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23 set 2017

 

FOCUS ON AFRICA. 

Campagna d’indipendenza nel Biafra, attacchi alla stampa in Camerun, 

riaprono le scuole in Sierra Leone

di Federica Iezzi

 

Nuovo appuntamento settimanale con la rubrica “Focus on Africa”. Oggi vi portiamo in Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Camerun, Sierra Leone, Uganda

 

Roma, 23 settembre 2017, Nena News –

 

Nigeria 

Continua la campagna di indipendenza della regione nigeriana del Biafra, condotta dal gruppo separatista pro-Biafra (IPOB – Indigenous People of Biafra), guidato da Mazi Nnamdi Kanu, il quale attualmente sembrerebbe in stato di arresto ad Abuja.

La sua nuova detenzione, dopo quella dell’ottobre 2015, è stata nuovamente il catalizzatore di una feroce ondata di dimostrazioni da parte del gruppo etnico Igbo che domina il sud-est nigeriano. Tensione, scontri e arresti, nel corso di manifestazioni pacifiche, sono stati la cornice della settimana nella città di Port Harcourt, nello stato meridionale di Rivers, nello stato di Abia e in quello di Umuahia. Kanu, attraverso Radio Biafra, ha promesso alle autorità e alla popolazione un’agitazione non violenta, per arrivare ad un referendum sull’autodeterminazione.

 

I gruppi locali che sorvegliano le violazioni ai diritti umani, hanno accusato i militari nigeriani di abusi nel tentativo di mantenere l’ordine, all’interno della campagna denominata ‘Exercise Egwu Eke’. Almeno 150 sostenitori IPOB sono stati uccisi negli ultimi due anni. Centinaia i feriti.

 

Risale al 1967, l’ultima dichiarazione unilaterale di costituzione di una Repubblica indipendente del Biafra. Scatenò un sanguinoso conflitto interno che durò quasi tre anni e decimò più di un milione di civili.

 

Repubblica Democratica del Congo

La scorsa settimana, le forze congolesi hanno aperto il fuoco su una folla di manifestanti, nel sud della regione di Kivu, composta da profughi provenienti dal vicino Burundi.

Secondo i report di osservatori MONUSCO (United Nations Organization Stabilization Mission in the Democratic Republic of Congo), rifugiati burundesi manifestavano il loro disaccordo alle autorità locali, riguardo l’espulsione dal Paese di quattro richiedenti asilo. Un ufficiale dell’esercito congolese FARDC (Forces Armées de la République Démocratique du Congo) è stato ucciso negli scontri, portando all’ascesa della violenza. Le forze di sicurezza congolesi hanno risposto con il fuoco indiscriminato sui manifestanti.

Richiesta dalle Nazioni Unite un’immediata indagine sull’accaduto.

 

Attualmente vivono più di 44.000 burundesi in Repubblica Democratica del Congo. Fuggono da maltrattamenti, sparizioni forzate, assassini e omicidi mirati del governo Nkurunziza. Almeno 2.000 rifugiati abitano la zona di Kamanyola, vicino al confine con il Burundi. Dopo l’incidente, circa la metà di questi rifugiati si è trasferita nelle vicinanze della base MONUSCO.

 

Camerun

Il quadro legislativo antiterrorismo, emanato nel 2014 in Camerun, per contrastare il gruppo jihadista sunnita nigeriano di Boko Haram, viene utilizzato dalle autorità per arrestare e minacciare giornalisti locali.

 

Secondo un report del Committee to Protect Journalists (CPJ), sono state segnalate ingenti repressioni sulla stampa locale, in particolare ai danni dei giornalisti che riportano notizie di disordini civili nelle regioni camerunensi di lingua inglese. Con le elezioni che avranno luogo il prossimo anno in Camerun, i giornalisti si autocensurano e si allontanano da questioni politiche sensibili, per paura di rappresaglie.

 

Con l’attuale legislatura, il giornalista con un’accusa di ‘atto di terrorismo’, viene sottoposto ad un processo militare. Storie di detenzioni arbitrarie perdurano, ad esempio, per i giornalisti dell’emittente Radio France Internationale, per imporre il silenzio ai critici e sopprimere il dissenso civile. Oltre ad arrestare i giornalisti, il governo Biya ha bloccato tutte le notizie riguardanti le manifestazioni per l’indipendenza delle regioni anglofone del Camerun.

 

Sierra Leone

Riaprono le scuole anche in Sierra Leone per l’inizio ufficiale dell’anno scolastico. Molti residenti, nelle comunità collinari alla periferia di Freetown, continuano a fare i conti con i danni provocati dalla frane e dalle inondazioni nello scorso mese di agosto.

Almeno mille persone hanno perso la vita e 5.000 civili sono rimasti senza casa, continuando ad usare come rifugio temporaneo gli edifici scolastici. Secondo quanto riportato dall’UNICEF, non tutti gli studenti dunque hanno ancora accesso alle loro classi, per mancanza di spazi per l’insegnamento, o di soldi da parte delle famiglie.

 

Uganda

La polizia ugandese ha arrestato cinque studenti della Makerere University e il sindaco della capitale Kampala, Erias Lukwago, mentre gli uffici del Forum for Democratic Change (FDC), partito di opposizione, venivano sigillati, per contenere le proteste contro la rimozione dei limiti di età presidenziale.

 

I membri del Parlamento del partito di governo, National Resistance Movement (NRM), appoggiati da alcuni deputati indipendenti, hanno approvato una risoluzione per discutere la rimozione del limite di età presidenziale, attualmente fissato a 75 anni. Obiettivo del dibattito è permettere all’attuale presidente, Yoweri Museveni, di concorrere nuovamente alle prossime elezioni presidenziali fissate al 2021. Già nel 2005 è stato emesso un emendamento costituzionale che ha eliminato il limite di candidatura presidenziale a due termini, per consentire al presidente di correre al terzo mandato, con la conseguenza dell’ennesima vittoria del leader, che guida il Paese ormai da più di 30 anni.

 

L’ispettore generale della polizia, Kale Kayihura, ha dichiarato che le manifestazioni nelle strade pubbliche, sono causa di violenza e minaccia, per questo alla polizia, pesantemente presente in parlamento e nei centri urbani, è concesso di mantenere la legge e l’ordine, attraverso duri mezzi. Nena News

 

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