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19 ottobre 2016

 

Aerei belgi hanno bombardato a nord di Aleppo. Per l’Ocha insufficiente la tregua russa

di Guido Keller

 

La Russia ha accusato il Belgio di aver bombardato ad Hassadjek, nel governatorato siriano di Aleppo, non meglio precisati obiettivi uccidendo sei civili e ferendone quattro. Per questo motivo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha chiesto “un’adeguata reazione della coalizione Usa, del Belgio stesso e delle organizzazioni internazionali, che criticano l’operazione russa contro i terroristi ad Aleppo”.

Per Zakharova “Ci sono i fatti e non è possibile che questi passino inosservati”, dal momento che “sei persone sono rimaste uccise e altre quattro ferite a causa di un bombardamento che ha distrutto due case” nella notte tra lunedì e martedì. “Gli aerei russi e siriani – ha spiegato la portavoce in conferenza stampa – non erano in questo settore. Ma gli aerei della coalizione internazionale svolgono missioni nella regione” e “due F-16 dell’aviazione belga sono stati avvistati in questo settore al momento” del bombardamento. “Se l’attacco non verrà condannato – ha aggiunto – la Russia non avrà altra scelta: per noi significherà un tentativo di sostegno ai terroristi che rimangono in Siria”.

Pronta la smentita del Belgio, il cui portavoce del ministero degli Esteri Laurence Mortier ha affermato che “Non siamo stati nella zona. Non siamo stati coinvolti nell’attacco che è stato detto”.

Al momento la cosa non è quindi chiara, ma la tensione resta alta, poiché è certa la presenza di aerei della coalizione nei cieli siriani anche su aree non occupate dall’Isis. A questo si aggiunge il fatto che di recente il presidente russo Vladimir Putin ha autorizzato il piazzamento di batterie missilistiche anti-aereo e anti-missile S-300 e S-400 a Latakia.

E’ invece ormai certa la tregua proclamata ad Aleppo da parte dei russi e dei siriani: il capo della direzione operativa dello stato maggiore, il generale Sergei Rudskoy, ha comunicato oggi che è stato stabilito di aggiungere altre tre ore alla sospensione degli attacchi, per cui la tregua sarà in vigore dalle ore 7.00 alle ore 18.00 (ora italiana).

Lo scopo è portare soccorso ai feriti e dare la possibilità agli abitanti di lasciare la città e ai combattenti di arrivare nella regione di Idlib, controllata dai ribelli.

Sono otto i corridoi disegnati, sei per i civili e due per i combattenti, e Rudskoy ha spiegato che “Al fine di prevenire possibili provocazioni, le vie d’uscita saranno controllate dai droni. Per evacuare i malati e i feriti sulla rotta a nord sono stati preparati nove autobus e sette ambulanze, a sud otto autobus e otto le ambulanze. I mezzi saranno concentrati nei punti di attraversamento entro le ore 8 del mattino del 20 ottobre”.

Il portavoce dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite (Ocha) Jens Laerke ha lamentato da Ginevra che “Prima di poter fare qualcosa di veramente significativo abbiamo bisogno di garanzie da tutte le parti”, dal momento che ancora non è chiaro se il governo di Damasco onorerà la tregua, come neppure se faranno altrettanto i ribelli qaedisti di Jabat Fath al-Sham e i salafiti di Jaysh al-Islam e di Ansar al-Sham.

“Inoltre – ha continuato Laerke – abbiamo bisogno di un minimo di 48 ore”, aggiungendo che la tregua indetta dalla Russia è troppo breve.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova ha ribattuto alla diffidenza dell’Onu circa la tregua indetta ed ha affermato che “La parte russa ha fatto quello che doveva per la tregua. Ora ci si chiede cosa impedisce all’Onu di portare gli aiuti umanitari?”. “Se la pausa non verrà usata – ha aggiunto -, se non c’è un’azione della coalizione, vuol dire che il compito non era quello di consegnare gli aiuti” ma un “sostegno dei miliziani”.

In passato infatti con gli aiuti umanitari sono transitati anche armi ed equipaggiamenti, mentre è rimasta disattesa la richiesta della Russia di formulare una distinzione fra quelli che sono i gruppi ribelli e quali quelli terroristici. “Oggi non c’è un motivo per non arrivare” a un discernimento tra terroristi e opposizione moderata, ha detto Zakharova.

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