Noi, cittadini europei, uomini e donne di pace e di progresso chiediamo all’Unione europea di agire per un immediato cessate-il-fuoco in Turchia, l’instaurazione di un dialogo nazionale sul rispetto dei diritti fondamentali, espressione della libertà e della democrazia.

FIRMA LA PETIZIONE del Partito della Sinistra Europea. 


Fonte: change.org

Da: ki.noblogs.org

domenica 14 febbraio 2016

 

Turchia: stop ad orrore e repressione sul popolo curdo! La petizione del Partito della Sinistra Europea

di Maribù Duniverse

 

Per la pace, la democrazia e i diritti umani in Turchia. Fermare la guerra!

 

Con il pretesto della “lotta al terrorismo”, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan da diversi mesi sta portando avanti un vero e proprio progetto di terrore e di guerra nel suo paese, in particolare nella regione curda della Turchia.

Questo scoppio di violenza contro i curdi ed i popoli della Turchia può essere definito come crimine contro l’umanità e ha già fatto diverse centinaia di vittime, tra cui molti bambini, e 200.000 sfollati. E ora, Selahattin Demirtas, co-presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP) che ha ottenuto il 10% alle ultime elezioni, è direttamente minacciato dal Presidente Erdogan.

“La democrazia, stato di diritto, i diritti umani, il rispetto delle minoranze e la loro protezione” (articolo 1 bis del trattato di Lisbona) non sono garantiti in Turchia, dove vengono attaccati attivisti progressisti di tutti i giorni, giornalisti, donne o uomini, avvocati, uccisi, e intere popolazioni sono terrorizzate. Bombardamenti, omicidi politici, arresti e imprigionamenti di parlamentari eletti e di giornalisti, città sotto coprifuoco e assedio, circondate dall’esercito, civili uccisi da cecchini sono diventati eventi di routine nella Turchia governata dall’AKP.

Tutte le persone, in particolare di sinistra e le forze progressiste di opposizione ad Erdogan sono dichiarate “terroriste”. Dare notizie dei crimini AKP è proibito, editori e giornalisti sono in prigione. La libertà popolare di informazione è stata distrutta.

In totale impunità, il presidente turco ha anche attaccato i leader delle organizzazioni europee progressiste che sostengono l’HDP, come Maite Mola, Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, portata davanti alla giustizia “per aver insultato il capo dello Stato” a causa della sua partecipazione ad una manifestazione di denuncia della corruzione del governo.

Nonostante I suoi principi, in un momento in cui il mondo sta scoprendo i rapporti ambigui tra la forza al potere in Turchia e ISIS, l’UE ha deciso di riaprire il processo di adesione della Turchia all’Unione europea e monetizzare fino a 3 miliardi di euro un criterio di conservazione sul suo territorio (e in quali condizioni!) dei migranti in fuga e dei rifugiati della guerra in Iraq e in Siria.

Noi, cittadini europei, uomini e donne di pace e di progresso rifiutiamo l’indifferenza e l’ipocrisia dei leader europei, che devono opporsi alla politica di distruzione e allo stato di terrore organizzato dal presidente turco, dal suo governo e dal suo partito islamico-conservatore, AKP.

E' urgente che l’UE ei suoi Stati membri adottino iniziative attive per proteggere i popoli della Turchia, soprattutto nelle province curde, per l’istituzione di un processo negoziale per la pace, la democrazia ei diritti umani in Turchia.

Per il suo successo, è essenziale che, sulla base delle esperienze passate, i negoziati di pace siano intrapresi in modo trasparente e democratico, coinvolgendo la società civile e discutendone nel parlamento nazionale, come proposto dall’HDP.

 

E' possibile esercitare pressioni sulle autorità turche attraverso le seguenti misure:

 

Cancellazione di tutti i pagamenti di miliardi di euro in sovvenzioni alla Turchia; 

 

Chiedere al Governo Turco di rompere tutti i rapporti finanziari, logistici ed economici con ISIS;

 

Sospendere gli accordi di cooperazione di polizia , giudiziari e militari; 

 

Fermare qualsiasi discussione sul processo di adesione della Turchia all’UE fino a quando la violenza continuerà;

 

La rimozione della PKK dalle liste delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea.

 

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