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24 giugno 2017

 

L’Amministrazione Trump potrebbe essere l’ultima dell’America

di Vijay Prashad

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Al centro di Barcellona si trova la maestosa chiesa, ancora incompiuta, progettata da Antoni Gaudi (1852-1926). E’ un capolavoro del 20° secolo, soffocata dalla fede e da una punta di malizia. Una delle prime sculture che Gaudi ha prodotto per la Sagrada Familia à situata presso una delle sue entrate ed è quella dell’Ultima Cena. Gesù è seduto accanto a Giuda e si gira verso di lui, ma  ruota  di alcuni gradi  troppo in là e guarda negli occhi di quei credenti (e turisti) che entrano nella chiesa. ‘Anche tu mi hai tradito,’ dice a Giuda. Sta però guardando gli stanchi fedeli  e turisti quando dice così. Il tradimento è un cosa, la complicità è un’altra. Potresti non aver fatto una cosa cattiva , ma se non  hai fatto nulla per rimediare, non sarebbe altrettanto cattiva?

Cento anni fa, la comunista tedesca Rosa Luxemburg (1871-1919) ha proposto una scelta estrema al mondo: socialismo o barbarie. Non c’era una terza strada, sottintendeva. Se gli esseri umani non cercavano di organizzare le nostre società intorno ai principi del socialismo – cioè del bene sociale – sarebbero scesi rapidamente nel fuoco della barbarie. Pensava alla guerra e alla distruzione della natura. La Luxemburg è stata uccisa pochi anni dopo aver espresso quel presagio. E’ stata un’uccisione brutale; il suo corpo è stato gettato senza riguardo nel Canale Landwehr di Berlino.

Forse la formula di Rosa Luxemburg non è stata sufficiente. La barbarie non è l’unica opzione. La nostra scelta è molto più estrema: socialismo o annientamento. E’ la fine di ogni cosa che è emersa ancora  una volta come possibilità.

Questo è stato il sentimento dopo che gli Stati Uniti avevano fatto cadere le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, e durante il periodo peggiore della Guerra Fredda, quando la Distruzione mutua assicurata (Mutually Assured Destruction) (MAD)* era una minaccia reale. Nel 1979, uno studio del governo americano scoprì che uno scambio di armi nucleari tra Stati Uniti e Unione Sovietica avrebbe prodotto tassi di vittime dell’ordine di centinaia di milioni. Alcuni anni dopo, gli scienziati coniarono l’espressione ‘inverno nucleare’ per registrare ciò che accadrebbe alla terra dopo un’enorme guerra nucleare. Il clima verrebbe molto modificato, e la ‘carestia nucleare’ produrrebbe enormi morti dato che l’agricoltura verrebbe distrutta definitivamente. Si pensava che la quasi estinzione della specie umana fosse possibile.

Mentre scrivo questo pezzo, sono seduto non lontano dal piccolo villaggio di pescatori di Palomares, in Spagna, dove la bocchetta dell’areo di rifornimento  KC-135 era entrata in collisione con la fusoliera del B-52 a 9.144 m. di altezza. Il B-52 andò in pezzi e tre delle quattro bombe a idrogeno caddero vicino al villaggio. La quarta cadde nel Mar Mediterraneo. Le bombe che hanno colpito la terra sono esplose nell’impatto, non hanno prodotto un’esplosione nucleare, ma, tuttavia, la zona ha subito una grande contaminazione.

Questo è avvenuto nel 1966. Perfino adesso, vengono pescate dall’acqua delle chiocciole con strane deformazioni. Non è il posto più sicuro per andare a fare una nuotata nel pomeriggio.

E come  per un colpo di fortuna, l’ultima volta che sono stato in questa zona, ho portato con me il libro di Jonathan Schell, The Fate of the Earth (Il destino della terra) (1982), uno dei libri più potenti sulle prospettive e gli esiti della guerra nucleare. Le descrizioni fatte dai sopravvissuti – gli Hibakusha – che sono nel  libro di Schell, sono profondamente significative. C’è un ricordo di un rumore terribile quando un sopravvissuto vede un cavallo che è rosa perché la pelle gli è caduta, che galoppa lungo la strada, urlando. Schell cita la lista compilata da Torako Hironaka delle cose che ricordava e che comprendeva: 1. Dei vestiti da lavoro bruciati. 5. Una donna nuda. 6. Ragazze nude che gridano ‘Stupida America’. 10. Un campo di cocomeri. 12. Con tutti quei gatti, maiali e persone morte, era proprio un inferno sulla terra. Gli scritti degli Hibakusha sono sentinelle del sentimento del quasi annientamento.

