Fonte: Al Manar

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Set 12, 2016

 

Tregua in Siria. Reggerà?

di Yusuf Fernandez

Traduzione di Luciano Lago

 

La sospensione delle ostilità raggiunta dalle parti in Siria potrà durare?

In primo luogo e apparentemente, la notizia di una tregua in Siria sembrerebbe una buona notizia. Esiste tuttavia, dal punto di vista militare, un serio interrogativo? Chi rispetterà la tregua dalla parte dei gruppi armati che combattono contro l’Esercito siriano?

Non soltanto l’ISIS ed il Fronte Al Nusra– i due gruppi esclusi dalla tregua- hanno manifestato il loro rifiuto alla stessa, ma anche un gruppo come “Ahrar al Sham“, la cui classificazione come gruppo terrorista era stata contestata dagli USA pochi giorni fa in sede ONU, ha manifestato la sua opposizione alla stessa.

Questo lascerà come possibili aderenti alla tregua soltanto alcuni gruppi di piccola entità, sostenuti dagli USA, ma che nell’insieme rappresentano molto poco sul campo di battaglia e non costituiscono un nemico reale per l’Esercito siriano e neppure per le organizzazioni più estremiste.

 

Molti dei componenti di questi gruppi sono arrivati già agli stessi accordi di riconciliazione con l’Esercito siriano e questo ha permesso la pacificazione di quasi 600 località in tutto il paese. In ogni caso, l’accordo potrebbe portare, nel migliore dei casi, ad una riduzione della violenza in Siria, dove l’Esercito siriano affronta il gruppo “Yaish al Islam”, una coalizione diretta dal Fronte Al Nusra.

Alcuni analisti russi, come Dimitri Kosirev, considerano che la firma dell’accordo sulla riduzione delle ostilità presuppone un riconoscimento da parte degli USA della forza dell’Esercito siriano e delle sue avanzate, già che Washington non ha mai presentato queste proposte quando credeva che i gruppi armati oppositori avrebbero potuto ottenere un rovesciamento di regime a Damasco. “Rimane chiaro che gli USA non avrebbero mai accettato questo accordo se ci fosse stata una opportunità per una loro vittoria, che è a dire, per un possibile cambiamento di regime in Siria. Questo accordo permette agli USA di continuare ad essere una potenza influente nella regione”, afferma l’analista.

“L’accordo è finalizzato in primo luogo ad impedire che la Siria ed i suoi alleati, inclusa la Russia, l’Iran, ecc.. lancino attacchi contro i gruppi armati appoggiati dagli USA. In teoria, queste milizie dovrebbero adesso smettere di combattere e negoziare con Damasco”, ha riferito Kosirev.

Tuttavia gli USA hanno continuato, fino alla fine, senza voler separare i gruppi terroristi, come il Fronte Al Nusra, Yund al Aqsa ed altri dai denominati “ribelli moderati”. Questo è avvenuto forse perchè non è stato materialmente possibile, visto che questi ultimi combattono al fianco dei primi, dei terroristi. In questa occasione, gli USA sembrano aver dato un ultimatum ai loro ribelli, nel senso che se questi se non si separeranno da Al Nusra, gli verrebbe tolto l’appoggio miltare fino ad oggi fornito.

Bisognerà vedere se questi finiranno per prendere le distanze e, nel caso che lo facciano, occorrerà vedere se Washington manterrà la sua parola e porrà fine all’appoggio che fino ad oggi a fornito ai terroristi.

L’ISIS ed Al Nusra ed i gruppi che sono allineati con questi, continueranno a combattere e potranno essere obiettivo allora di una operazione congiunta che metta assieme gli USA, la Russia e le autorità siriane. Tuttavia se i gruppi terroristi cercheranno di rafforzarsi, come era avvenuto nel corso della precedente tregua di Febbraio, la Siria, la Russia e l’Iran reagiranno e l’accordo della tregua fallirà.

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