattimento con due mani – scaricò la sua pistola calibro 38 e scaricò quattro proiettili a punta piatta nella sua schiena e nel braccio sinistro. Lennon inciampò, vacillò in avanti e, con il sangue che fuoriusciva dalla bocca e dal petto, cadde a terra.

John Lennon fu dichiarato morto all’arrivo in ospedale.

Proprio come Martin Luther King Jr., John F. Kennedy, Malcolm X, Robert Kennedy e altri che sono morti tentando di sfidare il potere costituito,  Lennon, alla fine  è stato neutralizzato.

Non si può, tuttavia, uccidere un movimento con una pallottola e un pazzo: l’eredità di Lennon continua a vivere nelle sue parole, nella sua musica e nei suoi tentativi di dire la verità in faccia al potere.

Come ha raccontato Yoko Ono in una lettera del 2014 alla commissione per la libertà condizionale,  incaricata di decidere se Chapman dovesse essere liberato: “Un uomo di umili origini [John Lennon], ha portato luce e speranza al mondo intero con le sue parole e la sua musica. Ha cercato di essere un potere buono per il mondo, e lo è stato. Ha dato incoraggiamento, ispirazione e sogni alle persone, indipendentemente dalla loro razza, credo e genere.”

L’opera di Lennon per cambiare il mondo, è lingi dall’essere compiuta.

La pace rimane irraggiungibile. Gli attivisti e le “talpe” continuano a essere perseguite legalmente per aver sfidato l’autorità di governo. Il militarismo è in aumento e, allo stesso tempo, la macchina governativa da guerra continua a rovinare vite innocenti.

Per chi di noi si è unito a John Lennon per immaginare un mondo di pace, sta diventando più difficile conciliare quel sogno con la realtà dello stato di polizia americano. E come faccio notare nel  mio libro: Battlefield America: The War on the American People, [Campo di battaglia America: la Guerra al popolo Americano], coloro che davvero osano far sentire la propria voce, sono etichettati come dissidenti, agitatori, terroristi, pazzi o malati di mente e vengono   sorveglianza, censura e, peggio ancora, detenzione involontaria per malattie mentali.

Come ha detto  Lennon in un’intervista nel 1968:

Penso che tutta la nostra società sia governata da pazzi con obiettivi folli.. Penso che siamo gestiti da maniaci con mezzi maniacali. Se chiunque potesse mettere su carta quello che il nostro governo e il governo americano e quello russo.., cinese…stanno realmente cercando di fare, e che cosa pensano di stare facendo, sarei molto contento di sapere che cosa pensano di fare. Penso che siano tutti pazzi. Ma sono passibile di    essere messo in manicomio per avere detto questo. Ecco che cosa è folle riguardo a

questo.

Quale è, quindi la risposta?

Lennon aveva una quantità di suggerimenti.

“Se ognuno chiedesse la pace invece di un altro televisore, allora ci sarebbe la pace.”

“Realizzate il vostro sogno personale. Se volete salvare il Perù, andate a salvare il Perù. E’ davvero possibile fare qualsiasi cosa, ma non  affidatela  ai leader. Dovete farla da soli.”

“La pace non è qualcosa che si auspica; è qualcosa che fabbrica, qualcosa che si fa, qualcosa che si è, e qualcosa che si regala.”

“Se volete la pace, non la otterrete con la violenza.”

“Dici che vuoi una rivoluzione/ Dobbiamo procedere subito/Alzati in piedi/ E vai in strada/Cantando: potere al popolo.”

E il consiglio che preferisco più di tutti: “Tutto ciò di cui hai bisogno è amore. L’amore è tutto ciò di cui hai bisogno

 

note

*https://it.wikipedia.org/wiki/G.I._(militare)

*https://it.wikipedia.org/wiki/SWAT

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: Fonte: http://www.counterpunch.org/2016/12/08/88929/

 

top