Alberto Negri - 18/09/2016 - Il Nobel per la pace Obama ha venduto 100 miliardi di dollari di armi all’Arabia Saudita in otto anni di presidenza e questa settimana 38 miliardi in un colpo solo a Israele nonostante sia una potenza nucleare con 200 testate e non aderisca al Trattato di non proliferazione (fonte Colin Powell ex ministro della Difesa Usa). I sauditi, che con il 25% dei fondi sostengono la campagna della Clinton, hanno perso in Siria la guerra per procura per abbattere Assad e non riescono a vincere neppure quella in Yemen contro i ribelli Houthi pur continuando a bombardare i civili e la capitale Sana’a. In Siria gli Usa stanno usando la tregua per concedere spazio ad Al Nusra, organizzazione terrorista che faceva riferimento ad Al Qaeda, da utilizzare in chiave anti-iraniana e anti-russa, oltre che contro Assad. Allo stesso tempo hanno accettato che Erdogan continuasse a bombardare i curdi, senza dire una parola, come del resto l’Europa, sulla repressione interna di Ankara contro giornalisti, scrittori e gente comune. Ma non dobbiamo prendercela troppo con Obama, fare il piazzista d’armi, come sanno anche Putin, Hollande e gli inglesi, è un mestiere duro e sicuramente quando torna alla Casa Bianca è costretto a fare alla sua ingrata famiglia lo stesso accorato discorso di Alberto Sordi in “Finché c'è guerra c'è speranza” -

 

Paolo Sensini - 18/09/2016 - Di strage in strage, le bombe sganciate dagli americani in Siria colpiscono di preferenza gli obiettivi sbagliati, cioè l'esercito regolare siriano e quasi mai i tagliagole dell'ISIS. Avviene così dal giugno 2014, quando i seguaci del Califfo al-Baghdadi sono dilagati in Siria e Iraq senza che gli aerei del Premio Nobel Obama gli sganciassero sulla testa nemmeno una bombetta. Tanto poi c'è sempre il solito mantra per giustificare l'avvenuto pateracchio: "è stato uno sbaglio", "abbiamo colpito per errore". Ogni volta è così. Ma perché imporre una tregua nel momento in cui gli jihadisti si trovano alle strette e poi, dopo che gli americani ingiungono lo stop delle operazioni, si colpisce la parte "sbagliata"? È un comportamento strano e incomprensibile da parte di chi addita l'ISIS come il nemico mortale e puntualmente gli toglie le castagne dal fuoco. Fortuna che in Occidente siamo persone civili e rigettiamo per principio il gomblottismo, altrimenti verrebbe da pensar male. Quello lo riserviamo al cattivone per antonomasia Putin, che si diverte ad hackerare le email e avvelenare la povera Clinton. Insomma, il leader russo è meglio del Joker nei film di Batman.

 

Redazione Ansa - 18 settembre 2016 - L'amministrazione Obama ha espresso il rammarico americano per la "perdita di vite non intenzionale" a seguito dei raid aerei della coalizione internazionale anti Isis a guida Usa, che hanno ucciso decine di militari siriani. Visto quanto accaduto, Mosca è giunta alla conclusione che Washington difende l'Isis: questa la posizione espressa dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: "Se prima nutrivamo sospetti che tutto questo era per difendere Jebhat al-Nusra, adesso siamo giunti alla spaventosa conclusione che la Casa Bianca difende l'Isis". Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunisce d'urgenza in queste ore a New York, per "consultazioni" sulla Siria.

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