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19 febbraio 2017

 

Mogadiscio, 35 morti.

 

E’ di almeno 35 morti e di 60 feriti l’ennesimo attentato a Mogadiscio quasi certamente ad opera del gruppo qaedista degli al-Shabaab, erede delle Coorti Islamiche: l’attacco dei jihadisti ha avuto come obiettivo un affollato mercato della capitale Mogadiscio, dove è esplosa un’autobomba.

L’esplosione è avvenuta poche ore dopo che i jihadisti hanno bollato in un comunicato come “apostata” il neo presidente Mohamed Abdullahi Mohamed.

Gli al-Shabaab somali, alleati di al-Qaeda, hanno controllato fino a non molto fa buona parte della Somalia centromeridionale per poi essere spinti sempre più a sud dalle forze dell’Amisom, missione formata da Burundi, Etiopia, Gibuti, Ghana, Sierra Leone, Kenya, Uganda e Nigeria e supportata dai droni Usa che partono dalla base Gibuti. In particolare il Kenya opera con l’aviazione, truppe di terra e con la marina, il cui intervento è stato essenziale per la liberazione di Chisimaio nel 2012.

Perso buona parte del territorio, i jihadisti si sono dati alla guerriglia ed agli atti di terrorismo, ed è lunga la lista degli attentati che hanno preso di mira anche basi militari ed edifici pubblici.

Con una nota il ministro degli Esteri Angelino Alfano “ha condannato con fermezza il grave attentato di oggi, in un mercato di Mogadiscio, dove ha perso la vita un numero elevato di persone, tra cui donne e bambini, e molte altre sono rimaste gravemente ferite.

“Se fosse confermato il coinvolgimento di al-Shabaab nell’attentato – ha affermato il ministro Alfano – si tratterebbe di un nuovo e gravissimo tentativo di destabilizzare il processo democratico recentemente avviato in Somalia, con l’elezione alla presidenza della Repubblica Federale Somala di Mohamed Abdullahi Mohamed Farmajo”.

“Esprimiamo vicinanza e cordoglio al governo somalo e alle famiglie delle vittime. L’Italia – ha concluso il ministro – rimane saldamente a fianco della Somalia nel processo di stabilizzazione del Paese. Insieme faremo sì che i terroristi non riescano a fermare il cammino di pace e di riconciliazione in atto”.

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