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http://sputniknews.com/

06.05.2016

 

La Discesa autoritaria della Turchia mette pressione sulla NATO

 

L’allontanamento di Erdogan dalla laicità costituzionale, sta aumentando la pressione sull’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), lo ha affermato Venerdì la società di intelligence privata US Soufan Group.

 

Giovedì, il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha confermato le notizie di stampa che annunciavano le sue dimissioni dalla carica di leader di governo del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) e, di conseguenza, dalla carica di primo ministro del paese.

 

"Le recenti mosse della Turchia, un membro della NATO, verso un uomo solo al governo che si allontana dalla laicità costituzionale stanno mettendo pressione sull’alleanza", afferma il rapporto.

La società sostiene che la regola dell’uomo forte è diventata più attraente a causa dei cambiamenti economici e demografici del paese. Davutoglu ha detto che le dimissioni non sono state una sua scelta, ma una necessità, a causa della mancanza di unità nella leadership dell'AKP. I media hanno ipotizzato che Erdogan potrebbe sostituire Davutoglu con il nipote, Berat Albayrak. Prosegue il rapporto; sia l'Unione europea che la NATO trovano preoccupanti i recenti sviluppi in Ankara.

 

"Data la centralità della Turchia negli affari continentali, le macchinazioni di Erdogan si estendono ben oltre i corridoi politici di Ankara", afferma il gruppo.

Davutoglu è stato nominato primo ministro del paese nel 2014. I suoi rapporti con Erdogan si sono deteriorati a causa del desiderio del presidente di ottenere più potere passando a un sistema presidenziale, così come diverse posizioni sulla libertà di espressione in Turchia.

 


http://sputniknews.com/

06.05.2016

 

Turkey’s ‘Authoritarian Descent’ Puts Pressure on NATO

 

Erdogan, and away from constitutional secularism is increasing pressure on the North Atlantic Treaty Organization (NATO), the US private intelligence firm Soufan Group said on Friday.

 

On Thursday, Turkish Prime Minister Ahmet Davutoglu confirmed media reports that he would step down from the post of ruling Justice and Development Party’s (AKP) leader and consequently the post of the country's prime minister.

 

"A NATO member, Turkey’s recent moves toward one-man rule and away from constitutional secularism are putting pressure on the alliance," the report stated.

The firm argued that the strong-man rule has become more appealing because of economic and demographic changes in the country.

Davutoglu said the resignation was not his choice but a “necessity” because of lacking unity in the AKP leadership. Media speculated that Erdogan could replace Davutoglu with his son-in-law Berat Albayrak.

The report continued that both the European Union and NATO find recent developments in Ankara troubling.

 

"Given the centrality of Turkey in continental affairs, the machinations of Erdogan extend far beyond the political halls of Ankara," the group said.

Davutoglu was appointed as the country's Prime Minister in 2014. His relations with Erdogan deteriorated because of the president’s wish to gain more power by switching to a presidential system as well as different stances on freedom of speech in Turkey, according to reports.

 

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