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13/12/2016           

 

Niente accordo Usa-Russia sulla tregua ad Aleppo

 

Sulla pelle dei civili. Mentre l’esercito siriano annuncia di aver riconquistato la quasi totalità di Aleppo, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov boccia la proposta americana di una tregua umanitaria immediata per la seconda città siriana.

La posizione della Russia è semplice: mentre vengono discussi i dettagli di un possibile cessate il fuoco, l’offensiva contro gli ultimi ribelli continua.

“Avendo ben presenti i precedenti, visto che i militanti sfruttano ogni tregua per radunare le forze e ricevere rifornimenti in munizioni dall’esterno e terrorizzare la popolazione pacifica in modo ancora più feroce, dobbiamo prima trovare l’accordo sui dettagli dei possibili corridoi umanitari. E su questo ci possiamo accordare con gli americani piuttosto rapidamente” ha detto Lavrov in conferenza stampa.

I due principali attori esterni del conflitto siriano si confrontano a distanza su posizioni apparentemente inconciliabili. Il Dipartimento di Stato americano scarica sulle spalle di Mosca la responsabilità di ogni ritardo per stabilire una tregua.

John Kirby, Vice Segretario di Stato per gli Affari Pubblici: “Invece d’accettare la proposta statunitense di una cessazione immediata delle ostilità, la Russia ci ha informato che non ci sarà nessuna tregua prima di diversi giorni e questo significa che l’offensiva del regime e dei suoi alleati su Aleppo continuerà fino a quando non sarà stabilito un accordo. Vista la situazione di estrema gravità ad Aleppo, i continui attacchi ai civili ed una città distrutta, è una posizione semplicemente inaccettabile” ha detto Kirby in conferenza stampa.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha denunciato le atrocità subite, anche nelle utlimissime fasi dell’offensiva militare siriana su Aleppo, da un gran numero di civili, inclusi donne e bambini.

 

euronews - 12/12/2016 - Le forze armate siriane sostenute dall’aviazione russa sono entrate nella fase finale della riconquista di Aleppo. Secondo fonti di Mosca, i soldati di Damasco controllerebbero ormai oltre il 95 per cento della città, mentre i riballi sarebbero ormai costretti in una zona di pochi chilometri quadrati tra Tell Zarazir e Bustan Qasr, da una parte e Mashhad e Sukkari dall’altra. Dall’inizio dell’offensiva, in base a quanto dichiarano al ministero russo della Difesa, più di 2000 ribelli si sono arresi e sono stati graziati, mentre secondo alcune stime almeno centomila civili sono ancora nelle zone controllate dai ribelli. Infine, il nunzio apostolico cardinale Zenari ha consegnato al presidente siriano Bashar al-Assad la lettera di papa Francesco, con cui il pontefice chiede di moltiplicare gli sforzi per far cessare la guerra, definita “un cumulo di soprusi e di falsità”.

 

euronews - 12/12/2016 - L’esercito siriano continua a fare pressione sui ribelli asserragliati ad Aleppo. La città, finora roccaforte degli insorti e dell’Isil, starebbe per cadere in mano alle forze governative. Secondo fonti di Damasco i ribelli avvrebbero perso il quartiere di Sheik Saeed, nel settore meridionale, e quelli di Salihen e di Karam al-Dada, in quello orientale. Stati Uniti e Russia sarebbero pronti a garantire ai miliziani una via di fuga dalla città; fonti russe tuttavia negano che si sia stipulato un accordo sul punto. Con il conflitto che entra nel suo sesto anno, la crisi siriana, nonostante i risultati di Aleppo, rimane dall’esito incerto. La situazione più difficile si registra a Palmira, dallo scorso marzo ripresa dalle forze lealiste, dove i combattenti dello Stato islamico hanno fatto ritorno in forze, riconquistandola. Nelle ultime 24 ore sono 13000 i civili riusciti a fuggire da Aleppo, secondo fonti militari russe. Secondo le stesse fonti almeno 728 miliziani ribelli si sarebbero arresi all’esercito siriano.

 

euronews - 11/12/2016 - A Ginevra gli Stati uniti avrebbero convinto la Russia ad accordare dei salvacondotti agli ultimi combattenti jihadisti presenti ad Aleppo est. Almeno questo dicono gli stessi jihadisti, smentiti però immediatamente da Mosca. Il Cremlino nega qualunque firma di qualunque accordo di questo tipo. Attualmente, meno di un decimo del territorio sarebbe ancora nelle mani dei fondamentalisti armati. La seconda città della Siria sta per cadere, regalando al presidente Bashar Al Assad la più grande vittoria in quasi 6 anni di guerra civile. C‘è chi teme, comunque che molti militanti di Al Nusra e degli altri gruppi islamici anti-regime possano già aver abbandonato le armi per potersi salvare nascondendosi fra la folla dei profughi civili in fuga.

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