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Martedì 25 luglio 2017

 

Boko Haram, per nulla sconfitto

di Marco Cochi

 

La minaccia terrorista nel nordest della Nigeria è ancora estremamente presente. L’allontanamento dei jihadisti dalle loro precedenti roccaforti, li ha spinti ad aumentare il numero e la frequenza degli attentati, compiuti sopratutto da giovani donne. In particolare nella capitale, Maiduguri.

 

Nei primi sei mesi del 2017, Boko Haram ha sferrato 43 attacchi nel nordest della Nigeria: gennaio è stato il mese più letale con 42 persone uccise in dodici differenti attentati, nei quali anche 34 terroristi hanno perso la vita; mentre giugno è stato il mese con il bilancio più pesante di vittime civili con 53 caduti in 7 attacchi, in cui sono rimasti uccisi anche 15 appartenenti al gruppo jihadista nigeriano.

Lo rileva un nuovo report  intitolato "With continuing Boko Haram attacks what is the state of the North East?" (Con i continui attacchi di Boko Haram in quale stato è il Nord Est?), che ha ricostruito nel dettaglio tutte le 43 azioni compiute dai jihadisti nel primo semestre di quest’anno.

Lo studio realizzato da SBM Intelligence, società di consulenza strategica specializzata sull’analisi della situazione socio-politica ed economica nigeriana, rileva che nonostante Boko Haram abbia subito una notevole perdita di territorio, le modalità di esecuzione e la frequenza degli attacchi indicano che costituisce ancora una seria minaccia, messa in pratica con l’esecuzione di attacchi suicidi e raid contro comunità isolate e aree rurali.

Un fattore che gioca a favore del gruppo radicale islamico è l’ampiezza dello stato del Borno, che con i suoi oltre 70.800 chilometri quadrati è il secondo stato per estensione di superficie di tutta la Nigeria. Qui l’organizzazione ha le sue roccaforti e in questo vasto territorio la popolazione è concentrata nelle aree centrali e settentrionali, nelle quali è diffusa la presenza del gruppo islamista. L’insurrezione dei jihadisti ha portato molte persone ad abbandonare Maiduguri, capitale dello stato del Borno, e Bama, l’altro centro densamente popolato della zona.

Città riconquistate

La relazione evidenzia che dall’inizio del 2015, a causa dell’offensiva della forza multinazionale congiunta Mnjtf, Boko Haram ha perso rapidamente vaste porzioni di territorio, che aveva occupato tra il 2010 e il 2014. L’azione della Mnjt, composta da truppe provenienti da Nigeria, Camerun, Ciad e Niger, ha consentito all’esercito nigeriano di riprendere le città di Mubi e Michika nello stato di Adamawa, oltre a Gwoza nello stato del Borno, che era stata scelta come capitale dai terroristi nigeriani affiliati allo Stato Islamico.

Nel frattempo, la strada che collega Maiduguri a Damboa, arrivando fino a Biu è stata riaperta al traffico, anche se per percorrerla senza il rischio di assalti o imboscate da parte dei jihadisti è ancora necessario essere accompagnati da una scorta militare.

Il report rileva inoltre che Boko Haram per compiere azioni suicide, ormai regolarmente coordinate, spesso utilizza giovani donne e ragazze, alcuni delle quali potrebbero essersi votate volontariamente al martirio, ma si ritiene che la maggioranza sia finora stata costretta a immolarsi per il jihad.

Cambio di strategia

Gli analisti di SBM Intelligence ravvisano che per compensare le ingenti perdite di territorio, Boko Haram ha adottato un cambio di strategia, concentrando la sua attività nell’incremento di attacchi suicidi e di fulminee incursioni nelle zone rurali e all’interno di Maiduguri.

Lo testimonia l’elevato numero di attentati registrati nei mesi scorsi nelle grandi aeree di parcheggio, nei quartieri periferici e all’Università di Maiduguri. Quest’ultima è stata bersaglio di ripetuti attentati e costituisce un obiettivo sensibile per due motivi: il primo è costituito dal fatto che attaccare la più alta istituzione culturale del Borno è estremamente simbolico per Boko Haram, che come indica il suo stesso nome si oppone a qualsiasi tipo di educazione occidentale, inclusa la moderna istruzione universitaria impartita in inglese. In secondo luogo, l’Ateneo è molto vulnerabile agli attacchi per la sua posizione al limite settentrionale estremo della città, dove Boko Haram ha dimostrato di essere in grado di agire indisturbato.

Per arginare gli attacchi contro l’Università di Maiduguri, alla fine di giugno, il governatore del Borno, Kashim Shettima, ha stanziato 50 milioni di naira (circa 136.000 euro) per scavare una trincea di 17 miglia intorno alla parte posteriore del campus, che finora era priva di un’adeguata protezione.

Leggendo il report si evince facilmente, che la massiccia azione militare della Mnjtf non ha inciso in maniera risolutiva sul potenziale offensivo del gruppo, che è ben lungi dall’essere stato “tecnicamente” sconfitto, come sostiene il presidente Muhammadu Buhari.

 





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