Fonte: Al Manar

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Feb 29, 2016

 

Il fallimento del progetto della Turchia di Erdogan in Siria

Traduzione di Luciano Lago

 

La situazione in Siria si complica; l’avanzata delle milizie curde non soltanto spinge la Turchia a sprofondare di più in un conflitto che potrebbe portare ad uno scontro con la Russia, ma colloca in una situazione di potenziale perdente il principale alleato di Ankara: Washington.

L’appoggio che le forze aeree russe stanno fornendo ai curdi in Siria rivela un nuovo punto di confronto della Turchia in Siria, lo segnala Joseph V. Micallef, analista del Huffington Post.

Secondo Micallef, nell’appoggiare le forze governative (Esercito siriano) ed i curdi siriani, la Russia ha cambiato l’equilibrio delle forze sul campo di battaglia di questo paese del Medio Oriente. Le Unità di Protezione del Popolo curdo (YPG) avanzano lungo la frontiera siriano-turca, cosa che irrita profondamente Ankara, che teme che i curdi possano appropriarsi di questa fascia di frontiera e che possano cercare di unificare i territori popolati dai curdi in entrambi i paesi.

 

L’obiettivo prioritario della Turchia nella guerra in Siria era quello di impedire la formazione di uno Stato autonomo curdo alle sue frontiere. L’obiettivo di rovesciare il presidente Bashar al-Assad e stabilire uno stato settario (sunnita) viene ora in seconda battuta, secondo l’analista.

 

“La politica estera turca si trova in rovina, I tentativi di Erdogan di trasformare la Turchia nel centro del mondo sunnita si sono trasformati in un fallimento totale”, ha scritto Micallef.

Per Ankara la situazione va peggiorando di giorno in giorno: la Turchia si trova in conflitto con la Russia, cosa che potrebbe portare ad un confronto diretto fra i due paesi,  se Ankara dovesse optare per inviare truppe in Siria, aggiunge l’analista. D’altra parte , l’ambiguità della politica turca verso l’ISIS ed altri gruppi terroristi ha creato certe tensioni fra la Turchia ed i suoi alleati occidentali, incluso gli Stati Uniti.

Le forze speciali nordamericane, schierate in Siria, sono al corrente dell’appoggio che Ankara offre ai miliziani dell’ISIS, segnala Micallef: Nel corso di un attacco, dette forze hanno causato la morte del “ministro delle Finanze” del gruppo terrorista, che coordinava l’estrazione illecita del petrolio in Siria ed in Iraq.

Detto in altre parole, gli stessi militari americani dispongono delle prove che attestano che i servizi di intelligence turchi sono al corrente del traffico del crudo verso la Turchia, un fatto, d’altra parte, di tale enormità materiale che è stato sempre un “segreto di Pulcinella”.

Gli USA e la Turchia mantengono atteggiamenti opposti verso i curdi, ai quali i primi hanno fornito aiuti militari.

Dopo aver conosciuto i molteplici fallimenti nella fornitura di apppoggio militare ai gruppi dell’opposizione siriana “moderata”, Washington ha diretto la sua attenzione alle” Forze Democratiche Siriane”, che combattono assieme all’YPG contro l’ISIS ed i gruppi takfiri.

Questo non è stato passato sotto silenzio da Ankara, che ha voluto esigere che i nordamericani mettano fine al loro appoggio ai curdi.  Nel  Dicembre del 2015, Washington ha sospeso i suoi aiuti ai curdi che hanno attraversato l’Eufrate e si sono avvicinati alla frontiera siriano-turca. Tuttavia, detto appoggio è stato rapidamente rinnovato.

La Turchia qualifica l’YPG come “gruppo terrorista” ed ha voluto esigere da Washington che questi li consideri allo stesso modo. Tuttavia Washington ha rifiutato di farlo.

Queste divergenze potrebbero mettere in pericolo lo spiegamento delle forze statunitensi nella base turca di Incirlik, da dove decollano gli aerei USA che vanno ad attaccare le postazioni dell’ISIS in Siria ed in Iraq.

“Le due parti esigono che gli USA chiariscano da che parte si trovano, cosa che determina una situazione in cui Washington possa soltanto perdere”, conclude Micallef.

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