24 dicembre 2016

 

"Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace".

 

Queste semplici parole che Papa Francesco scrive nel messaggio per la prossima giornata mondiale della Pace del 1° Gennaio 2017, esprimono una profonda verità.

Lo abbiamo imparato dai campesinos colombiani della Comunità di Pace, nella condivisione quotidiana della vita con loro.

Ce lo hanno insegnato in modo evidente i pastori e i contadini palestinesi dei villaggi delle colline a sud di Hebron che lottano senza violenza e senza odio per superare l'occupazione israeliana.

Lo stiamo imparando dalla disperazione dei profughi siriani rifugiatisi nei campi del nord del Libano, o accompagnati in Italia grazie ai Corridoi Umanitari. Con le loro lacrime negli occhi e tanta tristezza nel cuore sono diventati una piccola luce nella Proposta si Pace consegnata alle Autorità europee a Bruxelles e prossimamente all'Equipe di Mediazione ufficiale per la guerra in Siria, riunita a Ginevra. Saper pensare alla pace nel buio più totale, saper guardare al futuro in un presente dalle tinte fosche è il grande insegnamento che possiamo trarre dallo stare vicino a loro.

Continuamente ce lo confermano gli albanesi dei monti del nord ogni volta che sanno spostare il loro cuore colmo di dolore e tentato fortemente dalla vendetta, verso il perdono e la riconciliazione, ogni volta che scendono in piazza con un impegno forte a non usare mai le armi per farsi giustizia da soli, ogni volta che chiedono ai politici di far rispettare la legalità. 

 

La nonviolenza è la vita!

E' la legge dell'umanità tanto antica e sempre nuova.

Attraversa l'uomo con tutti i colori della sua pelle, delle sue tradizioni religiose perché è una legge scritta nelle profondità del cuore di ciascuno di noi.

E' più vicina a noi stessi di quanto noi pensiamo.

Se dorme, va solo risvegliata, come ci ricorda Gandhi.

E' il messaggio estremamente concreto, carico di speranza che solo le vittime della violenza hanno da offrire all'umanità di oggi.

 

Sulla scia del bambino nato in una grotta, l'augurio più sincero che possiamo farci in questo tempo natalizio è quello che i nostri figli, guardandoci negli occhi, possano vedere che neanche noi abbiamo perso la speranza.

 

Tanti cari auguri!

Operazione Colomba

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