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February 10, 2016

 

KCK sulla strage di Cizîra Botan:
I nostri martiri saranno vendicati

 

La co-presidenza del consiglio esecutivo del KCK (Comunità del Kurdistan Unione) ha descritto il massacro dei feriti a Cizîra Botan come un’operazione di vendetta selvaggia guidata da una mentalità genocida, e ha sottolineato che con le proprie forze vendicheranno la morte di ogni martire.

La co-presidenza del Consiglio esecutivo del KCK ha dichiarato che la guerra del governo dell’AKP nel Kurdistan ha raggiunto livelli senza precedenti, come forze di Stato nelle zone civili e stanno commettendo numerosi crimini di guerra. Il KCK ha sottolineato che la strage di Cizîra Botan, in cui i militari hanno ucciso dieci insorti e decine di civili, è stata una chiara evidenza dei crimini di guerra dell’AKP. Il KCK ha commemorato le vittime della strage di Cizîra Botan, definendola come operazione di vendetta selvaggia secondo una mentalità genocida dello stato turco. Il KCK con la forza della libertà vendicherà la morte di ogni martire a Cizîra Botan.

Il KCK ha osservato che la cospirazione contro il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan, di cui ricorre l’anniversario questa settimana, è stato l’esempio principale della politica di genocidio dello stato turco. Il KCK ha dichiarato che i curdi condurranno gli autori del massacro di Cizîra Botan di fronte alla giustizia.

IL KCK ha sottolineato che il governo dell’AKP sta andando verso la propria fine con il bombardamento di civili nelle città curde, non può più governare un paese dove vivono insieme popoli diversi dopo i gravi crimini di guerra che ha commesso. Il KCK ha osservato che se il governo metterà in atto le sue politiche di guerra contro i curdi, o contro le persone che vogliono democratizzare la Turchia, si dovrà lottare e resistere per porre fine alle attuali politiche dell’AKP. Il KCK ha dichiarato che l’AKP non avrà un futuro politico se insiste a voler unire il paese attraverso la violenza e il popolo curdo insieme alle forze democratiche in Turchia sconfiggerà le politiche dell’AKP, democratizzerà il paese e risolverà la questione curda.

La co-presidenza del consiglio esecutivo del KCK ha invitato tutti i popoli e le forze democratiche in Turchia a rendersi conto che è in corso una guerra che ha come obiettivo il popolo curdo e di continuare a resistere e solidarizzare contro le politiche dell’AKP. Il silenzio di oggi significherebbe incoraggiare il fascismo e il genocidio e tutte le forze democratiche sono invitate a insorgere in tutta la Turchia, in particolare nelle aree metropolitane.

La co-presidenza del KCK ha dichiarato che il governo dell’AKP continua a mostrare ostilità verso il popolo kurdo lasciando solo due opzioni; o di rinunciare alle richieste di democrazia e libertà o ad affrontare le politiche di morte e massacro. La decisione dell’AKP di una guerra totale e il genocidio è iniziato nell’estate del 2014 e continuato nel 2015.

Il KCK ha chiamato il popolo curdo a resistere contro gli attacchi del governo dell’AKP che mira a schiacciare la lotta per la libertà del popolo kurdo. Si è inoltre ricordato le recenti dichiarazioni di funzionari dell’Akp che ricordano che la Turchia non ripeterà gli stessi errori del Sud Kurdistan rispetto al Rojava, confermando l’odio dell’AKP verso il Rojava e il Nord Kurdistan. L’ odio dell’AKP verso Rojava è causato dalle perdite che il suo alleato ISIS ha subito dalla resistenza in Rojava.

Il KCK ha anche ricordato l’anniversario del diciottesimo anniversario del complotto internazionale contro il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan, dichiarando che l’isolamento assoluto e l’oppressione di Ocalan sono il ground zero delle attuali politiche di genocidio.

Il KCK chiama il popolo curdo a insorgere contro l’isolamento di Ocalan e il continuo perpetrarsi del genocidio, per sconvolgere i piani di propaganda del consenso e silenzio attraverso la forza bruta e la violenza dell’AKP.

Infine il KCK ha dichiarato che la tortura e il massacro di civili feriti a Cizîra Botan mira a spezzare la volontà del popolo curdo, e ha invitato tutti ad accrescere la resistenza contro la mentalità reazionaria e genocida dell’ AKP.

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18 febbraio 2016

 

Cosa diavolo sta succedendo in Turchia

 

Il governo ha accusato i curdi siriani di essere dietro all'attentato di Ankara, ma i problemi arrivano anche dal PKK

 

L’instabilità in Turchia è causata prima di tutto dalla ripresa dello scontro con il PKK, il gruppo che storicamente combatte contro il governo turco per ottenere l’autonomia dei curdi. Lo scontro è ricominciato lo scorso luglio, quando i leader del PKK hanno dichiarato la fine della tregua che era stata in vigore per i precedenti due anni. La decisione del PKK era stata presa dopo che la Turchia aveva cominciato a bombardare alcuni campi del PKK nel nord dell’Iraq, all’interno di una più ampia operazione militare diretta principalmente contro lo Stato Islamico. Da allora il governo turco – guidato dai conservatori del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, il partito del presidente Recep Tayyip Erdo?an – ha arrestato centinaia di persone accusate di essere membri del PKK.

 

La questione dei curdi del PKK ha cominciato a legarsi da un paio di anni a quello che sta succedendo in Siria. Nel nord della Siria, lungo quasi tutto il confine con la Turchia, è nato un nuovo stato di fatto: il Kurdistan siriano, i cui leader sono legati al PKK e ai curdi turchi. La questione è molto complicata per l’intrecciato sistema di alleanze della guerra: la Turchia è nemica dei curdi siriani, così come lo è del PKK. Nell’ultima settimana l’esercito turco ha cominciato a bombardare il PYD (sigla curda del Partito dell’Unione Democratica), il partito che governa nel Kurdistan siriano. Inoltre AFP ha scritto che mercoledì 500 siriani arabi sunniti hanno attraversato il confine turco diretti verso la città siriana di Azaz, nel nord della provincia di Aleppo, per aiutare i ribelli che di recente hanno subìto delle sconfitte militari da cui hanno guadagnato i curdi siriani (nella guerra siriana la Turchia sostiene i ribelli che combattono contro il regime di Assad, e di recente anche contro i curdi).

 

Soner Cagapyat, il direttore del programma di ricerca sulla Turchia del Washington Institute for Near East Policy, ha detto al Wall Street Journal: «La questione dei curdi in Turchia sta per diventare un problema internazionale, che coinvolge tutti gli attori nefasti che arrivano dalla guerra civile siriana. Questo potrebbe essere un cambiamento pericoloso per la Turchia. Quando la questione curda diventerà internazionale, il governo di Ankara potrà effettivamente scordarsi di risolvere questo problema da sola, perché ci saranno moltissimi partecipanti». Sinan Ulgen, un ex diplomatico turco che ora lavora al Carnegie Endowment for International Peace, ha detto che il risultato dell’ultimo attentato sarà un rafforzamento del potere dell’esercito turco, che vorrà assumere un atteggiamento sempre più aggressivo soprattutto nei confronti dei curdi, rischiando di peggiorare ulteriormente la situazione.

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