Fonte: News 24

http://www.nigrizia.it/

venerdì 13 ottobre 2017

 

In Somalia dimissionari il ministro della difesa e il capo dell’esercito

 

Secondo un funzionario dell’ufficio del primo ministro, il ministro della Difesa, Abdirashid Abdullahi Mohamed, e il capo di stato maggiore dell’esercito, Ahmed Jimale Gedi, hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani del presidente somalo. Il gesto, clamoroso, sarebbe dovuto ad un conflitto tra i due. Già in passato erano circolate voci insistenti di una loro rivalità e mancanza di coordinamento.

Le dimissioni arrivano in un momento delicato per il paese, e in particolare per le forze armate somale, attaccate sempre più frequentemente dai miliziani del gruppo terroristico al-Shabaab, che proprio nelle ultime settimane hanno preso il controllo di diverse postazioni dell’esercito governativo.

In questo contesto, si è fatto più pressante l’intervento americano, che ha visto anche diversi bombardamenti con l’uso di droni. (News 24)

http://www.corriere.it/

15 ottobre 2017

 

Strage a Mogadisco, camion bomba all’hotel: 276 morti e oltre 300 feriti 

 

L’attacco, il più grave dal 2007, in una delle arterie principali della città. L’ombra dei jihadisti di Al Shabaab

 

Una carneficina: sono 276 i morti dell’attentato avvenuto sabato a Mogadiscio, e oltre 300 i feriti. Lo hanno riferito fonti mediche. Diverse fonti indicano nei terroristi di Al Shabaab i responsabili del massacro.

 

I feriti muoiono come mosche negli ospedali, dove mancano le attrezzature, i medicinali e il sangue per poterli tenere in vita. La gran parte delle vittime è costituita da venditori ambulanti che si trovavano sulla grande arteria stradale Jidka Afgooye, in cui è esploso il camion-bomba, dove si trova, tra gli altri edifici, quello dell’hotel Safari. «In dieci anni di primo soccorso non abbiamo visto nulla di simile», ha scritto in un tweet il servizio Aamin Ambulance. E sarebbe potuta essere peggiore: un secondo camion bomba, secondo alcune fonti investigative, era pronto ad esplodere davanti alla vecchia sede della Somalia Airlines, nel quartiere di Wadajir, lo stesso dove sorge l’Hotel Safari e contiguo all’aeroporto.

 

Si tratta dell’attacco più sanguinoso dalla ultime elezioni presidenziali dello scorso 8 febbraio, vinte dall’ex premier Mohamed Abdullahi Mohamed, conosciuto con il soprannome di Farmajo, formaggio. Elezione che si sperava dessero una parvenza di stabilità alla Somalia dal 1991 - caduta di Siad Barre - considerato dalla comunità internazionale «Stato fallito» per eccellenza, tanto da indicarlo come modello negativo ma al tempo stesso facendo poco per rimetterlo in piedi e non lasciarlo in balia del terrorismo locale e internazionale. L’attentato è avvenuto a 2 giorni dalla visita a Mogadiscio dei vertici del comando militare americano per l’Africa, ricevuti dal capo dello Stato nelle stesse ore in cui si dimettevano il ministro della Difesa e il capo delle Forze armate somali. Gli Shebaab controllano ancora il centro ed il sud della Somalia e puntano a ricreare proprio a Mogadisco uno Stato islamico sulle orme delle Corti Islamiche che controllavano il paese fino al 2006, quando grazie all’intervento delle truppe etiopiche e degli Stati Uniti il cosiddetto allora Governo di Transizione di Baidoa, riprese il controllo della capitale.

 

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