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27/05/2016

 

Onu: stallo nei colloqui di pace sulla Siria, nessun incontro nel breve futuro

 

L’inviato speciale Staffan de Mistura conferma che non sono in programma nuovi incontri entro le prossime tre settimane. Le opposizioni vincolano la ripresa delle trattative alla fine delle violenze e alla distribuzione degli aiuti. Sul terreno continuano le violenze che mettono sempre più a rischio la fragile tregua. 

 

L’inviato speciale Onu per la Siria riferisce che non sono in programma nuovi colloqui di pace sul Paese nell’immediato futuro. Entro le prossime due o tre settimane è esclusa la possibilità di una ripresa delle trattative, mentre sul terreno continuano combattimenti e violenze che mettono sempre più a rischio la fragile tregua. 

Staffan de Mistura è intervenuto ieri ad una sessione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il capo della diplomazia Onu per la Siria ha sottolineato che servono ulteriori progressi per rafforzare il cessate il fuoco e distribuire gli aiuti umanitari, prima di riprendere le trattative. 

Le due settimane di colloqui “indiretti” Onu a Ginevra, in Svizzera, fra governo siriano e opposizioni si sono concluse il 27 aprile con un nulla di fatto. In un primo momento si era parlato di nuovi dialoghi a maggio, ma non vi è mai stato l’annuncio di date ufficiali. 

Fonti diplomatiche riferiscono che vi sono poche possibilità di partecipazione - ad oggi - dei gruppi di opposizione a un eventuale nuovo round di colloqui; le violenze sul terreno e la mancata distribuzione di aiuti rendono impossibile le trattative. 

La coalizione internazionale formata da 20 Paesi, che sostiene lo sforzo diplomatico Onu, sottolinea che spetta allo stesso de Mistura stabilire la data “appropriata” per un terzo round di incontri. 

Intanto l’inviato speciale delle Nazioni Unite si appella a Washington e Mosca, perché si adoperino sul campo per garantire la tenuta del cessate il fuoco, in vigore dal 27 febbraio scorso ma violato a cadenza pressoché quotidiana nelle ultime settimane. Ad oggi, conclude de Mistura, “vi sono moltissimi di civili che rischiano di morire di fame”. 

Il conflitto siriano, divampato nel marzo 2011 come rivolta civile contro il presidente Bashar al-Assad, ha causato almeno 280mila morti e originato una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di profughi.

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