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14 aprile 2016

 

È morto Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza italiano

 

Chiamato alle armi nel 1948, rifiutò di prestare il servizio di leva. La scelta gli costò 18 mesi di carcere per disobbedienza

 

È morto mercoledì 13 aprile a Firenze, a 89 anni, Pietro Pinna, primo obiettore di coscienza al servizio militare per motivi politici e fondatore, con Aldo Capitini, del Movimento Nonviolento. "Con il suo esempio è stato un punto di riferimento per la coscienza civile di molte generazioni di italiani - ha detto la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli. “Pietro Pinna fu identificato nel secondo dopoguerra come il primo obiettore di coscienza italiano, e dopo aver organizzato, con Aldo Capitini, nel 1961, la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi, il suo impegno antimilitarista non ha mai smesso di ispirare le giovani generazioni con i valori della pace e dell'amicizia tra i popoli, un messaggio che adesso sta a tutte e tutti noi far continuare a vivere”.

 

Nato nel 1927 a Finale Ligure (Savona), alla chiamata alle armi che gli arrivò nel 1948, rispose 'no'. La scelta, che fino al 1972 configurava il reato di renitenza o diserzione (solo nel 2005 fu abolito anche l'obbligo al servizio civile) gli costò un processo per disobbedienza e la condanna al carcere una prima volta per dieci mesi e successivamente per altri otto. Ma fu solo il primo episodio di reclusione: nel corso della vita, più volte le sue scelte nonviolente lo portarono dietro le sbarre. Nel 1975 fu condannato per vilipendio (per un'affissione contro la celebrazione delle Forze armate). In sua difesa ci furono volantinaggi, raccolte di firme, lettere e telegrammi alle autorità interessate, finché fu accolta dal presidente della Repubblica la sua istanza di grazia. Nel 1979 fu condannato per aver messo in atto un blocco stradale.

 

La collaborazione con Capitini lo portò a organizzare, nel 1961, la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi e le tre successive. 'Pacifista combattente', come lo definirono molti, fu protagonista del Movimento Nonviolento, diventandone segretario nazionale dal 1968 al 1976.

 

Sempre nel 1976 fu tra gli organizzatori della prima Marcia antimilitarista internazionale, partita dal sacrario militare di Redipuglia  per concludersi in Sardegna, alla Maddalena, dove fu costruito un muro come simbolica barriera per bloccare l’accesso militare americano.

 

Nel 2008 è stato insignito del Premio Nazionale Nonviolenza e nel 2012 la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze per la Pace. "Pietro Pinna - Piero, per tutti – ha avuto sempre chiaro che non si può sconfiggere la guerra senza eliminarne lo strumento che la rende possibile, gli eserciti", ricorda una nota del Movimento.

 

"E in questo impegno per la nonviolenza specifica – fatto di disobbedienze civili, marce antimilitariste, azioni dirette nonviolente per il disarmo unilaterale – ha speso ogni momento della sua esistenza, coerente e rigoroso soprattutto con se stesso, sempre aperto all’incontro con l’ altro nella tensione e familiarità della ricerca della verità. Oggi, i giovani, che tanto a cuore stavano a Piero, che si affacciano all’esperienza del servizio civile, sanno – o dovrebbe sapere – che la loro esperienza di difesa civile non armata e nonviolenta è possibile soprattutto grazie all’impegno di una vita di Pietro Pinna. Ciao Piero”.

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