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20/10/2016

 

Tregua ad Aleppo, Mosca estende di tre ore la “pausa umanitaria”

 

L’obiettivo è favorire l’uscita sicura dal settore orientale ai civili e ai miliziani che intendono abbandonare la guerra. Allestiti sei corridoi “sicuri” per far evacuare i civili, in particolare anziani e feriti. Altri due corridoi riservati ai combattenti armati. Continua il braccio di ferro fra Mosca e occidente. 

 

È entrata in vigore oggi la “pausa umanitaria” annunciata da Mosca e che prevede l’interruzione per alcune ore dei bombardamenti e dei raid aerei congiunti russo-siriani su Aleppo, dove si sta consumando la madre di tutte le battaglie. L’obiettivo della mini-tregua promossa in via unilaterale dal Cremlino, è quella di favorire l’uscita sicura dal settore orientale, controllato dai ribelli, di civili e miliziani che decidono di abbandonare la lotta armata. 

Nelle ore che hanno preceduto l’inizio del cessate il fuoco, il governo russo ha sottolineato che Mosca e Damasco hanno interrotto gli attacchi aerei due giorni prima del previsto. La pausa è stata inoltre estesa per altre tre ore, passando da otto a undici. E le autorità militari russe non escludono che possa essere prolungata. 

Da un mese Aleppo è teatro di una imponente battaglia fra l’esercito siriano, sostenuto dai raid aerei russi, e le milizie ribelli - insieme a gruppi jihadisti - che controllano il settore orientale; dalla zona partono missili e razzi che, anche di recente, hanno colpito scuole, chiese e abitazioni della zona ovest provocando vittime civili, fra cui bambini. 

La “pausa umanitaria” è iniziata in via ufficiale alle 8 di questa mattina ora locale e avrebbe dovuto continuare fino alle 5 del pomeriggio. Fonti militari russe confermano però che l’interruzione nei raid e bombardamenti continuerà fino alle 7 di sera ora di Damasco. Alcune fonti dell’esercito siriano parlano persino di “tre giorni” di stop nei combattimenti. 

Mosca e Damasco hanno offerto alle milizie combattenti due “speciali corridoi” lungo i quali possono uscire dalla città “con le loro armi”. Tuttavia, i jihadisti di Jabhat Fateh al-Sham, conosciuti in passato come Fronte di al Nusra ( legato ad al Qaeda), hanno già respinto l’offerta russa di abbandonare la città. I miliziani intendono continuare la guerra, assieme ad altre fazioni ribelli di primo piano che hanno bocciato l’offerta di Mosca definendola solo “un espediente”. 

Intanto continua lo scontro fra Mosca e l'occidente, con Stati Uniti e diverse nazioni europee vicine al fronte dei ribelli. I leader occidentali insistono che i raid aerei del Cremlino su Aleppo costituiscono un “crimine di guerra”.

Una accusa rilanciata ieri dal presidente francese François Hollande, durante un incontro multilaterale a Berlino al quale hanno partecipato anche l’omologo russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha definito i raid “disumani”. 

Ancora una volta Putin ha respinto con sdegno le accuse, parlando di vuota “retorica” che non tiene conto della “realtà dei fatti” in Siria. Per Mosca, infatti, gli alleati occidentali dicendo di voler proteggere gli oppositori di Assad, proteggono anche "i terroristi".

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