repubblica - 12 ottobre 2017 - Gli Stati Uniti hanno ufficialmente notificato la loro uscita, entro il prossimo 31 dicembre, dall'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. L'Unesco ha accolto con amarezza la decisione della Casa Bianca, definendo il ritiro Usa "… una perdita per la famiglia delle Nazioni Unite e per il multilateralismo". In parallelo con la presa di posizione degli Usa, il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ha dato istruzioni per "preparare l'uscita di Israele dall'Unesco" … Il Dipartimento di Stato americano ha motivato la decisione con un comunicato, dove si legge: "La decisione non è stata presa a cuor leggero e riflette le preoccupazioni degli Stati Uniti per il crescente arretramento dell'Unesco, per la necessità di una fondamentale riforma dell'organizzazione e per i suoi persistenti pregiudizi anti-Israele" … Netanyahu ha commentato in una nota: "La decisione del presidente Trump è coraggiosa e morale, perché l'Unesco è diventato un teatro dell'assurdo e perché piuttosto che preservare la storia la distorce"
Il Dipartimento conclude affermando che gli Stati Uniti restano "impegnati" mantenendo lo status di "non membri osservatori, allo scopo di fornire il contributo statunitense di visione, prospettiva ed esperienza". Gli Stati Uniti avevano smesso di finanziare l'Unesco dopo la sua decisione di includere la Palestina come membro nel 2011, pur decidendo di mantenere il proprio ufficio nel quartier generale di Parigi per cercare di continuare ad avere un peso politico sulle sue decisioni.


repubblica - 13 ottobre 2017 - All'indomani dell'annuncio Usa sull'addio all'Unesco, seguito a ruota da quello su una possibile uscita di Israele, furiosi per quelli che ritengono pregiudizi 'anti-israeliani' in seno all'organismo - tra riconoscimento della Palestina e raffica di risoluzioni che hanno fatto infuriare lo Stato ebraico - la candidata francese, Audrey Azoulay, conquista la poltrona di direttrice generale. Parigi ha sottolineato che, viste le circostanze, la candidatura di Azoulay, franco-marocchina di famiglia ebraica e al tempo stesso figlia di un fedelissimo consigliere personale dei re del Marocco (secondo la tradizione discendenti diretti di Maometto) assumesse un nuovo significato. L'Unesco - insisteva il Quai d'Orsay - ha più che mai bisogno di un progetto nel quale tutti gli Stati membri possano riconoscersi, che ripristini la fiducia e superi le divisioni politiche ponendosi unicamente a servizio delle sue missioni essenziali: Scienza, Educazione e Cultura. Scommessa vinta. Oggi è Azoulay a prendere il posto della bulgara Irina Bokova.

 

Questa mattina, prima dunque del voto finale a Parigi, la Germania aveva "deplorato" l'uscita degli Stati Uniti. "Così si dà un segnale sbagliato", il rimprovero rivolto all'amministrazione di Donald Trump dal portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, che ha sottolineato "l'importanza del ruolo della cultura in tempi di crisi globale"

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