Fonti: Hispan tv    

Al Mayadeen

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Nov 19, 2017

 

Macron e Trump si uniscono alla campagna contro Iran ed Hezbollah

Analisi di Luciano Lago

 

Nel corso di una conversazione telefonica, i mandatari Emmanuel Macron e Donald Trump hanno affrontato le questioni concernenti il Medio Oriente, tra le quali spiccano quelle che si riferiscono al Libano, alla Siria ed a Hezbollah.

 

Secondo il comunicato della Casa Bianca, il presidente Trump si è intrattenuto a conversare con il suo omologo francese circa la situazione del Libano e della Siria ed hanno convenuto la necessità di cooperare con gli alleati per fare fronte alle attività destabilizzanti che, secondo loro, conducono l’Iran ed Hezbollah nella regione.

 

A giudizio degli esperti, le ostilità e la retorica anti iraniana, una vera ossessione per Trump, non sorprendono, tuttavia le recenti affermazioni del presidente francese circa il paese persiano e le accuse che menziona Parigi comtro Teheran hanno in parte sorpreso quest’ultima. Le autorità iraniane hanno respinto queste dichiarazioni e le hanno qualificate come “infondate”.

 

In questo senso le autorità iraniane hanno messo in rilievo che “intromettersi nelle questioni strategiche dell’Iran non è una buona cosa per Macron e che l’Iran non permette a nessuno di mettere in questione le proprie difese missilistiche e quanto concerne la sua difesa nazionale”, come ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano.

 

Nello stesso giorno di Sabato, Macron aveva avuto conversazioni telefoniche con altri leaders del mondo, incluso il presidente del Libano, Michel Aoun; il presidente dell’ Egitto, Abdel Fatah al-Sisi, il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman ed il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres.

 

Le consultazioni, come informa l’Eliseo, si sono focalizzate sulla “situazione del Medio Oriente, sugli interessi comuni e sulle misure per stabilizzare la situazione e ripristinare la pace nella regione”, oltre ad indicare che Macron esaminerà queste tematiche con altri leaders internazionali nei prossimi giorni.

 

Nel frattempo non è da trascurare la dichiarazione rilasciata dall’ L’ambasciatore russo in Libano, Alexander Zasipkin, il quale aveva dichiarato che “la formazione di un governo libanese senza la presenza di Hezbollah, come reclama l’Arabia Saudita, è un qualche cosa di inconcepibile”.

 

Inoltre lo stesso diplomatico aveva sostenuto che la rivendicazione dell’Arabia Saudita di formare un governo in Libano senza la presenza di Hezbollah “sarebbe inaccettabile”, dimostrando l’appoggio che la Russia continua a prestare al movimento Hezbollah che ha compartecipato alla lotta contro i gruppi terroristi takfiri in Siria e Libano.

 

Da notare che il presidente libanese Aoun ed i membri del Parlamento libanese si sono tutti pronunciati contro le ingerenze indebite dell’Arabia Saudita nelle questioni interne libanesi ed lo stesso presidente libanese ha dichiarato che potrà accettare le dimissioni del primo ministro Hariri soltanto se questi verrà personalmente a rassegnarle nelle sue mani, come prevede la Costituzione.

 

Si sono quindi creati due fronti contrapposti: da un lato Israele e l’Arabia Saudita che fanno pressioni su Washington e sulle capitali europee per avere il via libera per una operazione militare contro Hezbollah (che coinvolgerebbe anche la Siria ed l’Iran), dall’altro la Russia, l’Iran e la Siria che sono disposti a difendere ad ogni costo Hezbollah ed il Libano dalle ingerenze di Arabia Saudita Israele e gli USA.

 

I commenti di vari analisti mettono in evidenza come la dirigenza dell’Arabia Saudita voglia cercare di aprire un nuovo fronte sul Libano per rifarsi delle sconfitte subite in Siria, da parte dei miliziani patrocinati da Rijad e nello Yemen dove le forze saudite hanno subito vari rovesci nella loro campagna militare contro il movimento Houthi che ha spodestato il presidente fantoccio di Rijad.

 

La poszione dei monarchi sauditi è condivisa da Israele che ha rivendicato la possibilità di condividere le informazioni di intelligence e le strategie militari con Rijad per fronteggiare i nemici comuni: l’Iran, Hezbollah e la Siria di Assad.

 

Una alleanza di fatto è stata quindi uffcializzata tra l’Arabia Saudita e Israele e si vedrà molto presto se questo porterà a riaccendere il conflitto nello scenario medio orientale. A Beirut si aspetta e ci si prepara al peggio.

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