Syrian Perspective

14 giugno 2016

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Giugno 15, 2016

 

Raqqa cade mentre gli islamisti svuotano le casse dopo la morte di al-Baghdadi

di Ziad Fadil

Traduzione di Alessandro Lattanzio

 

Il Maggior-Generale Ali Mamluq, sorridente al telefono alla notizia dell’eliminazione di al-Baghdadi ad opera della Syrian Arab Air Force. Il Generale Mamluq è a capo del Consiglio della Sicurezza Nazionale del Presidente. Ha da appena smentito di aver incontrato il capo dell’intelligence francese o che il Presidente abbia consegnato a una delegazione inglese i nomi dei terroristi inglesi dello SIIL.

 

Raqqa: tutte le notizie sono confermate. Se s’includono le famiglie dei ratti che infestavano al-Raqqa, oltre 5000 persone hanno appena lasciato la città per al-Musil, nel nord dell’Iraq. E va ancora meglio. Il capo del Tesoro dello SIIL, una scimmietta saudita di nome di Hatim al-Utaybi, è appena volato verso lidi sconosciuti con il 100% dei fondi, dell’oro e delle paghe accumulate dalla banda terrorista. I nostri rapporti insistono che abbia lasciato la Siria per l’Arabia Saudita dove ha intenzione di spendere i suoi guadagni illeciti per la carità preferita. La notizia della morte del califfo cedrone ha lasciato molti terroristi col mal di pancia, uno brutto, e molti infatti iniziano a prendere il largo ordinando ai gradi inferiori di “resistere” per il bene del Paradiso che li attende. Evidentemente, tale idea non è convincente come lo era 2 anni fa. Convogli interi di camion carichi di mobili, reperti, materassi e valigie rubati sono stati visti partire verso ovest dalla città. Alcune carovane sono state bersagliate dalla forza aerea, subendo tali danni da ricordare le scene di Saigon nell’aprile 1975. I ranger dell’EAS si sono consolidati seriamente a soli 3 km dalla base aerea di Tabaqa, mentre i difensori dello SIIL venivano visti fare i bagagli cercando di attraversare il fiume con barche a remi e gommoni. L’EAS è a soli 5 km dal centro di Tabaqa. La notizia della morte di al-Baghdadi e la promessa di non essere pagati hanno fatto alzare il vento alle vele dei terroristi, con numerose comunicazioni intercettate ed analizzate che mostrano un nemico completamente demoralizzato, incapace di montare anche una parvenza di difesa in un’infrastruttura o base aerea danneggiata. I tiratori scelti dell’EAS circondano il perimetro della base e i ratti temono di camminare sulla superficie aperta delle piste. (Buone notizie: viene confermato che i ratti non hanno scoperto le entrate nei depositi sotterranei della base, non avendo le competenze per farlo). SyrPer prevede che l’EAS assalti la base prestissimo senza quasi trovarvi difensori. Oggi, l’EAS ha riportato l’eliminazione di 18 terroristi dello SIIL e il ferimento di diversi altri. Tutti i combattenti nemici erano stranieri, molti provenienti da Arabia Saudita e Cecenia.

Con il PKK che avanza su Manbij sotto l’ombrello statunitense, la notizia di Raqqa non viene accolta con molto piacere. La popolazione povera attende con ansia l’arrivo dei salvatori dell’Esercito arabo siriano. Non aspettatevi che le prostitute mediatiche statunitensi mostrino le folle che salutano i liberatori. (Nota: i curdi non cooperano con gli Stati Uniti su Raqqa. E’ chiaro che sanno che la popolazione araba siriana preferirebbe di gran lunga lo SIIL a loro. Gli Stati Uniti ne sono chiaramente scontenti, pensando di vedere Obama sbarcare a Tabaqa sotto un cartello che dice: “MISSIONE COMPIUTA”, che noia…)

 

“Stiamo arrivando! Questo è il destino inevitabile di chi punta un’arma contro l’esercito e il popolo” (Stato Maggiore dell’Esercito e delle Forze Armate). Questo avviso è stato diffuso su Raqqa dagli elicotteri della SAAF. (Foto per gentile concessione del Partito Baath)

 

“Ultimi quindici minuti! Tu che hai un’arma, il momento della verità è arrivato. Il mondo cambia rapidamente. L’Esercito sta arrivando. Pensa a te stesso. Attendere ne va della tua vita. Non esitare, affrettati a gettare le armi per salvarti vita e futuro“. (Stato Maggiore dell’Esercito e delle Forze Armate).

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