Fonti: DW.com  

Al Mayadeen

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Ott 13, 2017

 

La Germania avverte Donald Trump contro l’uscita dall’accordo con l’Iran

Traduzione e nota di Luciano Lago

 

Il presidente americano Donald Trump vorrebbe “revocare” il trattato internazionale sul nucleare del 2015 con l’Iran. La Germania ha difeso l’accordo e ha avvertito che un ritiro statunitense spingerebbe l’UE verso la Russia e la Cina.

 

Il governo tedesco ha avvertito gli Stati Uniti contro il ritiro unilaterale dall’accordo nucleare iraniano. Si aspetta che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump decreti la revoca dell’accordo fatto nel 2015 con Teheran nell’occasione di in un discorso che terrà alla Casa Bianca, alle 12:45 (16:45 UTC) il venerdì.

 

“Riteniamo che questo accordo sia uno strumento importante per prevenire un Iran armato e nucleare”, ha dichiarato venerdì il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert.

Se … un paese importante come gli Stati Uniti giunge a una conclusione differente, come sembra essere questo il caso, lavoreremo ancora più duramente con altri partner per mantenere questa coesione “, ha detto.

 

E’ in gioco una divisione nell’alleanza trans-atlantica

Il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha affermato giovedì che qualsiasi azione unilaterale fatta dall’Amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ritirarsi dall’accordo nucleare iraniano creerebbe un cuneo tra l’Europa e gli Stati Uniti.

“È imperativo che l’Europa si mantenga unita su questo tema”, ha dichiarato Gabriel al gruppo giornalistico della RND tedesca. “Dobbiamo anche dire agli americani che il loro comportamento sul tema dell’Iran spingerà gli europei ad una posizione comune con la Russia e la Cina contro gli Stati Uniti”.

 

Nonostante gli innumerevoli avvertimenti fatti da leader di livello mondiale e anche da all’interno della sua stessa amministrazione, si prevede che Trump questo Venerdì voglia svelare una nuova strategia per affrontare l’Iran, che dovrebbe includere il riesaminare il rispetto da parte dell’Iran per l’accordo nucleare . L’accordo, raggiunto nel 2015 tra l’Iran e le potenze internazionali, ha visto la soppressione delle sanzioni internazionali relative al programma nucleare iraniano  in cambio che Teheran debba smantellare il suo programma nucleare.

 

La commissione di vigilanza sul nucleare delle Nazioni Unite (AIEA) ha ripetutamente certificato che l’Iran sta aderendo alle restrizioni imposte dall’accordo.

Trump, tuttavia, ha dichiarato che, secondo lui, l’Iran avrebbe violato “lo spirito” dell’accordo, prima sostenendo il presidente siriano Bashar al-Assad e poi testando i suoi missili balistici non-nucleari appena sviluppati.

 

“Il grande dramma è che l’accordo dell’Iran potrebbe rivelarsi una pedina nella politica interna americana”, ha dichiarato Gabriel. Washington vuole che l’accordo garantisca che l’Iran cessi di alimentare conflitti come in Siria, l’Iraq o nello Yemen. Ma Gabriel ha dichiarato che questa non potrebbe essere una condizione per cui l’Iran rinunci alle armi nucleari.

Trump ha tempo fino a domenica per informare il Congresso se ritiene che l’Iran non stia rispettando l’accordo nucleare. Se Trump dovesse attestare la non conformità di Teheran, il Congresso dovrà decidere entro 60 giorni quali nuove sanzioni da imporre all’Iran.

 

Anche la Cina si è unita all’Europa nel richiedere il mantenimento dell’accordo affermando che “riteniamo che questo accordo sia importante per mantenere un sistema di non proliferazione nucleare e vogliamo sperare che tutte le parti lo vogliano mantenere in vigore”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Hiwa Chunying.

 

Nota: Appare evidente la volontà di Trump della sua Aministrazione (fortemente influenzata dalla lobby sionista) di rompere unilateralmente l’accordo sul nucleare con l’Iran sulla base di pretesti.

 

Quello che gli USA non possono accettare è il fatto che l’Iran, assieme alla Russia, abbia mandato a monte il piano USA di reovesciamento del Governo di Damasco e dello smembramento del paese. Il paradosso è quello che Washington rimprovera all’Iran di appoggiare il terrorismo quando risulta evidente che l’Iran ha dato un forte contributo tanto in Siria come in Iraq e in Libano, a sbaragliare i gruppi terroristi jihadisti che erano sostenuti ed armati dagli USA e dall’Arabia Saudita. Questo spiega l’ossessione di Trump contro l’Iran che prima o poi, grazie al “suggeritore” Netanyahu, spingerà gli USA ad impegnarsi in un prossimo conflitto contro l’Iran, con il rischio reale di un conflitto nucleare allargato con la Russia che opera come alleato strategico dell’Iran.

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