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12.10.2017

 

Jimmy Carter spiega che cosa gli hanno detto i leader nord coreani

di Stephen Lendman

Traduzione di Costantino Ceoldo – Pravda freelance

 

Il neocon/CIA collegato al Washington Post qui, ha dato a Jimmy Carter spazio per discutere uno dei temi vitali del nostro tempo: l'urgenza di evitare un'altra guerra coreana, potenzialmente con armi nucleari, devastando la penisola e dintorni se utilizzate.

 

Carter, dice:

"La forte possibilità di un'altra guerra coreana ... è la più grave minaccia esistente per la pace nel mondo ed è imperativo che Pyongyang e Washington trovino un modo per alleviare la tensione crescente e raggiungere un accordo duraturo e pacifico".

 

Abbastanza vero, il problema risiede proprio a Washington e non a Pyongyang, che per decenni ha voluto normalizzare le relazioni con l'America e l'Occidente.

 

Carter si è incontrato in precedenza con Kim Il-sung (fondatore della Corea del Nord), Kim Jong-nam (suo figlio maggiore e successore) e presidente del Presidio dell'Assemblea Popolare Suprema. Ha trovato loro e altri funzionari della RPDC "completamente razionali e dediti alla conservazione del loro Paese". Non sono dei pazzi, come vengono falsamente ritratti dagli Stati Uniti e dai sostenitori occidentali della linea dura. Le loro richieste sono completamente legittime: Carter spiega che vogliono colloqui diretti con Washington, un trattato di pace che ponga fine a decenni di un armistizio sconvolgente. Vogliono che le sanzioni vengano sollevate e delle garanzie che non ci saranno aggressioni illegittime contro il loro Paese come durante la guerra degli anni '50. Vogliono dei rapporti normalizzati con la comunità internazionale.

 

Non rappresentano una minaccia per l'America e per altro paese. Vogliono che la loro indipendenza sovrana sia rispettata. Essi meritano di veder soddisfatte le loro richieste. Temono sinceramente una guerra preventiva degli Stati Uniti sul loro Paese – motivo per cui hanno perseguito un deterrente missilistico nucleare e balistico, esclusivamente per  difesa e non per offesa. Durante tutta la sua storia nel dopo Seconda Guerra Mondiale, la Corea del Nord non ha mai attaccato un altro Paese. L'America minaccia un’aggressione illegittima contro tutte le nazioni che non si adeguino alla sua volontà, quelle indipendenti fatte oggetto di cambiamento del regime.

A causa della minaccia che Washington pone, non c'è "nessuna possibilità che la DPRK accetti una denuclearizzazione totale", lasciandosi indifesa.

 

I leader Nord Coreani sono immuni da sanzioni dure, trovando svariati modi per affrontare una situazione negativa. La sopravvivenza della Nazione conta molto.

 

Carter ha invitato l'amministrazione di Trump a "inviare una delegazione di alto livello a Pyongyang per i colloqui di pace o per sostenere una conferenza internazionale tra Corea del Nord e Corea del Sud, Stati Uniti e Cina, in un luogo accettabile reciprocamente". Tillerson ha suggerito i colloqui. Trump li rifiuta, chiamandoli deplorevolmente uno spreco di tempo. L'America ha bisogno di nemici, inventati quando non esistono, utilizzati per giustificare le ingiustificabili spese militari fuori controllo e la propria belligeranza.

 

Pyongyang sa cosa è accaduto alla Jugoslavia, all'Afghanistan, all'Iraq, alla Libia, alla Siria, allo Yemen e negli altri Paesi che Washington ha attaccato preventivamente. Intende perseguire la più forte difesa possibile per evitare di diventare il prossimo bersaglio dell’America.

 

Avere armi nucleari e missili balistici dà ai falchi dell’amministrazione Trump una pausa nell’attaccare una Nazione in grado di colpire duramente, mettendo in pericolo le proprie forze regionali e propri alleati.

 

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Articolo originale di Stephen Lendman:

http://stephenlendman.org/2017/10/jimmy-carter-explains-north-korean-leaders-told/

 

Read more on Wash Post about this topic:

Fareed Zakaria: There’s a way out on North Korea

David Ignatius: Here’s what a permanent treaty with North Korea might look like

Bruce Klingner and Sue Mi Terry: We participated in talks with North Korean representatives. This is what we learned.

Andrei Lankov: The inconvenient truth about North Korea and China

Jackson Diehl: Why aren’t we talking about regime change in North Korea?

 

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