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08/08/2016

 

Gli attacchi terroristi, i camion pieni di esplosivo e la jihad che l'occidente sostiene e tifa apertamente, senza vergogna.

 

La battaglia di Aleppo si accende. Le forze anti-Assad, asserragliate nella zona Est, hanno lanciato una massiccia controffensiva per forzare le linee nemiche e rompere l’accerchiamento che rischia di perderle e consegnare la città al controllo di Damasco.

 

Una controffensiva obbligata, quindi, da parte delle forze anti-governative. Salutata dagli organi di informazione mainstream con giubilo per le gesta vittoriose dei gloriosi “ribelli” siriani (ma lo sviluppo delle operazioni militari non è ancora chiaro).

 

Se si va a leggere le cronache, però, si vede come in questi articoli ricorra la sottolineatura che a rendere devastante l’attacco degli “eroi di Aleppo”, è l’uso di armi pesanti e più che sofisticate, quelle donate dai loro sponsor internazionali, molti dei quali sono in Occidente.

 

Ma soprattutto la tecnica dei «kamikaze», che usano buttarsi contro le postazioni nemiche con «camion» carichi di esplosivo.

 

Ricorda qualcosa? O forse la strage di Nizza è diventata un ricordo lontano, laddove un camion guidato da un kamikaze, ovvero un uomo votato alla strage e al suicidio, ha compiuto un’ecatombe? E i tanti kamikaze che hanno riempito d’orrore l’Occidente, non sono forse omologhi di quelli che vengono usati in quel conflitto? Anche quelli, alla guida del loro bel camion, urlano prima di compiere la loro missione suicida: «Allah Akbar!».

 

Più che probabile che abbiano gli stessi addestratori, anzi gli stessi programmatori, ché si deve subire il lavaggio del cervello per compiere certe azioni.

E che siano interscambiabili con quanti sono stati inviati in Occidente a far strage.

 

E ancora. Sul Corriere della Sera dell’8 agosto viene pubblicato il video di un drone che, per conto dei cosiddetti “ribelli”, documenta le loro eroiche gesta in Aleppo.

Si provi a guardarlo a partire dal primo minuto. Buona fattura, musica straniante in sottofondo, logo in bella evidenza in alto a destra. E si provi a confrontarlo con uno degli ultimi video dell’Isis, dal minuto due in poi.

 

Certo la location è differente e differente il soggetto, ma la mano sembra proprio la stessa: stessa regia, stesso montaggio, stessa fotografia, stessa colonna sonora.

 

Solo che quando combattono i soldati di Damasco e fanno strage di civili ad Aleppo si chiamano ribelli e sono degni di lode (d’altronde l’Occidente ha investito miliardi di dollari per conseguire il regime-change in Siria).

 

Quando, invece, spargono sangue in Occidente si chiamano terroristi. Questione di definizioni. E di informazione. Quella su questa sporca guerra siriana sarà giudicata dalla storia.

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