Fonte: La Gaceta.es  

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Apr 04, 2017

 

La Guerra civile in Francia è sempre più vicina
Traduzione di L.Lago

 

Una denuncia che ha fatto scalpore in Francia è stata fatta ultimamente dallo scrittore e analista Éric Zemmour, uno dei maggiori conoscitori della realtà dell’Islam in Francia, il quale ha lanciato una “bomba”, nel corso di un suo intervento pubblico, nell’assicurare che  “la guerra civile si trova sempre più vicina e le autorità lo sanno”. Facendo riferimento a fonti vicine agli ambienti dello Stato Maggiore Francese, Zemmour ha rivelato che gli effettivi delle Forze di Sicurezza francesi avrebbero ricevuto informazioni dai loro colleghi israeliani per controllare questo tipo di situazioni.

Zemmour ha spiegato che, per capire la situazione del paese, il primo passo è capire che “Islam ed islamismo sono la medesima cosa”. Il discorso globalista ha inventato in Francia la parola islamismo per fare come in altre religioni ed equilibrare, ma nel secolo XX nessuno può fare distinzione”.

 

“Quello che noi chiamiamo islamista, loro lo chiamano l’Islam. Le sure del Corano parlano di sgozzare i cristiani e gli ebrei e lo stesso Maometto sgozzò molti di loro”, ha ricordato Zemmour, che ha denunciato il piano di Hollade per “fare in modo che i cittadini distinguano fra due concetti che sono uguali”.

Zemmour ha fatto riferimento al principio che è stato imperante nel corso di tutta la legislatura socialista: più islam per frenare l’islamismo. Alla fine di Agosto, l’Eliseo ha annunciato la creazione di una fondazione e di varie associazioni religiose il cui principale proposito era quello di cercare finanziamenti con l’intenzione di continuare a costruire moschee e formando nuovi iman, in collaborazione con l’Arabia Saudita (grande alleata della Francia di Hollande). L’obiettivo del Governo di Parigi era quello di riorganizzare le istituzioni islamiche esistenti mel paese ed evitare la radicalizzazione dei più giovani. Quello che non si è chiarito – e continua senza avere chiarimenti- da Bernard Cazeneuve (ministro dell’Interni) è la provenienza dei “nuovi fondi” a favore dell’Islam.

Il piano del Governo di Hollande ha ricevuto gli applausi di buona parte della cittadinanza, ma molti altri non hanno tardato nel segnalare le loro falle. Risulta paradossale che le autorità riconoscono quello che accade nelle moschee nazionali e non prendono misure dirette per evitarlo. Se i processi di radicalizzazione sono fomentati da determinati iman, risulta incomprensibile che le Forze di Sicurezza non operinio e non ordinino la loro immediata espulsione. Una dimostrazione in più della timidezza dell’attuale Esecutivo con un problema che, disgraziatamente, si è dimostrato molto reale durante gli ultimi due anni nel paese.

Le misure di Hollande tendevano a realizzare un “islam moderno” in Francia, allontanato dalle correnti radicali finanziate dall’Arabia Saudita. Tuttavia, è questionabile, oltre al metodo, che questo processo arrivi a buon fine quando più del 70% degli iman che attualmente operano in Francia sono stranieri e vivono estranei ai costumi del paese. I quartieri periferici delle principali città francesi contano con autentici ghetti, dove la sharia si impone sulle leggi ufficiali ed il francese non è, nè molto meno, la lingua predominante. Questo fenomeno si aggrava durante il ramadan, quando dozzine di iman si trasferiscono dal Marocco e dall’Algeria per occuparsi delle necessità dei milioni di mussulmani che vivono nel paese.

 

La realtà dei quartieri di Parigi

Zemmour ha messo in evidenza un fenomeno che si va ripetendo nei quartieri periferici delle grandi città europee: la creazione di grandi aree mussulmane dove la legge islamica ha sostituito lo Stato. Il problema andrebbe affrontato in molte zone, ci sono innumerevoli posti dove vige la non legge. In quei posti “non si vive alla francese ma con lo stile mussulmano”.

Il futuro della Francia sarà quello di luoghi dove gli uomini si vestono con tuniche, le donne non hanno ilpermesso di uscire di casa e i costumi non hanno nulla a che vedere con la tradizione occidentale. La polizia non entra e non disturba per “evitare incidenti”.

La realtà di queste zone è stata documantata da attivisti della denminata Brigata delle Madri, che hanno denunciato i fatti e registrato le reazioni dei mussulmani con telecamere occultate. Le immagini non lasciano dubbi. (………………)
Vedi: Youtube.com/watch

 

L’Islam non è una religione

Zemmour ha sotenuto che, nonostante il discorso mondialista, “conviene capire che l’Islam non è una religione”. L’Islam è una ideologia (travestita da religione)  ed una legge propria, un diritto ed abitudini di vita”, ha sentenziato lo scrittore., che ha ricordato l’applicazione della sharia in molte regioni del paese e ha rifiutato il paragone con le altre religioni. “Non hanno nulla a che vedere”.

Secondo Zemmour siamo di fronte ad una “colonizzazione moderna”. Secondo le sue parole, gli arrivati di recente ed i mussulmani che hanno decenni di residenza nel paese, da molto tempo lottano per imporre le loro credenze e negli ultimi anni “stanno ottenendo quello che volevano”.

Grazie alla legge del 1905 che prevede la proibizione di portare simboli religiosi e promuove la laicità. La comunità mussulmana gode di impressionanti vantaggi fiscali e la capacità di ricevere donazioni con una riduzione delle imposte che quivale al 66% dell’importo in questione.

 

Nell’opera scritta da Zemmour qualche anno fa,  “Il suicidio francese” (Enrico Damiani Editore) il giornalista Éric Zemmour individua, anno per anno, le tappe della “decostruzione” di una nazione, una volta “grande”. E c’entrano il tanto celebrato Sessantotto e l’Unione europea

Una nazione senza più identità, “meticcia”, in crisi economica, con disoccupati e miseria in aumento. Il tessuto sociale sfilacciato o completamente disgregato. Un terrorismo islamico sanguinario ed endogeno, che ormai colpisce quando vuole. La politica del tutto screditata, con il Front National che avanza prepotentemente, tra il terrore di alcuni e le (residue) speranze di altri…

 

Zemmour fornisce il quadro dell’odierna Francia, anche se potrebbe essere quello di quasi tutti gli altri paesi europei. La domanda da porsi è: come è potuto accadere che il paese-guida dell’Europa, anzi simbolo dell’intera civiltà occidentale dal punto di vista delle idee politiche e della cultura, con l’eterna smania della grandeur, si sia ridotto così? Come sta accadendo – e accadrà – agli altri stati europei.

È il giornalista ebreo francese di origini algerine Éric Zemmour a offrirci le risposte nel suo voluminoso Il suicidio francese (Enrico Damiani Editore, pp. 592, € 19,00), uscito in Francia nel 2014 e in Italia lo scorso maggio. A partire dal 1970, fino al 2007, l’autore traccia, quasi giorno per giorno, gli avvenimenti, a volte apparentemente senza importanza e, quindi, passati inosservati, che hanno disarticolato, destrutturato o, peggio, distrutto la società e la cultura francese, compresi gli aspetti positivi. In pratica, si è forse buttata un po’ di acqua sporca, ma col bimbo dentro……

 

Vedi anche: Dalla Francia all’Europa come ci siamo ridotti così…

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