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marzo 2017

 

Selfie sui binari aspettando il treno in corsa

di Maura Manca

Psicoterapeuta, Presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza

 

Sempre più adolescenti  e smartphone sui binari del treno, si tratta di giochi pericolosi per mettersi alla prova e aumentare il rischio.

 

La Polizia di Stato dà l’allarme in rete diffondendo il video di un gruppo di adolescenti alla stazione che scommette soldi che vengono vinti da chi ha il coraggio di rimanere sui binari fino all’arrivo del treno in corsa. I media raccontano di adolescenti sui binari in varie città italiane, che succede?

 

Si chiamano SFIDE SOCIAL  e si diffondono a macchia d’olio.

 

Non solo per scommessa, ma anche per gioco, per dimostrare il proprio coraggio, per la popolarità. L’effetto contagio è dietro l’angolo e stanno aumentando esponenzialmente gli adolescenti che si fanno i selfie con l’arrivo del treno in corsa.

 

Un gioco estremamente pericoloso, anche se non è una moda di questi ultimi tempi, oggi è solo più manifesta per via dei social network e del web in genere.

I comportamenti in cui si rischia anche la vita o comunque potenzialmente dannosi per la salute sono sempre esistiti. La ricerca di sensazioni forti, di limiti, di se stessi. Prima non erano facilmente documentabili. Quello che ha cambiato la tecnologia è l’effetto contagio che prima avveniva solo per passa parola mentre oggi c’è una sovraesposizione di comportamenti devianti nel web che possono influenzare negativamente una mente già di per sé vulnerabile.

 

Oggi si cerca la popolarità sui social e quindi bisogna fare qualcosa di eclatante. Ieri si cercava tra gli amici e si poteva fare anche qualcosa di meno eclatante.

 

Tanti ragazzi lo fanno anche con i treni delle metropolitane o a volte nelle autostrade o strade a scorrimento veloce nelle quali attendono l’arrivo delle macchine in velocità per spostarsi all’ultimo e/o fare selfie qualora sia quello lo scopo del gioco. Queste mode causano ogni tanto qualche ferito o qualche morto e purtroppo non vengono monitorate come dovrebbero.

 

Un’altra moda, sempre sulla stessa linea, è quella di scavalcare la rete di sicurezza per entrare durante la notte sui binari e aspettare sulle rotaie  l’arrivo del treno per farsi un selfie per poi pubblicarlo sempre sui social network, per dimostrare quello che si è fatta. Non basta più raccontarlo e provare l’adrenalina del momento, oggi servono le selfie-prove per rivivere quelle sensazioni in una vita forse un po’ troppo piatta.

 

Sono comportamenti che vengono messi in atto per sfida con se stessi, con la vita, con gli altri, per vincere una scommessa, per non far vedere che si ha paura, altre volte per un gioco di ruolo all’interno di un gruppo a cui si deve dimostrare il proprio coraggio, come se rimanere lì fino all’ultimo fosse un segno di forza.

 

In quel momento provano una scarica di adrenalina, anche se hanno paura non lo possono far vedere,  conoscono il rischio che corrono,  ma non possono tirarsi indietro per evitare di essere presi in giro o esclusi dal gruppo. Molti ragazzi hanno bisogno di quelle emozioni forti, a volte conducono una vita piatta, senza un contenitore in grado di arginarli, senza controllo genitoriale, allo sbaraglio che li porta a cercare sempre nuove sfide e situazioni che li facciano sentire vivi.

 

Oltre il rischio della vita, non si rendono conto che tutto questo può avere anche delle consegue legali perché stanno commettendo un illecito. A volte si autodenunciano sui propri profili, però è più forte la spinta di dimostrare il proprio coraggio e di farsi vedere pubblicamente.

 


 

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marzo 2017

 

Binari killer. Distrazione, selfie, schivare il treno e suicidi. Perché?

di Maura Manca

Psicoterapeuta, Presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza

 

I dati della polizia ferroviaria sono allarmanti, aumentano esponenzialmente il numero dei morti, dei feriti e di coloro che rischiano la vita sulle rotaie del treno. I numeri racchiudono sempre più adolescenti e giovanissimi di tutta Italia.

Bisogna fare però delle importanti differenze e considerazioni. Sono TRE le motivazioni principali per cui si può morire o rischiare di morire per colpa di un treno in corsa.

 

1. Tentativo di suicidio. Si aspetta intenzionalmente il treno in corsa per buttarsi sotto con l’intento di uccidersi. È un gesto volontario e riguarda la sfera prettamente dei problemi emotivi e dell’umore.

 

2. Distrazione. Sempre più giovanissimi rischiano di rimanere gravemente feriti, tanti sono morti e altri salvati per loro fortuna in extremis da qualcuno coraggioso. Cuffiette nelle orecchie, musica assordante, smartphone in mano che funge da calamita, attenzione solo per quello che si legge e si scrive, isolando completamente il mondo esterno, dimenticandosi del luogo in cui ci si trova. Non si ha tempo per passare nel sottopassaggio, lo faccio anche perché comunque infrango le regole, sottovalutando completamente i rischi a cui vado incontro e soprattutto sono “distratto” da tanti altri input che mi impediscono di calcolare il pericolo, le distanze e soprattutto capire che la mia vita vale più di una risposta ad un messaggio, di un video musicale o di una telefonata. L’aver paura di essere tagliati fuori, F.O.M.O., il non staccarsi dal cellulare (NOMOFOBIA) e avere un attaccamento morboso, l’attesa che non esiste più, devo esserci anche io, pronto e partecipe, non si può aspettare, a costo anche di rischiare di perdere la vita.

 

3. Selfie e ricerca del rischio. Questo è l’aspetto più grave e più allarmante perché potenzialmente è il fenomeno con una portata maggiore. Si chiama EFFETTO CONTAGIO e caratterizza le mode, in particolar modo le social mode giovanili, quelle che si diffondono nel web, calcolando che oltre 1 adolescente su 10 si fa i selfie pericolosi in cui mette a rischio anche la propria vita (dati Osservatorio Nazionale Adolescenza). 

Farsi i selfie quando il treno è in arrivo, scattare all’ultimo secondo o farsi fotografare da un amico mentre si schiva il treno in corsa sia di giorno che di notte dove aumenta ancora di più il rischio. Filmare le proprie gesta, magari per poi metterle sui social network. Essere ripresi dalle telecamere di sicurezza e poi sentirsi fortissimi e realizzati per l’impresa eroica che ribalta anche il proprio ruolo nel gruppo. Questo aspetto crea un effetto a catena in cui vengono facilmente “contagiati” altri ragazzi che vedono quelle immagini, la vivono come una sorta di sfida e purtroppo si attiva nella testa un interruttore che spinge ad andare oltre a rischiare ancora di più per essere ancora più figo.

Un ricerca di sé, dei propri limiti, una vita piatta da un punto di vista emotivo che ha bisogno di scossoni forti per sentirsi e per sperimentare la propria auto-efficacia e quindi realizzarsi, almeno nella loro testa. La sensation seeking, questa ricerca di qualcosa di diverso, di deviante e loro sono i risk taker, schiacciati dalla vita che si sentono vivi grazie al rischio di morire.

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