Fonte: www.rt.com

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Nov 21, 2017

 

Colpo di Stato anti-Trump in vista?

di   Finiam Cunningham

Traduzione di HMG

 

Questa settimana, in un’udienza straordinaria al Senato, legislatori e funzionari militari si sono coalizzati contro Trump, ritenendolo un pericolo per la pace mondiale a causa del suo potere di lancio di armi nucleari.

 

Il momento clou è venuto quando è stato detto che gli ufficiali militari hanno il diritto costituzionale di disobbedire al presidente.

 

Un palese appello all’ammutinamento contro l’autorità presidenziale. L’udienza al Senato rappresenta un momento eccezionale in un anno in cui la politica è stata messa sottosopra dall’elezione di Trump. Quel momento di potenziale sommossa tuttavia sembrava essere un evento piuttosto improbabile.

 

La Commissione del Senato per le Relazioni Estere si è riunita martedì per discutere degli aspetti legali riguardanti il presunto potere esecutivo del presidente di lanciare missili nucleari. L’ultima volta avvenne nel ’76, poco prima che Nixon venisse deposto. Questo da solo dice quanto sia in gioco per The Donald.

 

La rivista Time ha pubblicato:l’articolo: “Trump dovrebbe avere il potere esclusivo di lanciare missili nucleari?”

Il senatore Chris Murphy (D) ha definito il tono e lo scopo dell’udienza: “Siamo preoccupati che il Presidente sia così instabile da poter ordinare un attacco nucleare, cosa che va palesemente contro gli interessi di sicurezza del paese”.

Riferendosi alla grave implicazione costituzionale, Murphy ha aggiunto: “Riconosciamo l’eccezionale natura di questo momento, della discussione che stiamo avendo oggi”.

È difficile immaginare un modo più degradante di riferirsi al capo dello stato. Trump, in pratica, viene dipinto come un pazzo con il dito sul pulsante per l’Armageddon. Come fa il presidente a mantenere l’autorità in un contesto del genere?

Queste schiere anti-Trump sono state spinte dai suoi oppositori politici, dai media democrats e dall’intelligence, nell’ultimo anno ed oltre. Ricordate quando, durante un dibattito tv, la Clinton lo rimproverò di essere un pericolo per la sicurezza a causa del suo temperamento instabile e del suo potenziale accesso ai codici nucleari?

Persino i membri del Partito Repubblicano lo hanno dipinto come una minaccia alla sicurezza nazionale. Il senatore repubblicano Bob Corker, il mese scorso, ha aspramente criticato la sua retorica di fuoco verso la Corea del Nord, dicendo che “instrada gli Stati Uniti sulla via della terza guerra mondiale”.

Il presidente è appena tornato da un tour asiatico di 12 giorni, rivendicandolo come un grande successo in termini di promozione degli interessi commerciali americani. Ma gli ex capi dell’intelligence gli sono sùbito entrati in scivolata definendolo una “minaccia alla sicurezza nazionale” in varie interviste. L’ex capo della CIA John Brennan e l’ex direttore dell’Intelligence nazionale James Clapper si riferivano alla conversazione di Trump con Putin durante il vertice APEC in Vietnam. Entrambe le ex spie, che presumibilmente conservano ancora stretti contatti all’interno dell’establishment della sicurezza militare, lo hanno accusato di “aver accettato le rassicurazioni di Putin che la Russia non ha interferito nelle elezioni americane”. Trump, hanno detto, è stato “preso in giro da Putin” e stava pertanto mettendo in pericolo la sicurezza nazionale.

 

Tali commenti sono stati ripresi questa settimana da Brian Hook, alto funzionario del Dipartimento di Stato, che in una conferenza a Washington ha dichiarato che “la Russia è una chiara e concreta minaccia per l’Occidente.” Come riferito da Radio Free Europe: “La linea dura di Hook su Mosca sembra essere in contrasto con i tentativi dichiarati dall’amministrazione Trump di migliorare le relazioni con la Russia”.