Osservare il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump buttare a terra raccoglitori di regolamenti ambientali, ha sottolineato i seri pericoli di questa amministrazione: l’ultima amministrazione. Il disprezzo per le implicazioni negative sociali e naturali del cambiamento di clima indotto dall’uomo, e della guerra, è sorprendente.  Non è che Trump abbia rotto fondamentalmente con un passato in cui la leadership mondiale era in qualche modo realmente preoccupata per la catastrofe climatica e per l’estinzione causata dalle armi di distruzione di massa. Ci sono più continuità che interruzioni nette. Trump, cionondimeno ha spostato l’ago della bilancia più velocemente, con un temperamento molto più aggressivo, non disposto a piegarsi alle ipocrisie liberali, ansioso di affrettare l’orologio del Giorno del Giudizio. Non sarebbe troppo aspettarsi che l’amministrazione Trump proponga di usare ‘piccole’ armi nucleari per far esplodere gli strati carboniferi e scoprire altro carbone per trascinare il  mondo verso lo scontro finale.

Non è che gli accordi di Parigi o di Kyoto sarebbero stati sufficienti ad arginare il cambiamento avverso del clima. Anche quelli erano troppo blandi, troppo amichevoli verso le grandi imprese che fanno i soldi distruggendo il pianeta. Almeno, però, questi accordi hanno costretto i governi ad accettare il fatto che l’attività umana, cioè il capitalismo industriale, aveva accelerato la distruzione della natura. Ora, il Segretario dell’Energia Rick Perry dice apertamente che le emissioni di anidride carbonica non sono i principali fattori scatenanti del cambiamento del clima. Perry ha puntato il dito contro le ‘acque dell’oceano’ che permettono al capitalismo industriale di non avere responsabilità. Perché preoccuparsi delle alternative al carbonio quando non ci sono ‘prove’ che tali fonti di energia portino il pianeta più vicino all’annientamento?

Nel frattempo, alle due estremità dell’Eurasia, Trump si è avvicinato a una guerra su scala planetaria. Trump ha autorizzato le forze armate statunitensi ad aggredire le risorse militari siriane ed iraniane nella Siria occidentale che attualmente sono impegnate contro l’ISIS. La Russia ha ora avvertito gli Stati Uniti che qualsiasi velivolo statunitense in quello spazio aereo sarà considerato ‘obiettivo aereo’. L’Iran ha lanciato missili balistici nella Siria orientale. Questo manda un messaggio a Israele e all’Arabia Saudita che sono a portata dei missili iraniani. Quella che potrebbe essere considerata come una dissuasione in qualsiasi altro momento, potrebbe ben essere una provocazione in questi tempi dell’amministrazione finale. L’ingresso disordinato di Trump nella crisi del Golfo, per sostenere l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti contro il Qatar e la Turchia, non indica alcuna finezza nella diplomazia  statunitense contemporanea. Ulteriore potenza di fuoco e altri discorsi bellicosi sono la valuta del nostro tempo. Non importa molto all’amministrazione finale che questo potrebbe provocare un diverbio molto più ampio nell’Asia Occidentale. Non sembra essere di nessun interesse che la guerra si possa diffondere da lì ad altre zone, come l’Europa dell’Est e il Nord Africa.

Anche più raggelante è stato un tweet che Trump ha inviato questa settimane e che riguarda l’altro lato dell’Eurasia. ‘Mentre apprezzo molto i tentativi del presidente Xi e della Cina di aiutare la Corea del Nord,’ ha scritto Trump, ‘non hanno risolto. Almeno so che la Cina ci ha provato!’

E adesso? Gli Stati Uniti si stanno preparando alla guerra contro la Corea del Nord? La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno incrementato la loro attività militare vicino alla Corea del Nord: tutte provocazioni contro un governo che ha il terrore di essere attaccato. Quando un drone nord coreano è finito  nello spazio aereo della Corea del Sud questa settimana, anche il nuovo governo nel sud guidato da Moon Jae-in che ha una mentalità meno militare ha suggerito che la guerra era all’orizzonte. Un ‘piccolo’ scambio nucleare sarà contemplato per la Penisola di Corea e per l’Asia Orientale in generale?

Ci troviamo tra una catastrofe climatica e delle guerre di estinzione con l’amministrazione finale che provoca entrambe a velocità super. Trump svolge il ruolo di Giuda nella scultura di Gaudi. Gesù gli parla del tradimento, ma guarda al di sopra delle spalle di Giuda. Chiede a tutti noi se partecipiamo al tradimento. Che cosa fate oggi per impedire che l’agenda di Trump porti il nostro paese più vicino all’estinzione?

 

nota

*https://it.wikipedia.org/wiki/Distruzione_mutua_assicurata

 


Vijay Prashad è professore di Studi Internazionali al Trinity College di Hartford, nel Connecticut. E’ autore di 18 libri, tra cui:  Arab Spring, Libyan Winter (AK Press, 2012), ), The Poorer Nations: A Possible History of the Global South (Verso, 2013) e The Death of the Nation and the Future of the Arab Revolution (University of California Press, 2016). I suoi articoli compaiono su AlterNet ogni mercoledì.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/trump-administration-could-be-americas-last

 

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