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05/12/2016

 

Metà del settore orientale di Aleppo in mano ad Assad

 

L’obiettivo dei lealisti è riconquistare l’intera metropoli nelle prossime settimane. Decine di migliaia gli sfollati, si teme un nuovo esodo di civili. Oggi il Consiglio di sicurezza Onu vota una risoluzione per il cessate il fuoco temporaneo. 

 

Le truppe del governo siriano hanno assunto il controllo della metà di Aleppo est, strappando oltre il 50% del territorio alle milizie ribelli e ai gruppi jihadisti. Il gen. Samir Sulaiman, capo dell’esercito fedele al presidente Bashar al Assad, auspica entro poche settimane di riportare sotto il controllo di Damasco l’intera metropoli del nord del Paese.

Secondo alcune fonti, finora non confermate, i governativi avrebbero strappato oltre i due terzi dei territori, nel contesto di un'offensiva che rischia di trasformare la città in un “gigantesco cimitero”

Decine di migliaia di persone risultano sfollate; negli ospedali del settore orientale si opera senza l’uso di anestesia e ogni giorno si registrano decine di vittime e feriti fra soldati e combattenti di entrambi i fronti. I caccia governativi bombardano i quartieri ancora nelle mani dei ribelli, mentre dal settore orientale piovono razzi su palazzi, case, scuole di Aleppo ovest. 

In risposta all’avanzata dei governativi, le milizie ribelli si stanno ritirando raggruppandosi a sud della metropoli, nei quartieri a maggiore densità di popolazione. Il timore è che i combattimenti possano generare un nuovo esodo di civili. Fonti non ufficiali parlano di trattative fra Mosca - principale alleato di Damasco - e alcuni leader ribelli per organizzare l’evacuazione di feriti e malati dalle zone sotto assedio. 

Prima della guerra Aleppo era la seconda città per importanza della Siria, oltre che il suo principale motore economico e commerciale. Dal 2012 è divisa in due settori: occidentale, dove vivono 1,2 milioni di persone, sotto il controllo del governo; la zona orientale, circa 250mila persone, nelle mani delle milizie ribelli e di gruppi jihadisti.

Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base a Londra e una fitta rete di informatori sul territorio, da metà novembre sarebbero morti oltre 300 civili nel contesto dell’assedio lanciato sul settore orientale. 

Oggi, infine, il Consiglio di sicurezza Onu è chiamato a votare una risoluzione che chiede il cessate il fuoco temporaneo ad Aleppo e l’accesso umanitario alle zone sotto assedio. Gli osservatori concentrano le loro attenzioni sulla Russia, che potrebbe usare il diritto di veto per bloccare l’iniziativa, come avvenuto già in passato. 

Mosca ha proposto una tregua rinnovabile per 24 ore; dall’accordo sarebbero esclusi i gruppi jihadisti, fra i quali l’ex fronte di al Nusra. 

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