 

Ancora una volta, è difficile immaginare quanto più dispregiativi possano essere gli insulti espressi contro un presidente in carica. Le deboli accuse di “collusione” tra Trump e la Russia lo hanno bollato come “burattino del Cremlino”. Inoltre, è una presumibile minaccia alla sicurezza nazionale; e ora questa settimana, un pazzo che deve essere allontanato dal bottone nucleare. Un ufficiale militare presente alle udienze dice che ha un “potere simili al divino di porre fine al mondo”.

Bruce Blair, ex comandante del lancio nucleare, ha dichiarato in un’intervista ai media: “Il potere di distruggere la civiltà umana è unilateralmente maneggiato da un tizio che è un rinomato genio della truffa e star tv nota per la sua impulsiva petulanza, irascibilità ed ancor più breve durata di attenzione”.

 

Il commento forse più significativo è giunto dal generale Robert Kehler, che ha diretto il Comando Strategico statunitense a capo dell’arsenale nucleare nel periodo 2011-2013. Ha detto dalla commissione del Senato: “Se viene presentato un ordine illegale ai militari, questi hanno l’obbligo rifiutarsi di seguirlo”.

Kehler ha detto che questo dovere si applica a tutti i presidenti. Tuttavia, visti gli attacchi mediatici senza precedenti ed incessanti a Trump dell’ultimo anno, la chiamata alla disobbedienza assume un significato particolare. È una sfida aperta all’autorità ultima di Trump.

 

Cerchiamo di essere chiari. La personalità ed il comportamento di Trump sono sospetti. È impetuoso e spericolato nella sua retorica. Le sue minacce di scatenare “fuoco e furia come il mondo non ha mai visto” sulla Corea del Nord sono profondamente inquietanti. Così come le sue minacce, fatte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre, di “distruggere totalmente” la nazione asiatica a causa del suo programma nucleare. I tweet con cui definisce il leader nordcoreano “Little Rocket Man”, e più recentemente “basso e grasso”, sono provocazioni gratuite, ed hanno intensificato le paure dello scoppio di una guerra nucleare.

 

Sembra esserci tuttavia che la classe politica americana, che non ha mai mandato giù l’elezione di Trump, abbia un’ulteriore agenda.

 

Ritrarrlo come un tirapiedi russo, un traditore ed un pericolo per la sicurezza nazionale sono tutti step della campagna in corso per deporlo e ribaltare il risultato delle elezioni dello scorso anno.

 

Ma ecco la cosa intrigante. I senatori questa settimana non hanno previsto di modificare la legislazione per frenare i poteri nucleari del presidente. Il senatore Bob Corker ha detto ai giornalisti: “Non credo accadrà”.

 

Brian McKeon, Sottosegretario alla Difesa per la politica militare durante l’amministrazione Obama, sha dichiarato: “Se dovessimo cambiare il processo decisionale per la sfiducia nei confronti di questo presidente, sarebbe un’infelice decisione per il prossimo”.

 

Così il gioco è fatto. I legislatori e gli ufficiali militari non sembrano avere alcun problema con il fatto che un presidente possa lanciare attacchi nucleari preventivi contro uno stato percepito nemico. Se obiettassero, allora spingerebbero per limitare l’uso delle armi nucleari.

 

Il vero problema qui dovrebbe riguardare il modo in cui a qualsiasi presidente americano viene data l’autorità di lanciare una guerra nucleare, non solo a Trump.

Ciò a cui i suoi oppositori nell’establishment politico-militare mirano veramente è trovare un pretesto per indebolire la sua carica e, in ultima analisi, sfidarne l’autorità presidenziale, sulla base del fatto che non è idoneo.

 

L’appello di questa settimana affinché l’esercito disobbedisca ai suoi ordini è un avvertimento: un colpo di Stato non è impensabile.

 

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