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18/01/2017

 

Spie o eroi?

 

Le statue di Swoden, Assange e Manning dello scultore Davide Dormino hanno fatto il giro d’Europa.

I protagonisti in carne ed ossa hanno perso la propria libertà per la verità e ci hanno ricordato quanto importante la verità sia, ha ricordato l’artista italiano.

Nel linguaggio corrente passano come whistleblowers e sono coloro che hanno denunciato pubblicamente attività illecite all’interno del governo.

Chelsea Manning, militare statunitense, è accusata di aver trafugato decine di migliaia di documenti riservati mentre svolgeva il suo incarico di analista militare durante la guerra in Iraq e di averli consegnati a Wikileaks. Nell’agosto 2013 è stata condannata a 35 anni di carcere.

I documenti che trafugò e che Wikileaks ha pubblicato hanno fatto il giro del mondo; tra gli altri il video Collateral Murder, in cui due elicotteri Apache americani attaccano uccidendo 12 civili disarmati.

Le condizione di detenzione della Manning sono durissime, ma potrà uscire dal carcere a maggio di quest’anno, grazie a un provvedimento di Obama.

Se Manning ha trafugato le notizie, Wikileaks le ha divulgate.

Il suo fondatore, Julian Assange, resta recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per sfuggire all’estradizione chiesta dagli Stati Uniti.

Julian Assange pubblica documenti riservati e secretati da oltre dieci anni:

“Ci sono circa 15 mila casi non documentati di civili uccisi in Iraq”.

Come Assange, anche Edward Snowden ha dovuto lasciare il proprio Paese; dopo aver spiattellato che l’Agenzia di sicurezza nazionale teneva sotto controllo telefoni e le comunicazioni internet anche dei grandi della terra si è rifugiato in Russia.

“Se non capiamo i programmi e le politiche dei nostri governi, non possiamo dare il nostro consenso per cambiarle”.

Questi sono i più famosi whistleblowers degli ultimi anni. Ma cosa li ha spinti a mettere a repentaglio la loro vita pur di mostrare documenti secreti? Sono eroi nazionali o traditori della patria?

Snoweden partecipando in video conferenza a un dibattito sull’etica degli spifferatori ha dichiarato: mi considero una persona normale, penso che il principio fondamentale sia avere un grande impegno per la giustizia piuttosto che avere paura della legge.

euronews - 18/01/2017 - Le autorità russe hanno esteso per tre anni il permesso di residenza dell’ex consulente della National Security Agency, Edward Snowden. La notizia è stata ufficializzata dal portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, e poi rettificata dal legale di Snowden, Anatoly Kucherena. “È divertente che l’ex vicedirettore della CIA, Michael Morell, non sappia che la Russia ha prolungato il permesso di Snowden”, ha scritto la Zakharova in un post. In Russia dal 2013, Snowden fornì agli organi di informazione ingenti quantità di materiale sulla sorveglianza di massa attuata dal Governo statunitense, causando una serie di scandali internazionali. Maria Zakharova ha così concluso: “Morell aveva detto che il presidente russo, Vladimr Putin, poteva fare un regalo all’omologo statunitense, Donald Trump, per il suo insediemento, concedendo l’estradizione di Snowden, ma ha proposto un’ideologia del tradimento, non ha capito la Russia”.

 

euronews - 18/01/2017 - A riportare la notizia alcuni media statunitensi e britannici, che citano Melinda Taylor, uno dei legali del cofondatore di Wikileaks: Julian Assange sarebbe pronto a farsi estradare negli Stati Uniti. La scorsa settimana, l’attivista australiano aveva promesso di consegnarsi agli americani se Barack Obama avesse concesso la grazia a Chelsea Manning (nelle immagini in uniforme, in abiti maschili). Dal giugno del 2012 rifugiato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra per evitare l’estradizione in Svezia (dov‘è indagato con l’accusa di stupro e abusi sessuali), Assange, a detta dell’avvocato, “non si rimangerà la promessa fatta nei giorni scorsi”. Un altro componente del suo staff legale, Barry Pollack, ha invece spiegato che “il trattamento riservato alla signora Manning è al di sotto delle aspettative di Assange”.

 

Agi - 17 gennaio 2017 - Il 12 gennaio scorso, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, aveva annunciato che sarebbe stato pronto ad accettare l'estradizione negli Stati Uniti, se Barack Obama, come suo ultimo atto, avesse concesso la grazia al suo informatore. A tre giorni dalla fine del suo mandato, Barack Obama ha deciso di graziare la 'spia' di Wikileaks, Chelsea Manning, condannata a 35 anni di carcere. A sorpresa, la Casa Bianca ha annunciato la scelta del presidente americano di commutare la pena: Manning sarà liberata il prossimo 17 maggio.

 

Il racconto di Manning: "la mia vita in prigione"

Il New York Times ha raccolto le sue testimonianze dal carcere militare di Fort Leavenworth in Kansas (qui l'articolo). La sua cella misura poco più di 7 metri quadrati. Chelsea Manning, matricola numero 89289, si alza tutti i giorni alle 4:30 del mattino, un'ora prima della sveglia ufficiale. Al NYT racconta le sue giornate, tutte uguali. Durante il giorno costruisce cornici e mobili nel reparto lavoro del carcere. La sera, fino alle 22:05, quando si spengono le luci, legge le tante lettere di persone che la reputano un'icona della libertà. "Sono sempre occupata, ho un arretrato di cose da fare: legali, amministrative, richieste della stampa e la scrittura, molta scrittura", racconta Chelsea Manning in una delle lettere inviate al NYT (perché l'sercito non le èpermette di parlare direttamente con i giornalisti), “essere me stessa è un lavoro a tempo pieno". 

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