Fonte: RT Actualidad

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Apr 06, 2016

 

Dal fallimento del programma degli USA in Siria, il Pentagono non apprende ma insiste

Traduzione e nota di Luciano Lago

 

Le armi ed il denaro di provenienza USA erano destinati agli jihadisti in Siria

Gregory Copley, analista del portale “Defence & Foreign Affairs”,  riferisce quale era l’obiettivo delle forniture degli USA in Siria ed il ruolo che svolge la Turchia in questo conflitto.

Vari analisti dell’Intelligence statunitense sono stati estromessi per aver questi segnalato che il programma del Pentagono di addestrare gruppi di miliziani jihadisti “moderati”, con uno stanziamento di parecchi milioni di dollari (500 milioni di US. Dollari) era un programma destinato al fallimento, lo comunica Gregory Copley, analista del portale Defence & Foreign Affairs, nel corso di una intervista alla rete RT.

 

Secondo Copley, il Pentagono non sembra aver appreso dai suoi errori visto che risulta aver da poco iniziato un nuovo programma di addestramento destinato presumibilmente a formare un nuovo gruppo di miliziani per combattere l’ISIS (con l’obiettivo reale di rovesciare il Governo di Damasco).

Copley afferma che molti settori nella stessa Amministrazione e nelle Forze Arnate USA non sono d’accordo con questo programma che prevede di puntare su addestramento ed armamento di jihadisti che gia’ nel passato hanno appoggiato Al Qaeda (Fronte al Nusra in Siria) per poi passare con tutte le loro armi all’ISIS (Daesh in arabo).

In questo contesto l’analista sottolinea che le armi ed i finanziamenti erano destinati agli jihadisti radicali in Siria nel tentativo di creare una opposizione moderata, stabile ed affidabile al regime di Al Assad, cosa che si è’ rivelata un completo fallimento.

Per quello che si riferisce alle informative relative alla campagna degli USA contro lo Stato Islamico, Copley dice che “non c’è dubbio che la presentazione del successo e dell’efficiacia di questi gruppi moderati anti Assad  sia ampiamente esagerata per dare a vedere che la campagna di Obama contro l’ISIS sia stata un successo”.

Divisione con Erdogan

Il Pentagono sta riconsiderando il suo appoggio fornito ai ribelli, riconoscendo  che l’unica opposizione affidabile che ha sostenuto contro l’ISIS è quella costituita dai gruppi curdi, fatto questo che ha portato gli USA ad un confronto diretto con la Turchia, aggiunge l’editore. Secondo Copley,  questo fatto ha causato una frattura che sta divenendo molto accentuata fra Erdogan ed il Presidente  statunitense. Questo è avvenuto perchè “Obama si è sentito non solo molto imbarazzato per il fallimento della coalizione nella lotta contro l’ISIS, ma anche perchè gli USA appoggiano la Turchia che letteralmente deve la sua sopravvivenza nella frontiera alle continue attività svolte con l’ISIS”.

In questo contesto, l’analista asserisce  in modo conclusivo che, una volta che l’ISIS scompaia, i curdi si posizioneranno sulla frontiera con la Turchia e continueranno la loro lotta portando il conflitto all’interno della Turchia.  Di conseguenza la guerra  che la Turchia ha iniziato in Siria sarà di ritorno ad Ankara per causa del fallimento dei piani di Erdogan di salvare l’ISIS.

Nota: da questa analisi si denota l’ossessione di Obama e della sua amministrazione di voler rovesciare ad ogni costo il governo di Assad e di procedere nel smembramento della Siria, nonostante l’alto numero di vittime e di disastri causati fino ad ora nel paese. Si evidenzia altresì il ruolo nefasto della Turchia, quale  Stato canaglia sostenitore e sponsor del terrorismo islamista e della complicità dell’Amministrazione USA e dei suoi alleati (Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita, Qatar) nel conflitto e nel sostegno al terrorismo di marca islamica, wahabita e salafita.  Ciascuno può trarre le conclusioni circa la politica dell’Unione Europea di sostegno e di soggezione ai ricatti del turco Erdogan e di quanto suonino vuoti e retorici gli appelli dei governanti  europei per la  lotta al terrorismo.

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